Assassino senza volto - Film (1968)

Assassino senza volto

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Giallo all'inglese girato tuttavia in Italia tra il palio di Siena e soprattutto il castello di Balsorano, che si spaccia per quello di Nottingham e che ospita di fatto l'intera vicenda. Le poche scene a Siena, a inizio e fine film, danno nettamente l'impressione di un'aggiunta posticcia per dare varietà e magari raggiungere una durata consona (anche se pure così si arriva giusto all'ora e venti), perché la loro utilità è nulla... E allora tutti al castello, dove la proprietaria Barbara MacDonald (Berni) e suo marito Walter (Raffaelli) ospitano lì un'amica di lei (Reynaud), l'amministratore (Batzella), l'architetto chiamato per...Leggi tutto i restauri (Medici) e la servitù, ivi compreso un factotum muto (Tierney). Dopo un prologo in cui una donna finisce giù dall'alto del castello per non essersi accorta che, mentre indietreggiava di fronte a qualcuno che la spaventava, mancava proprio dietro a lei un merlo, sentiamo che tra le stanze si discorre della situazione di Barbara, a quanto pare vittima di una patologia che la sta portando sull'orlo della follia.

La situazione si dice essere grave, benché la povera interessata sembri in fondo piuttosto normale. L'architetto, chiamato lì dall'amica di quest'ultima, sua conoscente ai tempi della scuola, viene messo al corrente della situazione e attraverso i suoi incontri si chiariranno i rapporti tra chi dimora al castello. Dopo un po' di tempo trascorso a parlare di poco o nulla, finalmente spunta una pistola (con silenziatore) e qualcosa succede: prima qualcuno sparisce, poi qualcun altro viene fatto fuori e naturalmente per molti la colpevole è fin troppo chiara, considerato il suo stato mentale. Discreta parte nella storia avrà anche una nuova cameriera (Klein), particolarmente pettegola e ciarliera, di cui l'inserviente muto si innamorerà. L'intreccio giallo è assolutamente elementare, con colpi di scena telefonatissimi e una soluzione tirata via nonché piuttosto sconcertante nel suo epilogo, come fosse l'unica possibile dopo che in più occasioni si era citato il gioco del "chi butteresti dalla torre?", particolarmente calzante considerata l'ambientazione.

La costruzione è comunque da gotico, che spesso in Italia si amava contaminare col giallo generando ibridi tra loro similissimi, anche nella recitazione affettata che ha un sussulto giusto negli attimi in cui avviene un omicidio, spesso anticipato da rumori misteriosi, passi, grida di dubbia provenienza... E' quanto accade qui nell'unica scena in cui sale un minimo di tensione e ci si risveglia dal torpore, perché per il resto si può solo considerare positivamente una certa professionalità del cast, che se non altro dona all'insieme la seriosità minima richiesta da operazioni del genere. Ma anche le potenzialità orrorifiche del castello vengono poco sfruttate, favorendo le scene di dialogo rispetto a quelle di terrore col risultato di avvicinare ASSASSINO SENZA VOLTO al giallo o al massimo a un timido thriller, più che all'horror. E la noia affiora in più punti, inevitabilmente, ancorando il film al suo tempo e non riuscendo mai a suscitare vero interesse per la storia. Che scorre via anonima, popolata di personaggi altamente stereotipati (non parliamo del povero Terney muto...) di nessuna profondità, suscitando curiosità giusto per prologo ed epilogo senesi, che più ci si pensa più ci si chiede che diavolo c'entrino col resto...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/11/09 DAL BENEMERITO HOMESICK POI DAVINOTTATO IL GIORNO 15/12/22
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Homesick 25/11/09 13:44 - 5737 commenti

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Uno dei primi esempi di giallo italiano sulla scorta di Bava, da cui deriva un assassino dalle mani guantate, ripreso talvolta in soggettiva, e l'idea della soluzione finale. Il debole intreccio, avvolto nella tetra atmosfera del castello di Balsorano - riutilizzato da Dorigo anche per il film successivo - è vissuto nella festosità del palio di Siena sotto forma di un lungo flashback. Acerbo, ma storicamente importante per lo sviluppo di uno dei generi più fortunati e prolifici del nostro cinema.

Dusso 17/04/14 12:31 - 1566 commenti

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Film gemello - per tematica e ambientazione - di A... come assassino, circolato meno sia nelle sale che nei palinsesti televisivi e leggermente inferiore allo stesso. Ha il suo piccolo fascino per l'ambientazione al castello di Balsorano ma è incredibilmente ingenuo e definirlo "gialletto" forse è già troppo, visto anche il finale...

Myvincent 8/12/20 09:13 - 3727 commenti

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in un sinistro castello si avvicendano inspiegabili delitti lasciati alla spiegazione di quei quattro gatti che riescono a sopravvivere ancora. Gotico tremendo (anche per la fotografia scurissima), si attorciglia attorno a dialoghi surreali, un cast scadente e, soprattutto, una colonna sonora assurda e assordante, da fanfara di paese. Finale a sorpresa che però, a questo punto, interesserà a pochi.

Deepred89 23/11/22 12:59 - 3704 commenti

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Più che mai di ascendenza letteraria (con tanto di nomi di titoli di testa con presentazione dei personaggi), un giallo gotico a bassissimo budget la cui datatezza (il film è girato nel 1965 e si vede), tra dialoghi formalissimi, ingenuità assortite e regia priva di qualsivoglia sussulto, crea un'atmosfera rilassante, d'altri tempi. La sceneggiatura non possiede troppe idee e tende ad arrancare, pur regalando in chiusura qualche piccolo colpo di scena. Cast non malvagio. Totalmente pretestuosa e palesemente aggiunta per far metraggio la cornice al Palio di Siena.

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  • Discussione B. Legnani • 17/11/09 16:09
    Pianificazione e progetti - 14945 interventi
    Gialletto Anni Sessanta girato nel solito Castello di Balsorano. Pare che ne circoli copia... Appetibile preda per chi ama il trash d'antan.