Una coppia della media borhgesia romana in crisi coniugale fa incontrare casualmente un giovane idraulico e una colf filippina che si innamorano cercando di superare le differenze sociali e razziali. Sceneggiata e diretta dall'autore teatrale Umberto Marino, Cominciò tutto per caso è una discreta commedia che punta l'attenzione sui problemi di due generazioni attraverso un buon lavoro di caratterizzazione psicologica dei personaggi. Un film piuttosto godibile nonostante qualche momento di pausa dovuto a pecche della sceneggiatura.
Opera prima sognante di Marino che mette in evidenza le difficoltà di comunicazione tra gli individui. Qui troviamo una coppia rampante pronta alla separazione e una multirazziale e proletaria che trova ostacoli per coronare il sogno d'amore. Nonostante tutto è un film originale con una convincente Buy.
Commedia minimalista agrodolce tipicamente anni novanta, simile nelle tematiche e nell'ambientazione a quelle che, negli stessi anni, faceva Giuseppe Piccioni (ma con ben altra profondità e grazia). Comincerà anche "tutto per caso", ma il gioco di contrapposizione-rispecchiamento delle due coppie (la Buy e Ghini, Bova e la filippina) appare molto studiato a tavolino, giusto per far emergere la problematica razziale, trattata comunque con un'indulgenza che scivola nella condiscendenza. Favola per adulti (meglio se romani e radical chic).
Simpatica commedia dai contorni quasi favolistici, non troppo coinvolgente ma veloce e con una buona interpretazione da parte del cast (soprattutto la Buy, che in alcuni casi è anche ottimo veicolo di gag e battute). La fotografia è un po' televisiva e molte svolte della trama sono prevedibili, ma il tutto è condotto con leggerezza e la scelta di Baglioni in colonna sonora è azzeccata. Non male.
Seguendo il filone dei trentenni stressati ex sessantottini ("alla Salvatores"), ecco l’esordio alla regia cinematografica di Umberto Marino dopo anni passati tra le impolverate assi del teatro impegnato. Coppia imborghesita composta da Ghini e Buy in contrapposizione a quella povera ma giovane Bova e Ricasa (filippina). Trama ruffiana (con virate nel pretenzioso) che talvolta palesa punti morti e tediosi non di poco conto. La pellicola si segnala soprattutto per la buona prova degli attori (evidentemente a loro agio nei personaggi).
Accompagnata dalle belle musiche di Claudio Baglioni, questa lenta commedia si trascina stancamente fino al sospirato finale. La prova degli attori è tutto sommato buona, ma il film risulta nel suo complesso (molto) poco interessante. Trama non troppo comprensibile, finale che lo è ancora di più. Non così tremendo (alla critica è piaciuto), ma non dice quasi nulla.
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Il film ha vinto 3 premi nel 1993: David di Donatello per la migliore attrice protagonista a Margherita Buy Globo d'oro per migliore opera prima al regista Umberto Marino Ciak d'oro per la migliore attrice protagonista per Margherita Buy