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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/12/09 DAL BENEMERITO FAUNO
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Mco 17/03/10 00:22 - 2328 commenti

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Opera misteriosa e sepolta, che fece scalpore per la tematica affrontata (siamo nel 1969!) e sulla cui direzione è sempre regnato il caos. Pare assodata la teoria che vuole Renzo Maietto come regista ma su Fallay vi è discordanza, per alcuni (la Schurer) essendo anch'egli vero direttore della pellicola. In sè il film non offre grandi spunti, se si eccettua la presenza delle bellissime interpreti, ma l'alone oscuro della sua (quasi) invisibilità lo rendono comunque guardabile.

Fauno 15/12/09 15:48 - 2212 commenti

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Lento ed estetico come molti film di quegli anni. Tema imperniato su due lesbiche che vogliono ampliare la famiglia e ricercano il fecondatore idoneo, finendo per trovare quello più reazionario. Toccante veder confermata l'aggressione a capofitto della pubblicità anche e soprattutto su queste persone così stravaganti e particolari, onde concretizzare ad ogni costo un pingue profitto monetario. In due parole: se si ama la Schurer basta guardare le immagini, se si vuole estrapolar qualcosa di culturale è un po' più complicato.

Ronax 14/10/10 23:48 - 1255 commenti

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Singolare opera che occupa un posto a sè nel filone saffico di fine anni sessanta. Niente sfondi esotici o dissoluti interni altoborghesi, niente droga, delitti, sangue. Solo due tranquille lesbiche della porta accanto con gli stessi desideri di ogni coppia, compreso quello di avere un figlio. Forse fu proprio questa "normalità" a scatenare i furori censori e a condannare il film a quarant'anni di oblio. Notevoli le protagoniste: la Schurer, reduce da Le salamandre, è ben collaudata per la parte, mentre la Stroebel è teneramente simpatica.
MEMORABILE: La Schurer che passeggia nervosamente davanti all'entrata della sala parto.

Homesick 20/10/10 22:04 - 5737 commenti

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Pubblicità, giornalismo rapace e slogan pro-natalisti del cattolicesimo più retrivo sono colpiti per mezzo di un discorso in straordinario anticipo sui tempi – la famiglia gay – ma esposto male a causa di una diegesi piatta, lunghi incisi di patetico realismo (anzi, di semi-documentarismo) sulla vita di coppia e musiche invasive e poco appropriate. Tra gli “stalloni” rifiutati dalle conviventi more uxorio Schurer-Strebel si fa avanti il Giuliano Disperati di Hanno cambiato faccia, mentre un giovane e non accreditato Flavio Bucci appare a sorpresa nel ruolo del fotografo.
MEMORABILE: Il pubblicitario Raoul Lovecchio lancia lo slogan per il reggiseno “Constantine”: «Reggiseno Constantine. In hoc SENO vinces».

Faggi 6/05/17 15:06 - 1549 commenti

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Colori, guardaroba, trucco, pettinature e oggettistica: tutti elementi da squisito catalogo pop; fotografia elegante, costante commento jazz-lounge di Piccioni (bello); tematica audace (socialmente scomoda), riferimenti alla pubblicità e alla fertile creatività di quegli anni; le due belle protagoniste, complementari l'una all'altra, interpretano con trasporto. Il narrato non ha tutto questo appeal (almeno oggi) e risente di approssimazioni e di qualche scricchiolio e cedimento. Comunque una piccola curiosità sixties degna di interesse.

Lucius 1/09/19 16:30 - 3015 commenti

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Molto avanti per l'epoca. La naturalezza di tante scene fa pensare a un film girato di recente, solo dopo l'acquisizione di diritti civili, neppure immaginati all'epoca. Siamo alle porte degli anni Settanta e le due attrici, eleganti, mai volgari (come del resto tutto il film), impersonano una coppia di fatto in cerca di maternità. C'è cura nei dettagli, nei costumi pop (un tripudio di colori), cornice ideale per una storia d'amore tutta al femminile. Mancano i baci, ma per l'epoca è anche troppo quello che offre lo script. Piacevolente trendy.

Herrkinski 24/11/22 04:13 - 8122 commenti

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Non propriamente riuscito ma quantomeno curioso, nonché significativo in quanto molto avanti sui tempi nel proporre un modello di coppia omosessuale con figli, tuttora ancora argomento di discussione all'ordine del giorno. Rispetto a film dall'ìmpianto similare del periodo, il rapporto tra le due lesbiche non è messo in scena con morbosità o voyeurismo; il film è più casto del previsto e si concentra più su una quotidianità di coppia scandita dagli scenari pop-art anni '60 e dal commento musicale rilassato di Piccioni. Un reperto vintage interessante, pur se un po' irrisolto.

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  • Discussione Mco • 19/02/10 18:03
    Risorse umane - 9970 interventi
    Le Altre rappresenta un oggetto oscuro, vuoi per la difficle reperibilità e le difficoltà avute per le tematiche affrontate (si pensi che fu girato nel 1969!)e vuoi soprattutto per l'invisibilità.
    Inoltre la firma sull'opera fu di tale Alex Fallay.
    Chi è tale Carneade?
    Per la Schurer si trattava di un tunisino compagno al tempo della Stroebel, mentre Berruti diceva di costui "un iraniano trapiantato a Roma". Altri, poi, lo indicano come un libanese.
    Premesso ciò, resta più certezza sul fatto che i ciak fossero dati da Renzo Maietto, fratello del produttore Carlo.
    Ad maiora
    Ultima modifica: 19/02/10 18:04 da Mco
  • Homevideo Digital • 17/11/15 13:54
    Portaborse - 4007 interventi
    Dvd della Cecchi Gori/Cinekult disponibile dal 20/01/2016.
  • Homevideo Xtron • 19/02/16 21:22
    Servizio caffè - 2151 interventi
    Ecco il dvd CINEKULT

    Audio italiano
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h25m28s
    Extra: 2 interviste a Erna Schurer

    Immagine a 15:44

    Ultima modifica: 20/02/16 09:14 da Zender
  • Curiosità Alexpi94 • 16/04/19 20:49
    Galoppino - 177 interventi
    Dalla collezione Alexpi94, il flano d'epoca del film.

  • Discussione Lucius • 1/09/19 16:24
    Scrivano - 9051 interventi
    Molto avanti, per l'epoca...