Importante uomo politico trova la morte, nel bel mezzo di un'orgia. Scatta l'inevitabile corsa all'eredità, da parte dei figli, spinti sino a mettere in pratica il delitto. Bergonzelli può contare su un cast di alto livello, forse il migliore che si è mai potuto permettere. La sceneggiatura, curata da Leandro Lucchetti (Caged, Bloody Psycho) ha qualche buona freccia al suo arco e, nel complesso, la commistione di erotismo e thriller può dirsi efficacemente risolta. Sorvolando sui dialoghi si può assaporare una discreta pellicola, molto curata sul versante scenografico.
Difficile assegnargli un genere: questo è il suo pregio perché propone implicazioni interessanti e variegate ma anche il difetto perché Bergonzelli non ha una particolare abilità nel gestirle. Ci troviamo così a metà del guado tra (scolastica) denuncia sociale (gelosia, corruzione e avidità) e modalità trash-inverosimili (vedi la fucilata da berretto verde, l'irruzione della ferita al funerale, le varie scazzotate).
MEMORABILE: La povera Teresina sotto la minaccia del trapano.
Se l'autore di Gomorra deve star nascosto, cosa avrebbero dovuto fare al regista di questo film? Per me vale più di 100.000 fra pagine di storia ed altri film politici o di denuncia sempre opportunamente edulcorati e manipolati che ci propinano da quando siam nati. Questo è platino, è la verità più pura, ha la forza di Viaggia ragazza di Squitieri. Fa capire in modo talmente semplice che davanti a certe situazioni non c'è via di uscita, che a una semplicità del genere non si è più abituati, ed è più facile inventarsi complicazioni pur di negare tutto.
MEMORABILE: Le immagini quadruplicate, già usate da Bergonzelli in altri film.
Quello che manca è forse un buon cast per poter esprimere al meglio il concetto che il regista vuole trasmettere in apertura del film. Non è comunque male il risultato: un pozzo nero senza fondo dove non c'è risalita e macchia chiunque vi ci caschi dentro. Di cosa da dire ce ne sono a bizzeffe e forse con una più approfondita analisi dei personaggi (e più tempo a disposizione), poteva venirne fuori un bel pugno in faccia. Ce ne vorebbero di più, di film così. Coraggioso, dopotutto.
Il regista Bergonzelli ci regala un gradevole film, che mescola droga, azione, denuncia politica (un po' scolastica a dire il vero) ed erotismo. Un film che parte e prosegue bene, se si sorvola su qualche lungaggine di troppo, e indefinitiva si rivela più che guardabile. Non convince troppo il cast femminile, eccezion fatta per la grande attrice Alida Valli, buona la prova del cast maschile.
Le conclusioni sono all’insegna di un pessimismo ardito e profetico, ma Bergonzelli tiene troppa carne al fuoco (corruzione morale e politica, teppismo rosso, droga, omosessualità, criminalità, violenza, eros…) e il suo film si consuma nel cattivo gusto e nel dilettantismo generale; le scazzottate, poi, sono di un ridicolo imbarazzante. Berger mal doppiato da Ettore Conti, la Valli e Kennedy finiti sul set evidentemente solo per esigenze di portafogli; un disastro gli attori principali.
Film tecnicamente molto rozzo ma piuttosto interessante (e ambizioso) nei contenuti, che combinano giallo lenziano, drug-movie, politica e corruzione, delinquenti sia alla Arancia meccanica che alla Grande racket e addirittura metacinema, il tutto amalgamato con nudi, violenza e scazzottate. Registicamente si punta tutto agli effetti, trascurando completamente la forma, resa ancora più raffazzonata dallo scombinato montaggio. Cast principale molto mediocre, cast secondario curioso ma mal utilizzato. Spesso ai limiti del trash, ma efficace.
Perverso tuttifrutti, adatto a mostrare le pustole del sistema politico-sociale, senza confini di tempo e di spazio. Anche qui troviamo un bel mix di porcherie, con personaggi senza scrupoli e senza vita, direi. Droghe, festini, violenza con omicidi vari, sono paralleli ad una storia a tratti allucinata ed irrazionale. Si arriva addirittura al film dentro il film (indovinate un po' il titolo) ed il finalone è la classica mattanza di genere. La parte tecnica è piuttosto mediocre, ma credo che la cosa non sia così importante, dopotutto.
MEMORABILE: "La siringa c'è, ma dovrai meritartela!"
Tralasciando la pacchianita di certe scene e una scarsa padronanza del mezzo, il film è, invece, una piacevolissima sorpresa per merito di una storia coinvolgente che riesce a criticare con fermezza (senza scadere nel banale e nel retorico) gli abusi e la corruzione dei poteri forti. Bergonzelli ci informa che il "ricatto fotografico" esisteva già 40 anni fa. Nel parterre attoriale non spicca nessuno, anche se la presenza di un giovanissimo Mattioli mette il sorriso sulle labbra. Curioso il montaggio psichedelico. Niente male.
Trama che si concentra sulla fallosità di un sistema privo di giusti, arricchendo il piatto con l’assenza di scrupoli morali, tra siringhe e sessualità. Forse Bergonzelli si prende troppo sul serio: grana grossa a più riprese (il lutto, il film nel film) e doppiaggio mediocre lasciano ulteriormente perplessi e la violenza gratuita è gestita malissimo. Note positive il ruolo del fotografo, i flashback, la cava finale e i brevi momenti musicali.
L'impossibile equità dell'essere umano come condizione irrecuperabile è la tesi del film, seguita dall'ironia del testo beatlesiano sovraimpresso "All you need is love", in contrasto con gli eventi truci, segno dello smarrimento della bussola dei valori. Viene presa di mira la corruzione partitica e politica, dal furto di denaro pubblico agli intrighi di natura sessuale, correlati a una forma di omofobia di facciata, che cela un compiacersi dei rapporti omoerotici, temi attualissimi. Il film è un gioco del domino devastato da una furia nichilista.
MEMORABILE: Le morti violente camuffate da infarti; La piramide della corruzione che parte dal vertice passando attraverso le forze dell'ordine e i funzionari.
Anche se spesso artefice di pessimi film, sono convinto che Bergonzelli fosse dotato di una certa mano in regia e lo dimostra in questa rappresentazione cinica della crudeltà e dell’avidità di un certo tipo di persone. Nonostante alcune scazzottate con effetti sonori poco credibili,la rappresentazione della cattiveria dei protagonisti è comunque sufficientemente efficace. Meritava invece una caratterizzazione migliore la figura del fotografo, che dovrebbe fare da contraltare alla spietatezza dei protagonisti.
Un titolo birichino che farebbe pensare all'ennesimo mondomovie cela dietro di sé un gioiellino di film. Tra location d'epoca, nudi integrali, sesso quasi in ogni sua variante e una sceneggiatura sfavillante, (con una chiusa degna di nota), Bergonzelli vi saprà rapire e trascinare in un mondo (porco) dove la droga non è solo un palliativo per le delusioni della vita, quanto la chiave per aprire una porta su nuove dimensioni. Da un lato l'immoralità, dall'altro i piaceri derivanti dalle più insite perversioni umane. Try!
L'omicidio di un politico moralizzatore nella vita pubblica, ma non in quella privata, è lo snodo narrativo di questo celeberrimo film di Sergio Bergonzelli. La sciatteria della messa in scena, lo squallore decisamente grottesco dei dialoghi involontariamente ridanciani ("Mai fidarsi di una puttanella"; "C'è anche la siringa, ma ve la dovete meritare") getta alle ortiche i chiari intenti sociologici dell'opera per scadere in farsa (la piscina elettrificata!). La bellezza di Karin Well e le buone musiche di Nello Ciangherotti salvano il salvabile. Incredibile presenza di Alida Valli.
(Serie) Z o l'orgia (davvero!) del potere: il Bergonzelli-auteur, più che a Costa-Gavras, guarda all'exploitation ellenica degli Efstratiadis e dei Mylonakos, rendendosi contraltare cattolico di Polselli. Il Porco Mondo più che a Jacopetti assomiglia a un figlio malinconico di Imperoli intriso di pessimismo e dolore per un mondo che davvero meriterebbe l'Ira Divina. Meno psichedelico dei precedenti film del regista, resta comunque un felice ottovolante impazzito più coraggioso e, purtroppo, reale - se non profetico - di tanti film politici "di serie A". Rivalutiamo Bergonzelli!
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DiscussioneTrivex • 26/05/11 16:39 Archivista in seconda - 1317 interventi
Deepred, ti ho mandato una mail, riguardante questo film.
DiscussioneFauno • 27/05/11 10:59 Contratto a progetto - 2743 interventi
Piacerebbe anche a me saperne il contenuto.Reputo questo film saldamente entro i primi 10 da me più amati, per la precisione lo metterei al 5°posto. E a distanza di anni confermo più che mai quanto detto nel commento...FAUNO
DiscussioneTrivex • 27/05/11 12:42 Archivista in seconda - 1317 interventi
Uh..niente di speciale.
E' uno di quei film che sto cercando (l'altro è Mania di Polselli, ma ormai ho perso la speranza).
Trivex ebbe a dire: Uh..niente di speciale.
E' uno di quei film che sto cercando (l'altro è Mania di Polselli, ma ormai ho perso la speranza).
Mania venne proiettato il 02/05/2007 al cinema Trevi di Roma, durante la storica rassegna dedicata a Polselli.
Voci di corridoio ipotizzano però che la versione proiettata potesse non essere quella integrale (questo a fronte del ritrovamento di alcune immagini di carattere porno-soft all'interno del relativo cineromanzo cartaceo).
Superfluo dire che in rete l'unica cosa reperibile del film è il mega-galattico trailer originale.
CuriositàZender • 4/07/16 18:40 Capo scrivano - 47786 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
MusichePanza • 25/01/17 13:50 Contratto a progetto - 5199 interventi
Il brano dei titoli di testa composto da Nello Ciangherotti verrà riutilizzato anni dopo nel film Delirio di sangue sempre diretto da Bergonzelli.
Fauno ebbe a dire: Piacerebbe anche a me saperne il contenuto.Reputo questo film saldamente entro i primi 10 da me più amati, per la precisione lo metterei al 5°posto. E a distanza di anni confermo più che mai quanto detto nel commento...FAUNO
E hai pienamente ragione! Non è "Violenza al sole", ma di certo degno di nota, con molte frecce al suo arco!