Orgasmo esotico - Film (1982)

Visionato (purtroppo) in versione hard. La storia è un pretesto per mostrare le performance della bella Marina e delle sue amiche. La componente horror è relativa ad una sorta di rito voodoo, ordito da una "pseudostrega onirica", per vendicarsi dei soprusi subiti. La povera Marina è maltrattata anche nelle parti intime, ma si riprenderà subito in una scena cult ove, posseduta da uno spirito cattivo, possiede un uomo implacabilmente! Il trucco carnevalesco rasserena dal trucido generale, dal quale emerge il servo della strega, con i suoi balletti allegri!

Visto in versione hard. La cosa strana è che a sfidare il fast-forward sono proprio le squallide scene di sesso, mentre le inattese parentesi horror risollevano dalla noia e danno qualche suggestione, grazie proprio alla mancanza di un plot comprensibile, a FX approssimativi, a una musica ininterrotta e cangiante. La consueta dimensione esotica a cui rimanda il titolo è assolutamente assente. Visto alle tre di notte fa la sua atmosfera.

Questo Orgasmo erotico di erotico ha ben poco. Tutte le versioni che ho trovato sono chiaramente hard. Una sorta di trama horror, a malapena accennata e molto mal girata, collega sequenze sconnesse tipiche del genere hard, con infima qualità delle riprese, dialoghi ridotti all'osso e, inutile dirlo, una recitazione ridicola, sebbene le parole siano ben poche... Il plot è privo insomma di qualsiasi cosa che si possa ricondurre al cinema. Filmaccio di bassa lega.

Ma la versione soft dura più di un quarto d'ora? Inizio in medias res, poi un delirio neanche amatoriale (eppure Siciliano qualcosa di guardabile in carriera l'ha realizzato) di cui non si sa se siano peggio gli attori (?) o la trama (??). Nella graduatoria delle cose indescrivibili si contendono il podio il look aspirante zombesco della Lotar e l'assistente checca della strega. Orrore.

Una di quelle operazioni che il cinema del nostro Paese amava fare nel periodo 70-80, unendo vari registri alla volta di un unicum che soddisfacesse più utenze. Qui, sotto lo pseudonimo di Lee Castle, Sicilano (e forse Joe D'Amato) si avventura nella stregoneria, abbinandola all'hard e sottolineandone i passaggi con un repentino switch musicale. Ne viene fuori un piccolo (s)cult, con la Bennett che si vendica delle angherie subite in un tripudio di sevizie (oniriche!?). Per chi ama le finezze, qui le attrici amano molto i reggicalze...

L'originalità di questo hard italico è la manipolazione, l'annientamento e anche la femminilizzazione del maschio da parte delle donne del cast, nel contesto piccolo-borghese del focolare domestico. Per il resto il regista utilizza l'elemento dell'horror con l'intenzione seria di spaventare, usando idee senz'altro buone ma da sviluppare, ottenendo un effetto grottesco e dando vita, involontariamente, a sequenze trash. Splendido il tappeto sonoro di Carlo Maria Cordio, "rubato" direttamente da Rosso Sangue di Massaccesi.