Il sole sorge ancora - Film (1946)

Nazisti contro partigiani in una corte lombarda (Castellazzo di Bollate, per la precisione) durante l'occupazione tedesca, fino al 25 Aprile. Finanziato dall'A.N.P.I., l'associazione dei partigiani, è un buon film, retorico quanto serve ma di gran fascino; e la storia riserva alcuni momenti davvero emozionanti, specie quando è in scena il prete interpretato da Carlo Lizzani che qui si improvvisò attore su richiesta del regista Aldo Vergano.

È altamente significativo che le pellicole sulla Resistenza realizzate nell'immediato dopoguerra siano spoglie di qualsivoglia retorica postuma. Il film di Vergano non fa eccezione: presenta lati emozionali forti, ma si caratterizza per una scabra ossatura ideologica comunista, secondo cui la lotta di liberazione dal nazifascismo è anche una questione di classe; il conseguente didascalismo nella delineazione dei personaggi è, però, redento dalla forte sincerità dell'ispirazione. Ottimo Lizzani.

Tra i momenti più alti e meno (ri)conosciuti del neorealismo resistenziale. Dalla non ortodossa struttura produttiva (il finanziamento dell'ANPI), passando per il coinvolgimento del territorio e delle masse che parteciparono agli eventi rappresentati, fino al dispiegamento di energie intellettuali e neo leve cinematografiche (Vergano, Aristarco, De Santis, Lizzani, Gatto), tutto concorre alla realizzazione di un opera drammaturgicamente coinvolgente e ideologicamente dialettica nel dar conto delle forze in campo e della origine della coscienza partigiana.