Dark country - Film (2009)

...Whind chill, Dead end, non si può dire che l'horror non abbia battuto le strade perdute della provincia americana. Mai con piglio così folle però, perché Thomas Jane, il protagonista di The mist, dirige un anomalo on the road dalle venature noir. Una sorta di Detour visivamente barocco come Sin city, tortuoso ma personalissimo. Ne ho apprezzato l'atmosfera macabra e l'incedere funereo. Forse troppo forzato nel suo voler essere originale a tutti i costi, ma con un finale circolare alla Polansky ed alcune inquadrature notevoli. Strano forte.

Con quella faccia così banalmente belloccia, da Ben Affleck dei poveri, Thomas Jane non possiede come attore un carisma forgorante, però ammetto che come regista mi ha piacevolmente sorpreso: il lungo viaggio notturno nel deserto dei due sposini in viaggio di nozze post colpo di fulmine a Las Vegas sembra una mega puntata di "Ai confini della realtà", complici una fotografia fra l'iperrealismo ed il surreale ed una colonna sonora dissonante, che aumenta il senso di straniamento onirico. Aggiungo un mezzo pallino per l'originalità.

E bravo Thomas Jane! Chi se lo aspettava che dietro la macchina da presa riuscisse a sfornare un piccolo gioiellino come questo "Dark Country" che, seppur non facendo gridare al capolavoro, intriga dal primo all'ultimo minuto grazie ad una trama intelligente e un ritmo teso e spiazzante. Per quanto il coup de theatre conclusivo giunga ormai prevedibile, un piccolo brivido ce lo dona lo stesso.

In una cosa Jane eccelle: nell'indisporre sfoggiando l'eleganza del costoso doppiopetto con cui riveste un torace da anoressico, con l'aria saccente e secchiona del primo della classe conscio che quanto a finezza non glielo sbatte dietro nessuno. Peccato che per fare un horror che fili e che tagli darci dentro di boiserie (fotografia iperdelica e movimenti di macchina da continua bocca aperta) non è tutto. Peccato infine che originali si nasca, e non si diventi con un esilissimo plot palindromo che mille di questi furbacchioni saprebbero escogitare.

Non male: Thomas Jane come attore l'ho sempre trovato simpatico ma come regista mi ha stupito, con le sue inquadrature spesso particolari e con un film dalla sceneggiatura un po' banale ma comunque dal ritmo teso e che si fa seguire fino ad un colpo di scena finale che non chiarisce nulla dei mille interrogativi che sorgono durante il film ma che riesce a lasciare sorpresi. Brava la coprotagonista, Perlman invece si mostra in poco più che un cameo. Piacevole.

Forse era meglio mantenere l’imprinting dell’inizio, strutturato e recitato come un avvolgente noir. Il resto purtroppo è l’ormai desueto viaggio paranormale e tendente al visionario, che usa l’abitacolo come location regina e che offre solo un paio di sussulti in 85 minuti di pellicola. Lungi da me affermare che è mal realizzato, ma Dead end, Reeker, Wind chill e altri ancora non sono forse della stessa pasta? Bene le atmosfere che rimandano (forse troppo?) a Frank Miller e l’eccitante scena del cubetto di ghiaccio. Non mi ha entusiasmato.