Daniela ebbe a dire:
Che bell'anticipo di commento, Buio...
Ho visto il film in originale qualche anno fa, ma me lo ricordo come fosse ieri: un personaggio simile e un finale del genere non si scordano facilmente. "Frastornante" è il termine che usi e nel quale mi ritrovo: cinematograficamente, la violenza si può coniugare in tanti modi. Qui non ha proprio alcun alibi, è insensata, "brutta" in senso estetico, "povera" dal punto di vista spettacolare, messa in atto da un tizio dal QI più basso del suo numero di scarpe, assolutamente privo di quell'alone di glamour che spesso circonda i bad guys.
Film imperfetto ma da vedere.
Concordo Daniela, e mi fà piacere che hai trovato interessanti le mie parole.
Debbo cassare il doppiaggio italiano (da più penoso "straight to video), ma lo squallore, il degrado, la messa in scena poveristica e quasi spartana , credo sia apposta voluta da Sivertson per amplificare il mondo marcio e degradante in cui vive Ray, sociopatico ridicolo, James Dean dei pezzenti, grottesca maschera di mascara e nei finti, che si crede un adone irresistibile, procacciatore di ogni tipo di ragazza, un Rocco Siffredi che però fà spesso cilecca (la fellatio incocludente con Jennifer o la sveltina conigliesca con Katy in riva al lago), incapace di sostenere un abbandono o peggio un rifiuto (classico dei maschi che si credono tombeur de femme), che manda in corto circuito il suo piccolo cervellino già andato a male in una apocalisse violenta che ti rimane addosso anche dopo la visione, appunto perchè sporca, realistica, senza catarsi , nuda e cruda, improvvisa, insensata, dettata dall'insicurezza e dall'abbandono, da una mente deviata e sociopatica.
Debbo dire che questo Marc Senter inquieta e rende bene il corto circuito psicotico di un miserello bulletto di paese, un cane sciolto che diverrà implacabile e grottesca macchina di morte e distruzione
Anche le ragazze che le gravitano attorno sono ben delineate caratterialmente, dieci spanne sopra le solite teen di questi film
Silvertson mi ha piacevolmente sorpreso, con un inizio da antologia, una abbondante metà in cui mi chiedevo "Ma dove vuole andare a parare con stì amorazzi e stò tamarro tossicomane che fà girare la testa a una gnoccona come Robin Sydney?", una messa in scena poveristica e senza tempo (sono gli anni 70? o 80?) e lo sbroccare, con virata furente, in uno dei finali più sconvolgenti degli ultimi anni.
Mi resterà per un bel pezzo appiccicato addosso...
E concordo con la definizione di film imperfetto, ma , comunque, devastante...