Western realizzato dallo specialista Sturges ottimamente riuscito grazie alla capacità del regista e della sceneggiatura di imprimere alle vicende un clima di mistero e di tensione che si mantiene per tutta la durata della pellicola fino allo scioglimento finale. Decisamente audace per i tempi in cui fu girato (ci sono, infatti, non pochi accenni all’incesto).
Western che si mantiene in bilico tra l'azione (che non manca) impressa da Sturges e una sceneggiatura che mira più a scavare l'aspetto psicologico dei protagonisti. Si cerca la verità su un'agguato indiano che provoca la morte di cinque persone e la scomparsa di 60.000 dollari in oro, tesoro cercato da tanti ma mai trovato e la presenza di una probabile sesta persona, sopravvissuta per essersi allontanata in cerca di aiuto. Il rapporto tra Karyl (un'affascinante Donna Reed) e Jim (Richard Widmark) è uno dei fulcri della misteriosa vicenda.
MEMORABILE: Donna Reed si toglie la camicetta per fasciare Richard Widmark.
L'illustre Sturges non perde tempo e dopo pochi minuti piazza già un agguato e una sparatoria; ma oltre alla violenza, le spacconerie e la spettacolarità tipiche del genere, a catalizzare l'interesse sono la suspense che accompagna uno svolgimento dalle tinte gialle e i risvolti edipici - inevitabilmente tragici - che la storia assume nell'ultima parte con il durissimo confronto tra Widmark e McIntire. Donna Reed, futura signora Ewing n. 2 in Dallas, ammalia con il suo fascino di figura femminile borderline.
MEMORABILE: L'agguato a Widmark e il suo immediato contrattacco; il confronto edipico finale.
Solo all'apparenza un western classico, anche se ne contiene gli elementi iconici: la storia ha cadenze thriller (chi è il sesto uomo che ha lasciato massacrare dagli indiani gli altri cinque?), risvolti psicanalitici (lo scontro padre-figlio con quest'ultimo dilaniato dai dubbi) e soprattutto una notevole carica erotica di marca sadica: se il testardo Widmark molla sonori ceffoni all'ambigua Reed in versione cavallerizza dominatrix, quest'ultima ha la sua rivalsa quando, sia pure a fin di bene, gli infligge freddamente una tortura di cui poteva almeno alleggerire il peso (il sonnifero).
MEMORABILE: Dopo averlo "medicato", Reed si sfila la camicetta per fasciare la spalla ferita di Widmark
Lo specialista Sturges dirige un western che oltre agli elementi tipici del genere fa registrare anche un'insolita componente gialla legata all'identità del misterioso sesto uomo. Ottimi il ritmo e l'azione della prima parte, mentre nella seconda si approfondiscono soprattutto le psicologie dei personaggi, e il finale giunge in maniera troppo repentina. Bella prova del cast in cui svetta un tormentato Widmark, ma convincono anche McIntire e la Reed alle prese con un personaggio femminile tutt'altro che convenzionale (anche se forse fin troppo elegante visto il contesto...).
Buon western con annessa indagine che riesuma un fattaccio del passato. Gli ingredienti ci sono tutti: il desiderio di vendetta, il miraggio dell'oro (per alcuni) e gli indiani, che quando attaccano non si risparmiano. Qua e là si "hollywoodizza" un po', ma la cosa è sopportabile grazie alla caparbietà del protagonista, al carattere di lei e al cattivo di turno con sorpresa. Nota di merito per il sergente, con più sale in zucca di tutti i presenti.
MEMORABILE: Il piano per sottrarsi alla morsa degli indiani; La vendetta di lei con la medicazione; "Ah Johnny il 'terribile', un bicchiere di latte per il pupo".
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