Dopo il buon successo de I CARABBINIERI si replica immediatamente con questa variante da manicomio (in tutti i sensi), dove gli unici carabinieri sono Leo Gullotta e Daniele Formica, che formano (ahinoi) la coppia protagonista. Sono loro che, sulle piste del bancarottiere Marrone (Gianni Agus), lo rintracciano in una casa di cura per malattie mentali (diretta da Giorgio Ariani) dove questi si è nascosto per errore convinto inizialmente di trovarsi alla clinica Salus. Ma questo poco importa, perché al centro di tutto ci sono le gag barzellettistiche sui matti, con Gianni Agus a sbraitare contro una serie di internati completamente...Leggi tutto fuori di testa: ci sono in primis Andy Luotto (specializzato in guida folle di ambulanze rubate, incapace di mettere in fila due parole in italiano comprensibile), quindi Giorgio Bracardi (impagabile nella sua caratterizzazione più tipica, quella del militare fissato con la disciplina) e il futuro Vanzina-boy Paolo Baroni (sembra il meno matto, ma è convinto che Agus sia suo zio). Attorno a loro, più in secondo piano, Enzo Robutti (si crede un ufficiale nazista, belva assetata di sangue), Enzo Liberti (un infermiere), Enzo Andronico (convinto di essere un gran pittore), Jimmy il Fenomeno (in due comparsate flash) e perfino Renzo Montagnani (non accreditato, anche per lui un paio di gag appena accennate). Purtroppo chi si vede di più, oltre al sempre bravo Gianni Agus (in uno dei tuoi ruoli meno marginali, incredibile!) sono Formica e Gullotta, attori anche di un certo valore ma poco adatti a ruoli comici. Il film è urlato dall'inizio alla fine, caotico, valorizzato da qualche presente indovinata (Luotto, Bracardi) ma imbarazzante nel suo umorismo da caserma.
Tema neritevole, ma trattato molto male. Un cast mixato da un neurologo impazzito, riesce a malapena a strappare due o tre risate. Gullotta-Formica la coppia più assurda del cinema di genere. Luotto non identificabile come attore, accompagna Bracardi alla toilette... Tutto è permesso in questa gabbia di matti!
Secondo capitolo demenziale sull'arma, stavolta ambientato non in caserma, o in un ritrovo di omosessuali, ma in un manicomio. Forti del successo del primo capitolo, si bissa, aggiungendo, oltre alle consuete gag sui carabinieri, anche quelle sui matti. Il risultato è caotico e confuso, tanto che anche qui la trama risulta inesistente, mentre il film è in mano ai comici che cercano, con affanno, di riempire i canonici 90 minuti di durata. Bracardi e Luotto fanno gli "arboriani", ma non basta!
Manicomio rappresentato in tutto e per tutto con uno zibaldone demenziale raramente eguagliato con pellicole italiane uscite sul grande schermo. Raffrontato con la comicità di oggidì, tutta sesso e poche idee, ci si distanzia chilometri, ma chi non ama il genere e gli attori presenti gradirà un minuto non più. Per gli altri c'è di che sfregarsi le mani: Luotto e Bracardi al top, Paolo "Sapore di mare" Baroni e Ariani simpatici e Montanaro che fa da cavia a folli esperimenti. Nicoletta Piersanti, di "Pierino"memoria, è la cassiera di un cinema.
O si mette della verve in un film barzellettistico, o il soufflé si smonta dopo i primi minuti; purtroppo il film cade nella seconda opzione, affastellando con poca considerazione sfilze di luoghi comuni su carabinieri e manicomi. In qualche occasione strappa una risata, più che altro per il cast che si sforza di fare del proprio meglio, ma è proprio il materiale di base ad essere insoddisfacente.
Il compianto Daniele Formica è il coprotagonista (insieme a Leo Gullotta) di questa pellicola parodistica dedicata ad alcune delle figure messe per eccellenza alla berlina in barzellette e quant'altro: matti e carabinieri. Purtroppo il livello rimane assai basso e rarissimamente il film riesce ad essere un minimo divertente per evidente pochezza della sceneggiatura. Astenersi dalla visione è preferibile.
Orrida e pedestre commedia firmata da Carnimeo. Decisamente peggio dei già per se pessimi I carabbinieri e La sai l'ultima sui matti?, a dimostrazione che un ottimo cast (Montagnani, Braccardi, Agus) non sempre basta quando il resto del film non regge. Battute che rasentano l'idiozia per un film davvero sconsigliato. Vicino allo zero assoluto.
Commediola parodistica in cui tra luoghi comuni e ripetizioni narrative non si riesce proprio a sorridere. Lo spunto non regge affatto e nonostante un cast validissimo che annovera attori molto in voga in quel periodo si arriva alla fine con molta fatica.
Film a cui sono legato, anche a causa di una location del film, dalle parti della basilica di S. Agnese. Non vi bastano le barzellette sui carabinieri? Ecco i carabbimatti: carabinieri + matti. Due in uno! Il regista Carnimeo è stato bravo a valorizzare tanti comici così diversi, una dote non comune. Tra i più bravi c'é sicuramente Andy Luotto, con un personaggio "lunare". Licinia Lentini è splendida. La colonna sonora del grande Berto Pisano incornicia il tutto splendidamente. Spensierato...
MEMORABILE: La macchina con scritto su "Indice" al posto di "Police".
Trivialità e gag insulse per un film decisamente povero di idee e composto da un cast con bravi attori italiani che risultano essere uno più sprecato dell'altro. In particolare i bravissimi Gianni Agus, Leo Gullotta e Daniele Formica sono inadatti rispetto alle loro possibilità. Per il resto della combriccola è meglio sorvolare.
Ennesimo non film prodotto raschiando il fondo del barile della commedia italica e dei suoi sottogeneri. La sceneggiatura non esiste e le pochissime idee del progetto devono fare i conti con un budget minimo che le frena sul nascere. Resta da chiedersi chi fosse l'utente finale di simili capolavori... Peccato per il cast ricco di buoni caratteristi cui non resta che esagitarsi e urlare senza soluzione di continuità. Fa male vedere bravi attori come Formica e Agus ridotti a interpretare cose così. Passate oltre!
Film fatto di nulla che tuttavia ha qualche pregio. Innanzitutto un Luotto assolutamente strepitoso nei panni del folle (irresistibile quando guida l’ambulanza) e in secondo luogo un Agus ben calibrato nel ruolo del viscido “fuggitivo”. Tutto il resto latita (trama, regia) e nel caos generale della pellicola non brillano i due veri protagonisti, Formica e Gullotta, carabinieri rincitrulliti. Le loro battute sono più che demenziali e poco efficaci e finiscono per annoiare lo spettatore. Da evitare, salvo il Luotto ambulanziere.
Commedia degli equivoci e barzellettistica sui matti tamponano a gran velocità il carabi-movie più trash, disastrandosi e accartocciandosi in uno scemenzario su celluloide infelicemente ispirato al mattoliano Il medico dei pazzi. Nessun Principe della risata a regger la scena ma tanti minuscoli paggetti di corte sparsi a casaccio, unicamente capaci di strappare sberleffi di derisione. Scambiando il copione per una tavola di Rohrschach, l'irriconoscibile Carnimeo stringe al collo di questo film una miserrima catena di sketch mal combinati buona solo a tirar giù la ghigliottina sperata.
MEMORABILE: Jimmy il fenomeno che prende a martellate i propri testicoli; "Ma non ti fa male?" "Si, ma quando sbaglio è una goduria che non finisce mai".
Un film che segna, come altri dello stesso periodo, il vicolo cieco nel quale si è infilata la grande tradizione del cinema comico italiano. Qui ci sono tante figure di secondo piano ma anche i migliori (in particolare Leo Gullotta) non riescono a salvare un film che non fa ridere mai. Per gli amanti dei particolari notiamo che Jimmy il Fenomeno ha una battuta tutta sua e che Andy Luotto si rifà esplicitamente al cameriere di Hollywood party.
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La scena dove Paolo Baroni tira una mattonata in testa a Gianni Agus per ricordargli che non è matto è quasi identica ad un'altra di Totò, Peppino e le fanatiche, nella quale Totò, ricoverato in manicomio, tira una sassata ad un giornalista (Garinei)
Direttamente dall'archivio cartaceo Lucius, un altro flano originale del film:
CuriositàGestarsh99 • 23/04/19 17:51 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Nella stanza del carabiniere Ceci (Leo Gullotta) è ben visibile al muro il medesimo poster raffigurante una ragazza nuda con un foulard rosso tra le gambe già avvistato nella cameretta di Pierino all'inizio di Pierino contro tutti (1981).
Ecco il confronto tra un frame tratto da I carabbimatti (immagine in alto) e uno tratto da Pierino contro tutti (immagine in basso), col particolare in comune (A):