Un caso di coscienza - Film (1970)

Interessante film, di livello discreto, preso da un racconto di Sciascia, con cast di tradizione grimaldo-buzzanchiana (Sposito, Alfredo Rizzo, la Prévost, Urzì...). Lando qui è grandissimo, a testimonianza delle capacità che avrebbe avuto nel registro drammatico. Il tono generale del film è sul grottesco, con spunti di commedia e di dramma, con un cast composito e quasi completamente in parte (curiosamente c'è il grande Gazzolo ad apparire un po' fuori posto). Girato a Zafferana Etnea: non a caso c'è la siciliana Rìgano in quota CSC.

L'omonimo racconto di Sciascia viene qui largamente stravolto per dar vita a una commedia satirica con i luoghi comuni tipici di certe latitudini. L'avv. Vaccagnino, di ritorno da Roma, trova in treno una rivista dov'è pubblicata la lettera di un'anonima in crisi per aver tradito il consorte e la lettera arriva proprio dal suo paese. Inizia così una caccia serrata alla fedifraga dove tutti sospettano tutti e anche il gaudente avvocato, che inizialmente si era divertito a ridicolizzare gli amici, avrà una brutta sorpresa. Buzzanca imperdibile.

Misto di commedia e dramma. Al posto della solita commedia sulle corna alla siciliana abbiamo un ritratto, pur sempre stereotipato, ma interessante. Cast sublime: Pellegrin, Buzzanca in ottima forma e uno stuolo di belle attrici da contorno. Ci sono anche Sposito e Zamuto, che però si vede poco. Sufficienza.

Giallo-rosa sul sacrificio femminile e l'onore virile ferito e svilito, che si nutre della vena satirica delle pagine originarie di Sciascia e di quella farsesca di Grimaldi, spegnendo inaspettatamente la commedia nell'amarezza e nel dramma degli ultimi minuti. La vita nella provincia sicula è messa in forte risalto e cantata da un armonico coro di attori, ben caratterizzato in ciascuna parte. Prove saffiche per la Michelangeli.

Gradevole commedia su testo di Sciascia su uno dei temi più urticanti della Sicilia. Gli uomini possono tradire ma guai se le donne tradiscono. In questo senso vengono raccontate le gesta di un gruppo di notabili straziati dal dubbio che la rispettiva moglie sia fedifraga. Interessanti i dialoghi ricchi di ironia. Fotografia di buon livello. Notevole il cast con tutti gli attori su buoni livelli.

La classica commedia sulle "corna" in Sicilia riletta (da Sciascia) come fosse un giallo è un'idea assolutamente originale e innalza il film rispetto alle tante commedie (quando non "commediacce") sullo stesso tema dello stesso periodo. Cast stellare con il meglio di attori e caratteristi della Sicilia e non solo: spicca ovviamente il grandissimo Buzzanca in un ruolo complesso e con venature grottesco-drammatiche come nello spirito dell'intero film, che non è affatto datato come sembrerebbe: anche oggi, in tempi più "libertini", persiste l'ipocrisia sui tradimenti.

Il circolo di notabili in cui sorridere di lettere anonime e corna (se non sono le proprie) ricorda altre indagini tratte da Sciascia; anche qui c'è un giallo che si ritorcerà contro chi ha iniziato indagini senza riflettere (Buzzanca che passa dallo sfottò altrui all'inquietudine con agio) mentre chi sa tace finché può... Prodotto settantiano di genere con un cast convincente (Gazzolo e Turi Ferro quieti disperati) e un racconto che parte come un rondò veneziano in cui qualcuno deve calare la maschera, che tuttavia serve a puntellare fragili equilibri di coppia e pure di soldi.