Il mondo dei sensi di Emy Wong - Film (1977)

Il mondo dei sensi di Emy Wong
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Anno: 1977
Genere: erotico (colore)
Note: Aka: "Emanuelle gialla"; "Emmanuelle in the Orient"; "Hong Kong Emanuelle"; "Lady of the Rising Sun"; "The Kingdom of Eroticism "; "Yellow Emanuelle"; "El mundo de los sentidos de Emy Wong"; "L'éveil des sens d'Emy Wong". Musiche di Nico Fidenco.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/09/09 DAL BENEMERITO R.F.E.
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R.f.e. 28/09/09 13:54 - 816 commenti

I gusti di R.f.e.

Nel titolo, il film vorrebbe forse rifarsi al ben superiore Il mondo di Suzie Wong (1960) di Richard Quine, ma in realtà questa squallida pellicola di Albertini ne capovolge ogni positività, ogni piacevolezza, costruendo un'opera triste e cupa, ipocritamente moralista e, in definitiva, davvero deprimente. La protagonita Chai Lee si era già vista in Ming, ragazzi! e in "Queen Kong" (sic!) e ricomparirà, quasi invisibile, fra le numerose Bond-girls di un'episodio della serie 007 con Roger Moore, Agente 007: solo per i tuoi occhi (1981).

Alexpi94 21/07/18 20:10 - 186 commenti

I gusti di Alexpi94

Curiosissimo erotico emanuellistico che stravolge completamente il personaggio della disinibita protagonista. Stavolta abbiamo una Emanuelle vergine (in principio quasi inaccessibile), fedele e persino gelosa dell'uomo che ama. Il che non dispiace, perché il film si scosta completamente da tutti gli altri capitoli, gode di buon ritmo e si lascia seguire discretamente (con tanto di colpo di scena finale del tutto inaspettato). Buone scene erotiche, incantevoli paesaggi e orecchiabili musiche (di Fidenco) aggiungono valore. Guardabile!

Buiomega71 19/08/21 00:48 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Albertini cambia rotta rispetto a Emanuelle nera: ne esce un film curioso, bizzarro, che ondeggia tra l'erotico spinto (una Staller vogliosa, nudissima e anche carognetta, Emy addestrata al kamasutra orientale dalla mistress nella casa dell'amore) il mignotta-movie (Emy in autoreggenti coi clienti), la love story e il melodramma a tinte fosche (la svolta da lacrima movie, la chiusa suicida che pare la versione soft dell'Impero dei sensi). Citazioni cinefile messe in bocca a Pambieri, location orientaleggianti e il bellissimo pezzo "Emy Wong" di Fidenco. Colpevolmente sottostimato.
MEMORABILE: Il tentato suicido di Emy sulla scogliera con la musica di Fidenco che incalza; La gelosia della Staller e le lettere trafugate; L'incipit nei night.

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  • Musiche Lucius • 15/05/14 13:20
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale. Musica di Nico Fidenco.

    Ultima modifica: 15/05/14 18:05 da Zender
  • Homevideo Buiomega71 • 17/03/16 19:18
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Video Ciak:

    Edizione: 1987
    Durata effettiva: 1h, 36m e 50s

    Da come ho potuto constatare, il dvd americano della Exploitation digital (col titolo di Yellow Emanuelle, regione 1 e con solo la lingua inglese), caricato sui soliti canali per adulti, sarebbe cut rispetto alla vhs della Video Ciak. Il taglio netto si riscontra nella scena in cui Pambieri è a letto con la Staller, dove nel dvd americano, la sequenza, viene troncata nel momento in cui Pambieri bacia il capezzolo della Staller, mentre nella vhs si reca ben più giù, fino al pelo pubico.

    Ultima modifica: 19/08/21 15:30 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 19/08/21 10:01
    Consigliere - 25998 interventi
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Albertini cambia rotta rispetto a Emanuelle nera, se nel gioiellino con la Gemser il perno centrale era il sesso, quì il punto focale è il romanticismo intriso di straniante melodramma.

    Se riportare il tutto a una dimensione "arsanesca" con il titolo truffaldino di "Yellow Emanuelle" (la Lee non è una sacerdotessa del sesso e non passa da esperienza in esperienza amorosa, ma è solo una donna innamorata che perderà la retta via per una delusione amorosa) potrebbe trarre in inganno) ha fatto storcere il naso a molti, di contro questa intensa storia d'amore (e morte) sotto l'esotismo di Hong Kong sorprende per una narrazione che mixa diversi sottogeneri e con dialoghi e una cura registica ben sopra la media (solitamente) di questo genere di pellicole.

    Inizia in stile mondo movie (le capatine nei night di Hong Kong e gli spettacolini a "luce rossa", i massaggi amorosi con le massiaggiatrici nude), pare si muti in una sottospecie di commedia (le pagliacciate di Pambieri per attirare l'attenzione della dottoressa Wong, di cui Albertini fa pronunciare battute cinefile "L'amore è una cosa meravigliosa"), poi diventa una love story con tutti i crismi e gelosie annesse (la sequenza del bigliettino lasciato sulla macchina da Emy), si sposta in zona "mignotta movie" (la parte più succulenta del film), sfocia nel lacrima movie alla Anonimo veneziano  (la malattia, la cecità improvvisa)  chiude a fosche tinte drammatiche con un suicidio che pare messo giù come se fosse una sottospecie di Impero dei sensi in versione soft.

    Quello che pareva un opera minore e sballata all'interno dell'esotico/erotico, si rivela una piccola gemma che cerca di andare in altre direzioni che non siano le solite pruriginosità voyeuristiche, con maggior attenzione per dialoghi e psicologia dei personaggi, dove il lato meramente scopereccio resta ai margini, seppur con momenti caldissimi.

    Se la Lee (che all'inizio pare un baccalà, ma poi, andando avanti, acquista un suo particolare fascino esotico/orientale che seduce piano piano) con il suo attaccamento alle tradizioni e la sua verginità non si dona subito (ma quando si spoglia dona nudi integrali mozzafiato) a mignotteggiare ci pensa una favolosa Ilona Staller, sempre vogliosa e nudissima che regala le sue disinibite prestazioni al sior Pambieri (in piscina, a letto) rivelando anche un lato da carognetta gelosa e meschina che sarà il preludio (e la causa) del dramma (le lettere trafugate).

    Di contro la Lee rimane scornata dall'abbandono (con un tentato suicidio dalla scogliera, grandissimo momento di tensione narrativa sottolineato dallo score del grande Nico Fidenco), poi si dà al meretricio e viene fuori l'Albertini gran cerimoniere della sensualità (a questo proposito cultissimo l'apprendistato erotico della Lee, supervisionato dalla maitresse della Seyna Seyn, con tutti i dettami del kamasutra orientale che la ragazza deve mettere in pratica per "allenare il muscolo", con montaggio alternato, tra un numero di arte amatoria e l'altro-fellatio, cambio di posizione-con i tipici quadri del tao dell'amore) , indossando autoreggenti, in compagnia di clienti occidentali (con tanto di pacca sul sedere) , nei night della capitale mostrando il suo corpo, per arrivare sulla strada a litigare con altre prostitute. Da indefessa e mesta dottoressa a mignottone in stile Inside China Lee il confine pare labile e dopo la parentesi puttanesca torna l'amore a pari passo con la morte.

    Alcune derive nelle tradizioni della cultura orientale fanno sorridere (la vecchia indovina che predice il futuro alla Lee nel gazebo, il padre saggio e filosofo), ma il film è pervaso da una suggestione (non solo per le location orientaleggianti) che rapisce e ammalia, che stà tra Love story e Emmanuelle.

    Bellissima la canzone "Emy Wong" di Nico Fidenco, Pambieri funzionale e anche simpatico (con improbabili trascorsi da pugile dilettante), la Lee pare non funzionare ma poi sprigiona un lato erotico/seduttivo degno di nota e la Staller marchia a fuoco con la sua spregiudicata sensualità e porcaggine (anche se non raggiunge i vertici di Inhibition) e Hong Kong rimane sullo sfondo con i suoi soliti passaggi da cartolina.

    Albertini cerca pure di darsi qualche tono autoriale (gli omaggi a Fred Astaire, Pambieri che balla con il bastone alla clinica, e a Charlie Chaplin, Pambieri e la Lee e i mobili immaginari nella loro futura alcova) e resta un vero peccato che non ci abbia creduto fino in fondo a quello che faceva, perchè sia questo sia Emanuelle nera, seppur differenti come concept, rimangono tra i migliori del genere "tropico dei sensi", dando filo da torcere anche alla produzione coeva dello zio Joe.

    Colpevolmente sottostimato.




    Ultima modifica: 19/08/21 15:58 da Buiomega71
  • Discussione B. Legnani • 19/08/21 12:31
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Albertini cambia rotta rispetto a Emanuelle nera, se nel gioiellino con la Gemser il perno centrale era il sesso, quì il punto focale è il romanticismo intriso di straniante melodramma.

    Se riportare il tutto a una dimensione "arsanesca" con il titolo truffaldino di "Yellow Emanuelle" (la Lee non è una sacerdotessa del sesso e non passa da esperienza in esperienza amorosa, ma è solo una donna innamorata che perderà la retta via per una delusione amorosa) potrebbe trarre in inganno) ha fatto storcere il naso a molti, di contro questa intensa storia d'amore (e morte) sotto l'esotismo di Hong Kong sorprende per una narrazione che mixa diversi sottogeneri e con dialoghi e una cura registica ben sopra la media (solitamente) di questo genere di pellicole.

    Inizia in stile mondo movie (le capatine nei night di Hong Kong e gli spettacolini a "luce rossa", i massaggi amorosi con le massiaggiatrici nude), pare si muti in una sottospecie di commedia (le pagliacciate di Pambieri per attirare l'attenzione della dottoressa Wong, di cui Albertini fa pronunciare battute cinefile "L'amore è una cosa meravigliosa"), poi diventa una love story con tutti i crismi e gelosie annesse (la sequenza del bigliettino lasciato sulla macchina da Emy), si sposta in zona "mignotta movie" (la parte più succulenta del film), sfocia nel lacrima movie (la malattia, la cecità improvvisa) e chiude a fosche tinte drammatiche con un suicidio che pare messo giù come se fosse una sottospecie di Impero dei sensi in versione soft.

    Quello che pareva un opera minore e sballata all'interno dell'esotico/erotico, si rivela una piccola gemma che cerca di andare in altre direzioni che non siano le solite pruriginosità voyeuristiche, con maggior attenzione per dialoghi e psicologia dei personaggi, dove il lato meramente scopereccio resta ai margini, seppur con momenti caldissimi.

    Se la Lee (che all'inizio pare un baccalà, ma poi, andando avanti, acquista un suo particolare fascino esotico/orientale che seduce piano piano) con il suo attaccamento alle tradizioni e la sua verginità non si dona subito (ma quando si spoglia dona nudi integrali mozzafiato) a mignotteggiare ci pensa una favolosa Ilona Staller, sempre vogliosa e nudissima che regala le sue disinibite prestazioni al sior Pambieri (in piscina, a letto) rivelando anche un lato da carognetta gelosa e meschina che sarà il preludio (e la causa) del dramma (le lettere trafugate).

    Di contro la Lee rimane scornata dall'abbandono (con un tentato suicidio dalla scogliera, grandissimo momento di tensione narrativa sottolineato dallo score del grande Nico Fidenco), poi si dà al meretricio e viene fuori l'Albertini gran cerimoniere della sensualità (a questo proposito cultissimo l'apprendistato erotico della Lee, supervisionato dalla maitresse della Seyna Seyn, con tutti i dettami del kamasutra orientale che la ragazza deve mettere in pratica per "allenare il muscolo", con montaggio alternato, tra un numero di arte amatoria e l'altro-fellatio, cambio di posizione-con i tipici quadri del tao dell'amore) , indossando autoreggenti, in compagnia di clienti occidentali (con tanto di pacca sul sedere) , nei night della capitale mostrando il suo corpo, per arrivare sulla strada a litigare con altre prostitute. Da indefessa e mesta dottoressa a mignottone in stile Inside China Lee il confine pare labile e dopo la parentesi puttanesca torna l'amore a pari passo con la morte.

    Alcune derive nelle tradizioni della cultura orientale fanno sorridere (la vecchia indovina che predice il futuro alla Lee nel gazebo, il padre saggio e filosofo), ma il film è pervaso da una suggestione (non solo per le location orientaleggianti) che rapisce e ammalia, che stà tra Love story e Emmanuelle.

    Bellissima la canzone "Emy Wong" di Nico Fidenco, Pambieri funzionale e anche simpatico (con improbabili trascorsi da pugile dilettante), la Lee pare non funzionare ma poi sprigiona un lato erotico/seduttivo degno di nota e la Staller marchia a fuoco con la sua spregiudicata sensualità e porcaggine (anche se non raggiunge i vertici di Inhibition) e Hong Kong rimane sullo sfondo con i suoi soliti passaggi da cartolina.

    Albertini cerca pure di darsi qualche tono autoriale (gli omaggi a Fred Astaire, Pambieri che balla con il bastone alla clinica, e a Charlie Chaplin, Pambieri e la Lee e i mobili immaginari nella loro futura alcova) e resta un vero peccato che non ci abbia creduto fino in fondo a quello che faceva, perchè sia questo sia Emanuelle nera, seppur differenti come concept, rimangono tra i migliori del genere "tropico dei sensi", dando filo da torcere anche alla produzione coeva dello zio Joe.

    Colpevolmente sottostimato.





    Interessante.
    C'è CLAUDIO GIORGI. Puoi mettere una sua bella immagine? E' una faccia che ci manca.
    A anche la protagonista Lee.
    Però aspetta un attimo, perché il topic è in pausa.

    Ultima modifica: 19/08/21 12:34 da B. Legnani
  • Discussione Buiomega71 • 19/08/21 12:52
    Consigliere - 25998 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Albertini cambia rotta rispetto a Emanuelle nera, se nel gioiellino con la Gemser il perno centrale era il sesso, quì il punto focale è il romanticismo intriso di straniante melodramma.

    Se riportare il tutto a una dimensione "arsanesca" con il titolo truffaldino di "Yellow Emanuelle" (la Lee non è una sacerdotessa del sesso e non passa da esperienza in esperienza amorosa, ma è solo una donna innamorata che perderà la retta via per una delusione amorosa) potrebbe trarre in inganno) ha fatto storcere il naso a molti, di contro questa intensa storia d'amore (e morte) sotto l'esotismo di Hong Kong sorprende per una narrazione che mixa diversi sottogeneri e con dialoghi e una cura registica ben sopra la media (solitamente) di questo genere di pellicole.

    Inizia in stile mondo movie (le capatine nei night di Hong Kong e gli spettacolini a "luce rossa", i massaggi amorosi con le massiaggiatrici nude), pare si muti in una sottospecie di commedia (le pagliacciate di Pambieri per attirare l'attenzione della dottoressa Wong, di cui Albertini fa pronunciare battute cinefile "L'amore è una cosa meravigliosa"), poi diventa una love story con tutti i crismi e gelosie annesse (la sequenza del bigliettino lasciato sulla macchina da Emy), si sposta in zona "mignotta movie" (la parte più succulenta del film), sfocia nel lacrima movie (la malattia, la cecità improvvisa) e chiude a fosche tinte drammatiche con un suicidio che pare messo giù come se fosse una sottospecie di Impero dei sensi in versione soft.

    Quello che pareva un opera minore e sballata all'interno dell'esotico/erotico, si rivela una piccola gemma che cerca di andare in altre direzioni che non siano le solite pruriginosità voyeuristiche, con maggior attenzione per dialoghi e psicologia dei personaggi, dove il lato meramente scopereccio resta ai margini, seppur con momenti caldissimi.

    Se la Lee (che all'inizio pare un baccalà, ma poi, andando avanti, acquista un suo particolare fascino esotico/orientale che seduce piano piano) con il suo attaccamento alle tradizioni e la sua verginità non si dona subito (ma quando si spoglia dona nudi integrali mozzafiato) a mignotteggiare ci pensa una favolosa Ilona Staller, sempre vogliosa e nudissima che regala le sue disinibite prestazioni al sior Pambieri (in piscina, a letto) rivelando anche un lato da carognetta gelosa e meschina che sarà il preludio (e la causa) del dramma (le lettere trafugate).

    Di contro la Lee rimane scornata dall'abbandono (con un tentato suicidio dalla scogliera, grandissimo momento di tensione narrativa sottolineato dallo score del grande Nico Fidenco), poi si dà al meretricio e viene fuori l'Albertini gran cerimoniere della sensualità (a questo proposito cultissimo l'apprendistato erotico della Lee, supervisionato dalla maitresse della Seyna Seyn, con tutti i dettami del kamasutra orientale che la ragazza deve mettere in pratica per "allenare il muscolo", con montaggio alternato, tra un numero di arte amatoria e l'altro-fellatio, cambio di posizione-con i tipici quadri del tao dell'amore) , indossando autoreggenti, in compagnia di clienti occidentali (con tanto di pacca sul sedere) , nei night della capitale mostrando il suo corpo, per arrivare sulla strada a litigare con altre prostitute. Da indefessa e mesta dottoressa a mignottone in stile Inside China Lee il confine pare labile e dopo la parentesi puttanesca torna l'amore a pari passo con la morte.

    Alcune derive nelle tradizioni della cultura orientale fanno sorridere (la vecchia indovina che predice il futuro alla Lee nel gazebo, il padre saggio e filosofo), ma il film è pervaso da una suggestione (non solo per le location orientaleggianti) che rapisce e ammalia, che stà tra Love story e Emmanuelle.

    Bellissima la canzone "Emy Wong" di Nico Fidenco, Pambieri funzionale e anche simpatico (con improbabili trascorsi da pugile dilettante), la Lee pare non funzionare ma poi sprigiona un lato erotico/seduttivo degno di nota e la Staller marchia a fuoco con la sua spregiudicata sensualità e porcaggine (anche se non raggiunge i vertici di Inhibition) e Hong Kong rimane sullo sfondo con i suoi soliti passaggi da cartolina.

    Albertini cerca pure di darsi qualche tono autoriale (gli omaggi a Fred Astaire, Pambieri che balla con il bastone alla clinica, e a Charlie Chaplin, Pambieri e la Lee e i mobili immaginari nella loro futura alcova) e resta un vero peccato che non ci abbia creduto fino in fondo a quello che faceva, perchè sia questo sia Emanuelle nera, seppur differenti come concept, rimangono tra i migliori del genere "tropico dei sensi", dando filo da torcere anche alla produzione coeva dello zio Joe.

    Colpevolmente sottostimato.





    Interessante.
    C'è CLAUDIO GIORGI. Puoi mettere una sua bella immagine? E' una faccia che ci manca.
    A anche la protagonista Lee.
    Però aspetta un attimo, perché il topic è in pausa.

    Eh sì, Buono

    A parte la momentanea pausa feriale zenderiana, il problema e che il film l'ho in vhs, e i fotogrammi non verrebbero benissimo

    Il futuro regista di Candido Erotico fa la parte di un pilota d'aereo di linea (tratta Londra-Hong Kong) collega e amico di Pambieri, mentre la Lee (comunque notevole, al di là dei giudizi negativi su di lei) ha in database davinottico solo due film, questo e Ming, ragazzi (sempre di Albertini) e non raggiunge quota quattro titoli italici per poterla inserire (almeno così mi pare da regolamento)

    Ultima modifica: 19/08/21 13:07 da Buiomega71
  • Discussione B. Legnani • 19/08/21 13:02
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     










    Interessante.
    C'è CLAUDIO GIORGI. Puoi mettere una sua bella immagine? E' una faccia che ci manca.
    A anche la protagonista Lee.
    Però aspetta un attimo, perché il topic è in pausa.

     il problema e che il film l'ho in vhs, e i fotogrammi non verrebbero benissimo




    Allora niente.