Turgido e fiammeggiante melodramma tutto al femminile, con sapori acri alla Tennessee Williams e echi di cinema douglasirkiano
La storia, dolorosa e struggente, di tre sorelle, vittime di un padre padrone possidente terriero, rispettato e temuto dalla comunità del piccolo paese dello Iowa, fà emergere rancori, gelosie, cattiverie, dolori lancinanti mai sopiti, ricordi che tornano a galla più devastanti che mai (a volte inutilmente rimossi, ferite che ancora sanguinano e fanno ancora male, un male cane)
Grandi spazi (magnifica la fotografia di Tak Fujimoto), una narrazione femminea di rara sensibilità dell'australiana Jocelyn Moorhouse, che lascia mano libera a tre splendide attrici di razza (la Pfeiffer su tutte) e vira stoccate lancinanti che lasciano il segno (la terribile e agghiacciante confessione degli abusi incestuosi, l'impressionante mastectomia sul corpo della Pfeiffer-curata da sua maestà Rick Baker- ) e in alcuni frangenti non si può non trattenere le lacrime
Robusta "saga" familiare tutta americana, dove regnano dolore, marciume, mentalità bovina e misogina del patriarcato campagnolo, amarezze, rivalse, gelosie, morte e una fioca luce di speranza per un domani migliore
Robards è la quintessenza della bestialità, essere viscido e meschino, crudelmente bastardissimo (esce tutta la sua cattiveria disumana in una notte di tempesta, dove si accanisce contro le figlie) in un ruolo che resta impresso a vita (il delirio farneticante nell'aula di tribunale)
Toccante, intenso, crudele, indissolubilmente femminile (gli uomini non ci fanno una gran figura: ubriaconi, profittatori, padri che stuprano le figlie perchè "egiustocosì", ingannevoli, superficiali, menefreghisti), dove le donne soffrono in silenzio, cercano il riscatto nella rabbia e fino all'ultimo combattono per non farsi sopraffare dalla morte (anche se il personaggio della Leigh ha parecchie ombre, rivelandosi una viperella covata in seno)
Grande narratrice, con uno stile classico e appassionate, la Moorhouse filma il suo capolavoro, che pare un "Peyton Place" sputato dall'inferno
Il sentore di "soap-opera" e forse dietro l'angolo, ma quì si respira comunque gran cinema.