Pianeta verde - Film (1996)

Non brillerà per qualità cinematografiche, ma questo film francese del 1996 è un vero toccasana per l'anima di ogni essere umano occidentale. Forse guardarlo non farà in modo che il giorno dopo tutti prendiamo la decisione di andare in giro a piedi o in bicicletta... ma scommetto che, almeno, osservare la realtà che ci circonda in un modo diverso si.

Storia leggermente impegnata che, non senza sapiente demagogia, mette alla berlina i vizi del consumismo. Tutto passa per la figura di Mila che, catapultata da un futuro "verde e progredito", è alle prese con le stranezze delle persone e tante cose inutili quali le automobili, il mangiare la carne o un semplice rossetto. Ha dei chiari limiti nella ripetitività e in alcuni espedienti tipo la disconnessione ma scorre via benino.

Curioso film francese con una struttura ben congegnata atta a far riflettere l'uomo e incitarlo a gettare uno sguardo alla società consumista, viziata e tecnologica odierna. È davvero bello il mondo in cui viviamo? Siamo cosi assuefatti all'inquinamento che non ci rendiamo conto che tutto ciò che respiriamo, beviamo e mangiamo non è completamente sano? Una discreta regia e recitazione da parte del cast per un sogno utopico di una realtà alternativa alla nostra.

Sul pianeta verde vive un piccolo popolo in piena armonia con la natura, vegetariano, telepatico, che non conosce l'uso del denaro e delle macchine, veste finto povero e campa fino a 250 anni. Una verdiana viene spedita sulla Terra, a Parigi, per vedere come vanno le cose e ovviamente scopre che non vanno niente bene... Serreau, che nel passato ha azzeccato almeno un paio di commedie che univano leggerenza e messaggio morale, ricorre al vecchio espediente di Candide per scoprire l'acqua calda. Intenti magari lodevoli, ma risultato didascalico, banale, assai poco divertente.

Una parziale scusante è la data in cui è stato girato: diciassette anni passati da allora non sono pochi e oggi il messaggio che il film voleva dare lo conoscono più o meno tutti. Messaggio oltrettutto non molto chiaro: sul Pianeta Verde si è felici o a tornare sulla Terra si scoprono il rock, le automobili e ci si rimettono le scarpe, tanto aborrite e si ha nostalgia di queste cose perdute? Salverei i momenti che suscitano il sorriso, come il concerto che si vivacizza grazie alla disconessione e la partita di pallone ballata a ritmo di valzer.

Film meraviglioso che con dolcezza e poesia offre una visione di un altrove che è dentro di noi, talmente vicino e a portata di mano da risultarci invisibile. Un altrove che è noi. Tutto il resto non siamo noi e, in realtà, non esiste nemmeno. Un film che insegna come la nostra vita sia colma di superfluo e che i nostri bisogni reali sono davvero pochissimi. Il pianeta verde non è un'utopia e neanche una metafora. Il pianeta verde è il nostro destino naturale, ed è nelle nostre mani.

Molte intenzioni (in parte lodevoli) e poco (anzi niente, visto l'argomento) arrosto, in questa sciapitissima favoletta fantaecologica. Serreau cala il tris: scrive, dirige e recita. Non ne azzecca una. Grossolano, ovviamente retorico (perlomeno non enfatico) sermoncino da borghese condito d'irrilevante comicità francese sconfinante nella buffonata plateale (allo stadio...). Se l'alternativa alla nostra società è vivere come su Belle-Verte, si può rispondere con pernacchia e gesto dell'ombrello. Integralismo radical-chic tipico di chi crede d'esser nel "giusto".