La grande nebbia - Film (1953)

La grande nebbia

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/10/09 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 3/10/09 18:14 - 5737 commenti

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Con carezzevoli tocchi femminili, la regia della Lupino sonda e conforta la sensibilità dell'animo maschile, tutta condensata nella sublime sottorecitazione di un mesto, tormentato o'Brien, uomo che ha l'unica "colpa" di amare due donne nello stesso tempo e con pari sincerità. Da qui si diramano per ellissi più generali considerazioni su temi complessi ed attuali come l'adozione, il ruolo della donna e il conflitto tra legge del cuore e legge dello Stato. L'opprimente Gwenn e il magnanimo Maxwell trainano la seconda fila di un ottimo cast.
MEMORABILE: In tribunale: gli sguardi delle due mogli s’incontrano per la prima ed unica volta.

Rebis 15/12/11 20:40 - 2338 commenti

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Un melodramma al maschile diretto da una donna (Ida Lupino, anche interprete) che, indagando la doppia vita di Henry Graham, sceglie la strada più impervia e stimolante, quella dell'immedesimazione e della compassione portando in primo piano l'interiorità di un uomo colpevole di troppo amore e dedizione. Corresponsabili, le due donne disegnano e problematizzano il tema della nascente emancipazione femminile. Nitido, moderno nello sviluppo del racconto, il film scansa il conformismo con una sobria, realistica caratterizzazione dei personaggi. Cospirazioni d'Arte e Vita nei retroscena al film.

Cotola 1/11/12 20:03 - 9055 commenti

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Gran bel melodramma che colpisce per il coraggio (vista l'epoca) con cui la regista (e sottolineo "la") affronta l'argomento della bigamia. Nessun moralismo o vittimismo; nessun facile atto d'accusa contro il maschio fedifrago. Anzi, il personaggio maschile è tra i più interessanti che ci siano: solitario, tormentato, amorevole (forse troppo), colpevole sì ma non certo di voler stare con un piede in due scarpe. C'è anche la "critica" contro un certo ideale di figura femminile più emancipata che andava diffondendosi a quei tempi. Molto bello il finale. Film e regista meritano la riscoperta.

Daniela 12/12/16 09:18 - 12672 commenti

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Costretto per lavoro ad allontanarsi spesso da casa, Harry allaccia una relazione con una cameriera, pur continuando ad amare la moglie. Quando la ragazza resta incinta, la sua coscienza gli impone di assumersi le sue responsabilità sposandola... Tema scabroso quello della bigamia, affrontato con equilibrio e senza preconcetti: Harry è un brav'uomo e si comprende come possa amare entrambe. Nello stesso tempo, L. lascia intuire che fra le due donne non c'è rivalità ma piuttosto reciproca comprensione ed è questo l'aspetto più sorprendente del film, da segnalare per coraggio e finezza.
MEMORABILE: La sguardo fra Lupino e Fontaine in tribunale

Myvincent 30/06/17 08:52 - 3744 commenti

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La grande nebbia sembra obnubilare la mente di un uomo fragile che cerca la donna perfetta in due diverse città, mentendo soprattutto a se stesso. Il tutto si traduce in un pasticcio "statico", dove una narrazione pressoché continua toglie azione e dinamismo, regole fondamentali in cinematografia. Gli interpreti sono di gran lustro, a parte Joan Fontaine con la solita, stucchevole espressione da brava ragazza, ignara di tutto.

Giùan 4/10/18 11:14 - 4565 commenti

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Intanto vien da considerare come anche nei '50 (pur se per ragioni censorie invece che per ammiccamenti da botteghino) i titolisti nostrani se la cavassero bene, cadendo qui la coltre di nebbia sulla doppia vita amorosa del protagonista. La Lupino conferma il proprio pudico ma sferzante talento registico descrivendo senza infingimenti ma con calorosa comprensione (certo oggi un po' anacronistica) la bigamia di un O'Brien di insolita sensibilità, diviso tra due figure femminili definite ma mai manichee: la classe della Fontaine e la cupa sostanza della Ida.
MEMORABILE: Il viaggio sul bus turistico tra le ville di Hollywood con la bellissima battuta metafilmica su Ed Gwenn, Babbo Natale ne Il miracolo della 34 strada.

Pessoa 12/09/22 21:28 - 2476 commenti

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Una storia "forte" e dura da digerire per il pubblico americano dell'epoca che il tocco femminile di Ida Lupino trasforma in un film straordinariamente intenso con numerosi momenti da incorniciare. Ottimo il cast, dominato da Gwenn che interpreta un indagatore particolarmente "rognoso", che non avrebbe sfigurato in un film di Hitchcock o in un noir dei tempi d'oro, con la Fontaine e la stessa Lupino capaci di cogliere tutte le sfumature di una sceneggiatura scritta in punta di penna. Un po' ridondante e troppo tendente al melò la ost di Stevens, ma il film è comunque molto bello.
MEMORABILE: La sceneggiatura, molto intensa e mai banale.

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