Dramma “storico”, ispirato ad un’opera teatrale, incentrato sulla figura di Danton (interpretata in maniera riuscita da Depardieu) e sullo scontro con l’intransigente Robespierre (il bravissimo Wojciech Pszoniak). Scritto e diretto dal polacco Wajda, è un film eccessivamente verboso ma a tratti affascinante e soprattutto avvincente. I puristi ed amanti della storia avranno non poco da ridire. A suo tempo vennero sottolineate le analogie con la situazione che viveva allora Danzica.
Storia ad uso e consumo di Solidarnosh in questo sguardo smaccatamente borghese sulle conseguenze del 1789: la demagogica utopia incarnata da Danton (un convincente Depardieu) contro il freddo terrore rivoluzionario. Schematico e verboso, è però sostenuto da una confezione d'autore e riesce a coinvolgere lo spettatore nello svolgersi degli eventi. Farà storcere il naso agli appassionati di storia, anche se l'interpretazione di Robespierre da parte del grifagno Pszoniak è indubbiamente di grande effetto.
Il film è condotto magnificamente e la scena della ghigliottina è talmente magistrale che sembra di starci dentro... Si viene stimolati a spolverare la conoscenza sull'argomento e viene pure spontaneo domandarsi quante rivoluzioni non abbiano, almeno nell'immediato, prodotto effetti ancor più catastrofici, specie per la paura di fondo di chi aveva conquistato il potere con giusti ideali, ma che nel caso specifico aveva la presunzione che i suoi sudditi si innalzassero a livello di dei, come lui credeva di essere... Risultato: tirannia e terrore.
MEMORABILE: Il colloquio fra Georges e Maxime; Il tradimento a dir poco infame di Bourdon e il contagio di follia che Robespierre trasmette a Fouquier.
Ispirandosi ad un dramma teatrale, W. mette in scena, attraverso il racconto della fine di Danton, il confronto fra ideali e loro messa in pratica: a cosa può condurre la ragione se diventa ragion di stato? quanto inumano può essere un potere che si arroga il diritto di agire per il popolo? Narrazione non esente da didascalismo, ma robusta ed appassionante, che trova il suo culmine nel confronto fra Danton e Robespierre, gelido eppure divorato dalla febbre del dubbio. Le nostre simpatie vanno al primo ma è il secondo a restare più impresso, grazie anche ad un memorabile prova attoriale.
MEMORABILE: I principi rivoluzionari, recitati da un bambino come una filastroffa imparata a fatica, mentre Robespierre si avvolge in un sudario
Profondo, stimolante, inesauribile. E molto curato nei dettagli, nei costumi, nell'arredamento. Ovvio che regista e produttori pensavano alla dialettica tra Solidarnosc e i sovietici (sette anni prima della Perestrojka), ma proprio perché è chiaro a tutti, non disturba. Bellissimo il dialogo tra ,Danton e Robespierre: il primo (l'esplosivo Depardieu) è carnale, concreto, felice, appagato anche dal cibo, il secondo invece (ottimo gelido Pszoniak) rifiuta di mangiare in nome dell'ideale. Il film esplicita che le grandi decisioni vengono sempre decise in corridoio e mai nell'Assemblea.
MEMORABILE: Danton offre cibo a Robespierre; La reazione dell'uno e la reazione dell'altro.
La storia di Danton, controrivoluzionario durante l’ascesa del Terrore, fedele ai suoi principi di libertà anzitutto, ha il volto e i gesti di un Gerard Depardieu quanto mai istrionico ed efficace. Il confronto col gelido ed incipriato Robespierre è il nucleo polposo di una storia che ha segnato il mondo intero e che qui viene raccontata puntualmente, sebbene talvolta in maniera un po’ stilisticamente televisiva. Come da sempre, in politica ai puri non viene concesso niente, se non un insieme di inganni e trappole mortali che non conoscono pietà alcuna.
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DiscussioneFauno • 25/04/13 19:47 Contratto a progetto - 2743 interventi
Sinceramente per quel poco che sono riuscito a leggere, la figura di Robespierre è tutt'altro che esagerata, vista anche la fine che farà, e visto anche che con lui finirà il Terrore, comunque mi documenterò.
Cacchio che filmone, e chissenefrega di Danzica e di Solidarnosc. Non ci ho pensato neanche di sottecchi...E sì che Depardieu non mi piaceva neanche tanto, ma qui fa davvero un figurone. Beh...ciao ragazzi. FAUNO.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Cinemania", giovedì 5 marzo 1987) di Danton: