Farinelli - Voce regina - Film (1994)

Storia di Carlo Broschi che evirato da piccolo divenne una delle voci più celebri del Settecento europeo con il nome d'arte di Farinelli. Film biografico molto incentrato sui complessi rapporti tra il cantante e il fratello impresario (e si prende, a quanto pare, qualche libertà storica di troppo) ed appare estremamente curato nella parte scenografica e nei costumi. Molto bravi i due protagonisti, Stefano Dionisi ed Enrico Lo Verso, nei panni rispettivamente del cantante e del fratello. Godibile.

Pessimo film sulla vita della voce bianca più famosa d’Europa: Carlo Broschi. Il regista è uno di quelli che crede basti coprire il vuoto assoluto con una forma estetica accettabile (peraltro, a tratti, di dubbio gusto) fine a se stessa. Falsità storiche, colpi di scena discutibili e disonesti e per il resto il nulla. Chi vuole documentarsi seriamente sul personaggio è meglio che si rivolga altrove.

A parte le tante arbitrarietà storiche, il punto dolente del film è voler riprendere l'impianto narrativo di Amadeus, ma Corbiau non è Shaffer né Forman: la storia artefatta del sodalizio dei due fratelli Broschi e della rivalità con Haendel (per non parlare di continue scene di sesso in un film su un castrato...!) è di per sé sciocchina, e la regia è più calligrafica che pulsante come dovrebbe. Sì, belle immagini, ma poi il film cade sul coprotagonista Lo Verso, incapace di essere luciferino almeno quanto tormentato sa essere il bravo Dionisi.

Una coppia affiatata di attori, scenografie magnifiche e una storia che regge non esplicandosi solo sulla biografia di Farinelli ma sul contrastato rapporto con il fratello. Il regista, con mano ferma, riesce a mettere in scena un dramma dell'anima e del corpo in cui il più famoso cantante lirico castrato della storia si ritrova a vivere. Una pellicola fastosa ma allo stesso tempo intimista con al centro i due fratelli protagonisti e la loro complementarietà. Grande cinema tutto da riscoprire.

Ineccepibile per la ricostruzione dei costumi e delle atmosfere del '700; peccato non poter dire altrettanto della ricostruzione biografica della vita di Farinelli, fin troppo rimaneggiata e fantasiosa. Ottima l'interpretazione del grande cantante da parte di Dionisi, molto meno brillante Lo Verso nei panni del fratello, recitazione che meritava un'accoppiata più affiatata per rispettare le esigenze della sceneggiatura.

Biografia assai romanzata della più celebre voce bianca settecentesca che, a parte la ricchezza di scenografie e costumi, ha ben poco da offrire, incentrata com'è soprattutto sui rapporti fra il cantante castrato, che conquista facilmente belle donne, ed il fratello manager che gli subentra al momento di tirare in porta. Per mettere in scena un solalizio del genere, intriso di invidie e meschinità, ci volevano due attori di rango, ma se Dionisi è accettabile, sia pure solo dal punto di vista estetico, Lo Verso risulta del tutto fuori ruolo.