Interno sei - Corto (2005)

Una frase tratta da “La nausea” di Sartre chiude in maniera appropriata e lapidaria questo corto diretto dalla pugliese Piccinni, che con l’utilizzo di una fotografia cupa e gli angosciosi pensieri che affollano echeggianti la mente della protagonista (la co-sceneggiatrice Pollastri), comunica il male di vivere e la solitudine nella routine quotidiana. Claustrofobico, con pennellate surreali à la Wenders e Lynch.

Una ragazza vive il proprio malessere nella solitudine finché decide di rannicchiarsi e scomparire in un angolo della camera. L'idea non è affatto male, anche con il colpo di coda finale dell'agente immobiliare che accompagna una nuova ragazza nell'appartamento. Ma il corto non ha energia e si adegua al lamento esistenziale della protagonista, che ammoscia un po' tutto. Il finale stesso, con l'irruzione agrodolce del dialogo, rimane un po' inconsistente, senza riuscire a trasmettere una vera inquietudine.

Cosa vorrebbe essere? Un afflato improvviso di esistenzialismo edulcorato e reso accessibile? Ma qui di Antoine Roquentin e di Winnie (cioè del genio di Beckett) c'è soltanto uno sterile ed ampolloso riferimento, con sottofondo di musichetta elettronica. Anche lo stream of consciousness, se non si ha nulla da dire, meno che ridicolo non può essere. La volta prossima, però, almeno lo sforzo di trovare degli attori decenti...