Gustosa produzione all'osso di Corman, il cui dipanarsi è facilmente pronosticabile dopo pochi minuti, mentre purtroppo assai di più ne trascorrono prima di arrivare al dunque. Il make-up (curiosa nemesi per la protagonista che dirige un'indistria di cosmetici!) è da dopolavoro. Non male però la Cabot, e il filmetto ha un suo modesto fascino retrò. Brividi solo di nostalgia.
Da un enzima della vespa regina il Dottor Zinthrop ricava un elisir ringiovanente: Janice Sterlin, rampante imprenditrice e titolare di una industria di cosmesi, testerà il prodotto a sue spese... Complemento femminile al Dottor. K, è un opera di poco precedente al ciclo su Allan Poe, realizzata in economia, che riesce a cavare da un'idea appena eccentrica tutto il potenziale narrativo possibile. Gradevole ma senza guizzi, approda (un pò tardi) all'attesa trasformazione della protagonista, tutta fuori campo e in puro weird style. Corman sbircia già alle fruttuose conseguenze della genetica.
Declinazione al femminile del mito faustiano attualizzata da brevi chiose sociologiche su maschilismo, pubblicità e consumismo, incontra grossi limiti nel ritmo lento – cagionato dalla verbosa sceneggiatura - , negli spazi angusti (tutto girato in interni eccetto il preambolo all’aperto) e in un’estrema parsimonia di mezzi che nella rappresentazione del momento clou – ossia il volto della donna vespa – suscita un senso del ridicolo affine a quello dei mostri di cartapesta o peluche della sci-fi nipponica più trash. Stagnante, ma pur sempre riconducibile ai classici disegni cormaniani.
MEMORABILE: Il ronzio che precede e accompagna ogni entrata in scena della donna-vespa.
Uno scienziato sta mettendo a punto un siero tratto dalle vespe in grado di ringiovanire i tessuti e la direttrice dell'azienda cosmetica presso cui lavora vuol essere la prima a testarne gli effetti... La paura di invecchiare e prima ancora quella di perdere, insieme alla bellezza, anche il proprio posto nel mondo: è lo spunto faustiano di questo film di Corman che, a parte un certo fascino vintage, risulta assai mediocre soprattutto nelle poche scene d'azione, compromesse dal look ridicolo del mostro, versione al femminile del Dottor K comparso sugli schermi l'anno precedente.
MEMORABILE: Le segretarie dell'azienda passano il tempo in ciance e manicure, sono pettegole e pure spione per compiacere i maschi dell'azienda
Scienziato svanito (interpretato da Michael Mark, che aveva fatto la sua comparsa anche in alcuni classici Universal) sperimenta un siero per il ringiovanimento che fa gola a una ditta di cosmetici. Interessante l'idea della donna vespa (l'anno prima era uscito L'esperimento del dottor K), ma viene portata sullo schermo in modo non soddisfacente. La comparsa del mostro si fa attendere e la sua realizzazione non è delle migliori. La trama si segue discretamente pur mancando mistero e tensione.
L'anelito all'eterna giovinezza messo al servizio d'un film verboso e inconcludente. L'intuizione su come un tema simbolico e assai profondo venga utilizzato e stravolto in un mondo consumistico (lo slogan dell'azienda) rimane l'unica nota positiva in un andamento lento e prevedibile. Discreta la Cabot novella Dorian Gray, abbastanza ridicolo il make up dell'essere mutante (che ammicca ad altre mosche più che alle vespe in questione) e debole il cast di contorno. Un Corman di passaggio.
L'elisir di lunga vita, l'eterna primavera di bellezza: Corman ci prova, a coniugare l'ecorevenge con l'egovengeance, ma la turris davidica è lontanissima, e venustà di spunto e Sahara tecnico entro cui il film si spaparanza sono di proporzionalità così inversa da cortocircuitare il più indomito weirdofilo. Slancio tensivo inerte, carica orrorifica imperdonabilmente ritardataria rispetto a un antefatto che si spalma su 3/4 del film, che arriva senza pungiglione in un ultimo quarto in folle, alla scalcinata e tutt'altro che intermittente insegna del non-ce-la-possiamo-proprio-fare.
Piccola ma a suo modo iconica produzione cormaniana, scientificamente più strampalata del solito, con una donna che agogna la giovinezza e la beltà e finisce per trasformarsi in mostro. Più che sull'incauto mad-doctor di turno, il monito morale sembra colpire la vanità della protagonista (che non rispetta le dosi del farmaco sperimentale), in una caricatura della società dei consumi e della cultura dell'apparire, ai limiti della tossicodipendenza. Tecnicamente parlando non si va oltre gli standard dei B-movie minori del regista e il make-up della donna vespa è ridicolo. Passabile.
MEMORABILE: La cavia che diventa topo; La lotta col gatto ante-Re-animator; I banchetti antropofagi della donna vespa; L'incidente del dottore; Il tragico finale.
Roger Corman HA DIRETTO ANCHE...
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Insieme ad altre notizie reperibili in rete, questo è praticamente un copione già scritto per farne un film.
Vita beffarda : hanno fatto al figlio quello che lei ha recitato in questa pellicola (più o meno).
DiscussioneDaniela • 13/01/18 19:48 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Nella locandina si vede una vespa gigante con il volto di donna, mentre nel film l'essere mostruoso ha testa e mani di vespa ma ha conservato il corpo di donna.