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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Stephen Norrington scrive e dirige un action futuristico che prende le mosse da cyber-scenari tipicamente ottantiani in cui la solita multinazionale senza scrupoli è al lavoro su misteriosi progetti di armi illegali attorno ai quali Hayden Cale (Pouget), la nuova direttrice appena assunta, vuol fare chiarezza. Come prima cosa decide di contattare la persona che si occupa di inventare e realizzare le armi: è tale Jack Dante (Dourif), una specie di nerd troppo cresciuto dal capello lungo e untuoso che le mostra subito un giornaletto hard dove lei compariva ("Ero solo una ragazzina!"). Lui ci vorrebbe provare, con Hayden, ma il rapporto tra i due è decisamente conflittuale, dal momento che lei ha deciso...Leggi tutto di licenziarlo. Si trovano entrambi nel grattacielo della ditta, dove convergono in breve anche tre terroristi-pacifisti che vi penetrano superando le difese; da qui lo scenario cambia: Dante, decisamente instabile e su di giri, ha in corso di sperimentazione la sua "death machine", una sorta di Terminator d'acciaio spaccatutto, e la spedisce contro Hayden. La donna si trova così costretta ad allearsi con i terroristi per difendersi, mutando uno dei due giovani in una seconda macchina di morte, questa volta ispirata a Robocop: uno dei progetti lì alla Chaank Armaments prevedeva infatti che la mente di un soldato potesse essere innestata in un cervello "ospite" per annullarne la volontà e trasformarlo in un combattente letale, bardato di conseguenza. Le due fazioni sono quindi pronte a confrontarsi in quella che, nella seconda parte, diventerà una lotta senza quartiere tra i corridoi e le sale deserte del grattacielo. Inizialmente sembrava poter essere una storia con qualche idea, per quanto non certo nuova, ma poi tutto prende la forma di un rumoroso fanta-action in cui le cannonate e i colpi di vario genere si mescolano alle scintille e agli strepiti dell'acciaio. Lentamente la componente umana scompare per lasciare spazio al prevedibile tripudio di effetti poco speciali (il budget è scarso) che comunque Norrington gestisce con mestiere. A Dourif viene concesso di salire clamorosamente sopra le righe in una performance tutta smorfie e ammiccamenti, alla Pouget di fare l'eroina senza macchia, ma già dai nomi dei protagonisti (Dante, Carpenter, Raimi, Scott...) si capisce che molto sarà all'insegna del cattivo gusto. Così, se anche fotografia e riprese garantiscono un livello mediamente superiore ai prodotti appartenenti allo stesso genere, dialoghi e regia banalizzano il tutto riconducendo il film nell'alveo del prodotto insipido che guarda a modelli alti (non ci si dimentichi dell'HARDWARE di Stanley) per replicarli senza fantasia. Oltretutto la durata di quasi due ore è decisamente eccessiva e lo si avverte soprattutto nell'interminabile ultima parte, prolungata senza un perché.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/09/17 DAL DAVINOTTI
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Jena 1/04/18 19:05 - 1550 commenti

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Potabile, a conti fatti. Il referente immediato è Robocop, con idee prese in prestito da Aliens e Hardware, senza la classe di questi film. La macchina della morte sfiora il ridicolo con quegli artigli e zanne e sembra una brutta copia del mostro di Robocop 2 ma presenta una vena autoironica abbastanza bislacca. Eppure un certo interesse si mantiene, quando i malcapitati si aggirano per il mega palazzo venendo fatti a pezzi uno a uno. Discreta la Pouget, Dourif ormai specializzato nei ruoli di malvagio psicopatico.

Daniela 3/12/19 00:09 - 12621 commenti

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Scienziato schizzato ha messo a punto il "soldato perfetto" per conto di una multinazionale. Colta da scrupoli morali, la nuova direttrice gran gnocca lo vorrebbe licenziare, ma lui le scatena contro un adroide micidiale. Per fortuna entrano in ballo anche alcuni eco-terroristi... Frullato tra Robocop e Terminator che onestamente non nasconde i propri debiti cinematografici ma risulta affossato dalla scombinatezza della sceneggiatura, la povertà dei dialoghi, la modestia degli effetti speciali. Un motivo di interesse può essere vedere Dourif ancora una volta nella parte di un matto. Troppo poco.

Pumpkh75 5/10/22 13:56 - 1740 commenti

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Il cyberpunk si stava arrugginendo, Aliens e i primi due Terminator erano usciti da un po' e Norrington (è l’opera prima, perdoniamolo) intuisce l’inutilità della semplice replica, sbagliando però gli ingredienti: via il sangue e dentro battutine, sciocchezze e impertinenze, spazio limitato per la warbeast e carta bianca a Brad Dourif che gigioneggia in lungo e in largo (in lungo di sicuro, visti gli interminabili 120 minuti che solo il ritmo in regia riesce ad alleviare) finendo spesso per oscurare la storia. Momenti interessanti non mancano, la maturità sì. Acerbo.

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