Slasheretto leggero leggero, derivativo quanto può bastare, con scelte narrative non propriamente condivisibili (la terribile presentazione iniziale dei personaggi, con voce fuori campo della tipa e i faccioni stampati su una foto con tanto di nome che manco i film demenziali americani degli anni '80), che si trova nella zona
Final Destination svoltando per
The Ring, in una location (il Marocco) piuttosto curiosa, che da al film un gusto esoticheggiante, con flebili reminiscenze all'incipit di
Hellraiser
Attori brutarelli (gli uomini decisamente, con uno che assomiglia all'astrologo televisivo Paolo Fox), non male le gnocche (la MacMasters-Green o la Tara Haggiag, che sculetta con un bel paio di gustose zoccolette col tacco ai piedini nella stazione argentiana), un pò raffazzonati gli SFX di Mario Michisanti (anche se la bimba col cervello esposto a la
Sesto Senso- o come Lily Rabe nella
Murder House- non è malaccio), buona la fotografia di Giovanni Battista Marras, ma soprattutto la regia di Gasperoni, che , se, scrive il film su un kleenex, di contro sa ben muovere la MDP con perizia tecnica ben definita (la sequenza iniziale del mancato incidente con il bus , sulla strada desertica, ne è un ottimo esempio)
Persi nei boschi, insieme a una sottospecie di Sandokan che squarta un cervo dove pare che svolti in lande da "survivor movie", il film si impantana quando entra nei territori della
Casa raiminiana (la spelonca abbandonata è praticamente uguale, pure con tanto di nebbiolina fumosa) e il body count risulta indolore, essendo tutto off screen, tra badili impalatori alla
Carrie, fiammate divine dal cielo che abbrustoliscono, frecce che trapassano, corna di cervo usate come i ganci dei supplizianti barkeriani (in tutta sincerità un tantino ridicole lo sono) e gole perforate.
Un pò pochino, che tutto sembra buttato lì. Però, Gasperoni, dona momenti notevoli (e a loro modo sorprendenti): il sopracitato incidente mancato con la zingara che esce dal bus con qualcosa nel fagotto; la bambina scraniata, il primo incontro con un luciferino Assante nel Baazar alla
Bottega che vendeva la morte, le piccole lapidi rivelatrici, il traumatico e doloroso ritrovamento del corpo villipeso della bambina da parte del padre, la discesa nella follia di Assante occhio indiscreto della morte, tra visioni zombesche e omicidi/suicidi, la fotografia che si stampa sui finestrini dell'auto in corsa, il finale sulla strada madmaxiano, veloce e funesto.
Personalmente, pur con i suoi difetti e i suoi limiti, non l'ho trovato poi così brutto come molti ne scrivono in giro
Di Gasperoni vorrei "ciucciarmi" pure
Parking Lot 3d, misteriosamente scomparso nell'oblio dopo una fugace uscita nei cinema nostrani.
Faccia tante fotografie ai suoi amici...