Probabilmente è un mio problema, ma non riesco a farmi piacere questo tipo di fantascienza filosofica e cerebrale post 2000, fredda, distante e anche un pò snobbettina.
L'idea non era male (il tema del doppio, e mi fermo qui per non spoilerare) che sarebbe calzata a pennello per un corto, ma che dilatato su 93 minuti (che spesso mi sembravano tre ore) perde di interesse, diventando monotono, ripetitivo e per nulla emozionante.
In primis non sono entrato in empatia col personaggio di Rockwell (bravissimo per carità, un tour de force attoriale davvero degno di nota se è per questo) che tra noiosissime perlustrazioni lunari e allucinazioni (l'incipit dove vede la ragazza immaginaria faceva sperare a qualcosa di diverso-se non proprio
Punto di non ritorno versione intimista almeno in quei paraggi- da quello che il film, poi, diventerà) la tira lunga, fino ad un bruttissimo finale che affossa definitivamente l'opera prima del figlio dell'uomo che cadde sulla terra.
Simpatico il robot Getry con le sue smile joedantiane (anche se il suo buonismo risulta un po stucchevole e, a volte, fastidioso), ottimo Rockwell a trasmettere il suo malessere (il vomito, il dente caduto, la febbre, il freddo, nel suo aspetto sempre più emaciato), scenografie lunari e "spaziali" degne di nota e potentissimo lo score carpenteriano di Clint Mansell (che gran compositore che è), qualche suggestione visiva (la terra vista dalla luna), nonché (unico attimo che rivela un colpo di scena che desta dall'apatia) l'ultima videochiamata alla moglie a bordo del Rover.
Tutto il resto scivola addosso senza sussulti, che trasmette poco o nulla, resettando lo stato emotivo di chi guarda dall'esterno (in questo caso il sottoscritto) rimanendo tagliato fuori da un racconto di solitudine e alienazione che, alla fine lascia quasi indifferenti.
Jones ci sa fare, e il suo è un lavoro da vero appassionato di SF (si va da
2002: La seconda odissea-la serra con le piantine da innaffiare, la solitudine dell'astronauta-passando per cult meno blasonati come
Android, citando il primo Carpenter , quello di
Dark Star-ma con più serietà-i lavori minerari sulla luna di
Atmosfera zero, il solito e immancabile
2001, fino a un episodio di
Spazio 1999) ma troppo "fighetto" per quel che mi concerne e anche un tantino intelletualoide. E poi, in tutta franchezza, questa SF politicamente corretta a me fa storcere sempre il naso (metafore psicologiche e filosofiche incluse).
Al netto delle sperticate lodi critiche che lo accompagnano, personalmente, mi sfugge tutta quest'aurea di cult movie che si porta appresso.
Per quel che mi concerne (e con tutto il rispetto) terribilmente e eccessivamente sopravvalutato.