Passata l'orgia citazionista Anni Ottanta (con lo Slaher saccheggiato ad ogni piè sospinto), l'Horror dei tardi Anni Duemila si dirige affamato sul banchetto degli Anni Novanta. Di quel periodo qui si riciclano facce note (Jeffrey Combs, attore-feticcio di Stuart Gordon), scenografie surreali (The cell od il Tim Burton in stato di grazia di Mani di forbice), tematiche oniriche (come in Nightmare il sonno porta alla morte) ed infine il tipo di villain alla Sotto Shock. Inopportuno il finale che cita il Dr. Phibes: va bene la visionarietà, ma poi il realismo batte cassa.
Ormai l'entropia tutto il Mito porta via. In nome di essa si ricicla il riciclato, e ciò che abbiamo dimenticato viene spacciato per freschezza o novità. Tanto la buona maniera che fa lingua in bocca alla buona volontà di questi tempacci fanno urlare al capolavoro. E capolavoro sarebbe indubbiamente stato, se avesse anticipato i vari Nightmare, Dreamscape, Hypnosis e The cell, dei quali l'alambicco è un (non sempre riuscito: irritanti e imperdonabili le pacchianissime sbracate in cg) consapevole patchwork. Ciò scremato, merita senz'altro di essere sottratto alle secche dell'oblio.
Bella addormentata vive due realtà: quella onirica, creata sullo stile di Hellraiser II (nella quale un pericoloso serial killer dai poteri ipnotici la perseguita) e quella ospedaliera. Giovane dalle belle speranze, scopertosi novello angelo azzurro, la rapisce dall'ospedale per portarla a casa, scatenando le ire del mostro. Incoerente, inverosimile, ridicolo nel tratteggiare caratteri senza spessore e penalizzato da brutti effetti in CGI. Gli interpreti fan pena ed il corposo serial killer è l'ennesima versione di Hannibal in chiave soporifera. Combs inguardabile, doppiaggio italiano pessimo.
MEMORABILE: La giovane narcolettica si ritrova a degustare un gelato: lo fa cadere su un tavolo, lo lecca, ne prende in mano la crema, gioiosa e sorridente.
All'inizio sembra essere interessante e discostarsi dai soliti binari del cinema horror. Poi col passare dei minuti diventa sempre più improbabile e pasticciato finendo con lo sfociare nel ridicolo fino a giungere al delirante finale. Brutto sotto ogni punto di vista. C'è anche, purtroppo per lui, Combs in una piccola parte.
Qualcosa di buono c'è, ma solo qua e là. Questo perchè lo spunto è stato sfruttato piuttosto male, limitando il tutto (la sfera onirica) al solito pazzo assassino che devasta la psiche della solita poveretta, che col sonno condivide la gran parte della sua vita. Se da una parte è mancato il coraggio, forse temendo di trasformarlo in un prodotto troppo di nicchia, dall'altra il risultato ottenuto è stato una pellicola zoppicante, che non si spinge oltre (dal punto di vista delle idee) nell'esplorazione di quei territori battuti da precedenti film. Confezione decente, ma occasione persa.
MEMORABILE: L'amico: "Sì la conosco; dorme quasi sempre; sarebbe la ragazza perfetta"; L'aggressione in piena notte col coltellaccio; Problemi di budella...
Si parte abbastanza bene con l'idea originale della eterna "bella" addormentata e le sue visioni oniriche, che non sono malaccio benché scontino la solita orribile computer grafica, Poi però Malone la butta ben presto in vacca, con la solita sequenza di gratuiti omicidi ultrasplatter e un improbabilissimo serial killer ipnotizzatore. L'interesse crolla, se non per gli estimatori delle frattaglie. Combs, unico motivo di interesse, fa poco più di un cameo come cinico poliziotto.
William Malone HA DIRETTO ANCHE...
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