Ormai l'abbiamo capito: quando ci sono di mezzo dei gemelli il mistero s'infittisce e le sorprese sono dietro l'angolo. Qui però si esagera, perché fin dall'inizio la sovrapposizione tra i due fratelli interpretati da Larry Ward si fa complicata: la loro vita pare girare intorno a quella di Denise (Gimpera, algida e splendida), che ha sposato il più ricco dei due, John, per poi tramare in gran segreto con Peter, il gemello arrivato dopo un giro del mondo senza soldi a chiedere ospitalità. Salta fuori un ricattatore sfregiato (Rossi Stuart), a sua volta ex di Denise, che sogna di poter scucire un bel po' di soldi a Peter minacciandolo di avvertire della tresca il fratello; ma quello è già impegnato...Leggi tutto in un complesso piano per tirarlo scemo, il povero John, intascarne il denaro e spassarsela felicemente con Denise. Un piano che prevede una continua sostituzione di persona destinata a mandare in confusione un po' tutti, spettatore compreso. Il regista, non si sa fino a che punto schiavo del copione che ha scritto con Santiago Moncada (e l'aiuto di Gianfranco Clerici in seceneggiatura, visto che trattasi di coproduzione con l'Italia), si diverte a spiazzare continuamente chi guarda aggiungendo, al normale stordimento creato dai due gemelli, la diversa percezione della realtà data dalle alterazioni (indotte) di John. Quindi, oltre a Ward che scambia i ruoli in un balletto tremebondo, c'è pure Rossi Stuart che muore, non muore, ritorna... Chi ha la voglia di seguire con attenzione potrà anche essere ricompensato da qualche intuizione niente male che avrebbe meritato decisamente miglior sorte, ma per sostenere una trama tanto articolata e sorprendente ci sarebbe voluto un regista dalla mano fermissima, in grado di organizzare tutto in modo differente; mentre qui Javier Setó sembra lasciarsi condurre dall'estro del momento né può contare su un protagonista che sappia caratterizzare con convinzione e camaleontismo i due differenti personaggi dal volto identico. Micalizzi s'inventa una colonna sonora simil western (di classe, naturalmente) che poco ci azzecca col thriller e l'ambientazione spagnola dimostra di essere ben scelta, ma il problema è rappresentato dalla difficoltà nella messa in scena della storia, aggravata da una tensione che non riesce proprio mai a montare appiattendo il film in un gioco estenuante di rimbalzi che sa di semplice espediente per stupire a ogni costo.
Sconosciuto ma interessante thriller spagnolo. Bene il cast in particolare Ward e il nostro Giacomo Rossi-Stuart. Di difficile reperibilità, si segnala come uno dei più interessanti thriller anni 70 dove accanto a produzioni interessanti abbiamo anche decine di film mediocri. Ma non è il caso di questo.
Variazione del filone complottista spagnolo, prende vita da un soggetto intrigante – un gioco diabolico di ripetuti scambi di identità e personalità – che tuttavia si arena per la regia lassa, incapace di caricare la sceneggiatura della dovuta tensione e di guidare con sicurezza il duplice Ward, lo sfregiato Rossi Stuart e la tenue Gimpera (a quest'ultima il côté erotico, spartito con la Venturelli). La monotonia è rotta soltanto dalle fragorose musiche di Micalizzi e dalla scena dell’epilessia indotta da elettrochoc, in attesa di una rivelazione finale non proprio inattesa.
MEMORABILE: L'elettrochoc; l'incontro con la Venturelli.
Blando thriller dal plot piuttosto risaputo: i soliti intrighi familiari, i soliti progetti di omicidio cui, come spesso accade, la vittima sfugge. Doppie, triple verità, tanti colpi di scena e quant’altro ma davvero poca la suspense. Solo per patiti di questo tipo di pellicole.
Buon giallo di stampo lenziano in co-produzione con la Spagna. La Gimpera è come al solito un belvedere e offre una buona prova recitativa; discreto il protagonista Ward in doppio ruolo, bastardo al punto giusto Rossi-Stuart. Ottima anche la presenza di caratteristi spagnoli. Buone musiche; da citare la scena dell'elettroschock e un buon finale. Chi ama il genere sarà soddisfatto.
Mi inchino dinanzi alla riuscita perfetta di questo thriller. Non c'è una forzatura che sia una; tutti gli attori, Gimpera in particolare, vanno alla grande... Anche se il colpo di scena finale si può in parte prevedere, viene calato con forza e impatto giusti senza togliere una virgola al merito del film. Molto imprevedibile, al contrario, l'esito dell'incontro sul treno; fa un po' scervellare il particolare del disco nonchè le versioni date all'amante negli incontri precedenti, ma alla fine quando si capisce si prova ulteriore soddisfazione.
Una produzione dignitosa con al centro una torbida storia di ricatti e una regia che non lesina introspettive inquadrature. La sottotrama offre spunti interessanti: ci presenta un verosimile rapporto tra due fratelli che si detestano a tal punto da desiderare la stessa donna, una protagonista carismatica che avrei visto volentieri in un cast con la Bardot. Non di meno si apprezzano scenografie e fotografia. Incursione nel thrilling psicologico degna di nota.
Sin dalle prime inquadrature si respira un'atmosfera di sorprendente suggestione, plumbea fino al midollo ma allo stesso tempo familiare, quasi atavica, ottenuta grazie a una perfetta sinestesia di cromatismi, ambientazioni e costumi. Si tratta in realtà dell'unico elemento veramente valido di questo thriller (del quale, volendo, salviamo in corner pure il triello di attori), che parte in modo accettabile e poi si impantana, facendosi prima confusionario e poi strampalato, con tanto di risibile giussanata verso la fine. **! con molte riserve.
Onesto thriller, con una buona caratterizzazione dei personaggi e una trama non originale ma azzeccata. La prima parte è lenta e stenta a decollare, la seconda è più densa di dialoghi e viene promossa grazie a buoni momenti di tensione. Bravo Larry Ward nella doppia veste di due gemelli, molto bella la Gimpera. Senza aspettarsi un capolavoro può considerarsi un film riuscito.
Ottime le location nella "vecchia" Spagna, grige e poco accoglienti. Anche piuttosto originale la storia, seppur a volte un po' improbabile. Inquietante la metodologia con la quale gli amanti diabolici decidono di sistemare l'incomodo. Complessivamente ci troviamo di fronte a un buon film, caratterizzato da tutti gli elementi distintivi del "nero" di quel tempo (sigarette, alcolici, passioni indicibili...). C'è pure una piccola concessione all'erotico, probabilmente presente soltanto nella versione integrale, ma si tratta di cosa di poco conto.
MEMORABILE: Il crudele trattamento a cui è sottoposto il "gemello".
Due gemelli che si detestano, la moglie dell'uno che è amante dell'altro e un insidioso ricattatore sono gli ingredienti di questo thriller iberico coprodotto con l'Italia che non mantiene tutto quello che promette. Le location hanno una loro sinistra efficacia, il cast fa il suo dovere (specialmente Ward nel doppio ruolo) e il piano criminale, per quanto macchinoso, è indubbiamente originale, ma la tensione viene annacquata da una certa ripetitività e il finale giunge un po' troppo sbrigativo. Discrete le musiche di Micalizzi.
La non eccessiva durata limita possibili danni. Infatti, sebbene il trio protagonista sia efficace, le atmosfere anni 70 accattivanti e la musica incalzante senza eccedere, il gioco del doppio (esasperato all’eccesso) tende ad annoiare. La prima parte è buona e crea una certa tensione. La seconda, invece, oltre a essere abbastanza prevedibile, diventa un gioco logorante tra il gatto e il topo in un scambio di ruoli che fanno girare la testa. Non male, dopotutto: merita una visione, per i nostalgici del genere.
Un marito benestante, una moglie che vuol mettere le mani sui soldi con la complicità del fratello gemello di lui, un ricattatore a conoscenza di segreti scomodi: sono i quattro poli fra cui si dipana questa modesta cooproduzione italo-spagnola: il plot, per quanto poco originale, non sarebbe malvagio ma è mal gestito da una sceneggiatura effettistica con dialoghi banali e colpi di scena telefonati, una regia priva di stile, interpreti poco convincenti. Comunque non indecoroso e, per chi ama i thriller del sotto-genere "parenti serpenti", anche potabile, abbassando le pretese.
Due fratelli, come novelli Caino e Abele, si contendono una stessa donna e uno di loro punta alle ricchezze dell'altro, in un continuo scambio di ruoli che confonde anche il più paziente degli spettatori. Ne risulta una sorta di rompicapo arzigogolato, inutile per di più visto il solito, semplice, sfruttato tema del patrimonio "insanguinato". Produzione italo-spagnola fra le meno indimenticabili.
Produzione italo-spagnola tardo sessantiana che strizza l'occhio ai lavori di Lenzi dell'epoca, privilegiando l'aspetto complottista a discapito di quello sexy, praticamente assente. La tesi è molto semplice e viene messa in campo fin da subito, ma lo sviluppo si fa arzigogolato sino al finale con colpo di scena, che i più smaliziati non possono non aspettarsi. Attori così così: il doppio Larry Ward un po' ingessato, c'è il nostro Rossi Stuart che mette in mostra una sinistra cicatrice e infine la più convincente, una Gimpera mantide bella e diabolica.
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HomevideoZender • 19/10/10 15:12 Capo scrivano - 47790 interventi
Dalla prestigiosa collezione vhs del nostro amicoVincenzo Scala la rarissima vhs Cinehollywood di L'assassino fantasma:
Pino Locchi:Larry Ward
Rita Savagnone:Teresa Gimpera
Cesare Barbetti:Giacomo Rossi Stuart
Maria Pia Di Meo: Silvana Venturelli
Carlo Alighiero:Fernando Sánchez Polack
La versione spagnola, con tanto di mux italiano che circola da un pò, ha delle scene diverse rispetto alla versione italiana, compresi alcuni cambi di sceneggiatura e arriva a 88'34"
DiscussioneDaniela • 6/04/18 09:06 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Errore madornale sul sito-contenitore RAIplay: nella schedina di presentazione di questa modesta coproduzione italo-spagnola la regia è attribuita a Elio Patri ed il cast riportato è quello del film L'assassino da lui diretto.
https://www.raiplay.it/programmi/lassassinofantasma/
Nei titoli di testa, Giacomo Rossi Stuart, che interpreta il personaggio del ricattatore ex amante della moglie, figura come Jack Stuart.