Il ladro di Damasco - Film (1964)

Avventuroso ambientato nella Siria dominata e oppressa dai Romani. La regia di Amendola - e la presenza del figlio Ferruccio come co-protagonista nel ruolo dell’imbranato imbroglione Tisba – imprime inevitabilmente un taglio comico-parodistico che si rivela inefficace per la fiacchezza d’insieme e l’inconsistenza dei personaggi. Immancabile (e improbabile) coup de théâtre in extremis. Unico motivo di interesse è la sempre bellissima Gilli, che tuttavia concede solo qualche raggiante primo piano.

Classico filmino da cinemino parrocchiale di antica memoria. Una storiella semplice a lieto fine e nel mezzo vicende che non si sa se debbano far ridere o altro. Attori con recitazioni eccessivamente gestuali e doppiaggi baritonali. Colori sbiaditi dal tempo e forse questo è l'unico pregio del film. Una menzione per la bellezza di Luciana Gilli.

Uno dei tanti avventurosi in costume che, quando il genere stava ormai per tramontare, cerca di mescolare prove di forza e risate, qui affidate soprattutto al compolice dell'eroe, interpretato da Ferruccio Amendola. Senza infamia e senza lode: la storia è piuttosto debole, i romani non ci fanno una gran bella figura, i mezzi sono piuttosto ridotti; però il film si fa guardare.