Ipnotizzatore e ventriloquo, Vorelli (Bryant Haliday) ha imprigionato l'anima del suo partner nel pupazzo Hugo, del quale si serve per compiere delitti e reati. Uno dei primi film che si colloca sulla scia dei pupazzi assassini, in tal caso animati/pilotati da una forza soprannaturale (tema a cui il film rimanda). Nulla di ché esaltare, però la regia di Lindsay Shonteff - veterano della exploitation inglese (Notte, dopo notte, dopo notte - 1969) - infonde parecchio ritmo e certo sadismo alla narrazione permettendo allo spettatore di seguire senza troppa noia un film scorrevole, pur se datato.
Spunto interessante, forse un po' fragile per un lungometraggio, e con più di una smagliatura nello svolgimento, ma film passabile. Lo sbrigativo Shonteff bada al sodo e trova il verso di infilare anche uno strip; pupazzo inquietante, ridicolissimi alcuni personaggi minori, come lo psichiatra-pippa. Vorelli e Hugo, nomi apparentemente alla portata del pubblico italiano e visibilissimi in innumerevoli cartelli del film, nondimeno nel doppiaggio diventano Medius (!) e Danny...
Bistrattato ai tempi dalla critica, il film di Shonteff non è certo un capolavoro, ma piuttosto una curiosa bizzarria che fonde con disinvoltura giallo ed elementi soprannaturali riservando un piacevole e inaspettato finale a sorpresa. Sbrigativo nella sceneggiatura e negli snodi narrativi, può però contare su un'ottima fotografia in b/n, sull'inquietante interpretazione di Bryant Haliday e sul fascino sensuale della bella Yvonne Romain. Le scene di nudo, decisamente audaci per i tempi, vennero purgate nella versione USA e in quella italiana.
Misconosciuto, a vantaggio dei pessimi molti horror attuali su Golem, bambolotti e affini, il film riesce a ritagliarsi un posticino fra i minori del genere rinverdendo (in parte) i fasti dell'ultimo episodio di Incubi notturni. La prima mezz'ora, in special modo, grazie all'interpretazione di un gelido Haliday, ha un che di conturbante nella relazione fra soggetto e (presunto) oggetto cui si sospetta un refolo di diabolica vitalità. Il resto perde smalto, inoltrandosi nel poliziesco, mentre il finale è sin troppo esplicito. Merita l'occhiata, ma nella versione originale.
Il titolo è fuorviante, poiché il film parla di un ventriloquo ipnotizzatore (un ispirato Bryant Haliday) che con charme draculesco s’impossessa della volontà di vittime innocenti. La regia è piuttosto professionale e le atmosfere sinistre non mancano, esaltate da un bianco e nero d’annata. Inaspettata abbondanza di seni in mostra, sotto lo sguardo allucinato della bambola assatanata.
Yvonne Romain HA RECITATO ANCHE IN...
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Il dvd Sinister presenta il film nella versione originale con qualche tetta e in quella più castigata per il mercato americano. Cozzi meglio del solito anche se trova il verso di reclamizzare con questo film il libro sulla Hammer....
Si tra l'altro ricordo che nell'edizione "italiana" che corrisponde a quella castigata,è presente per riempire il minutaggio oltre alle scene girate diversamente
una nuova scena tra il diabolico protagonista
e la sua amante,che poi porterà