Alla lunga può risultare un po' fastidiosa la fotografia costantemente sovraesposta, ma l'artificio è certamente voluto dal regista per riportarci il disagio dei vari personaggi. Ruffalo non ha un personaggio che lo faccia brillare particolarmente, al contrario della Moore che infatti diventa ben presto la vera protagonista della storia. A patto della solita sospensione dell'incredulità di fronte a prodotti di questo genere la pellicola scorre bene, il futuro post-epidemico ricorda un po' le atmosfere di Io sono leggenda. Buono.
Considerato il peso specifico del libro, applicare la tara a ogni sottotesto e attenersi alla buccia, vale a dire al solo strato narrativo, è davvero il meglio auspicabile? Forse sì.Non foss'altro che il plot è trainato da un'eleganza formale troppo invadente che ne disinfetta larga parte del potenziale apocalittico.Non difettano intensi passaggi di indubbio interesse (il caos urbano, gli incidenti d'auto e aerei più reali del vero, la sequenza criptoromeriana al supermercato), per il resto è arduo ravvisare in quest'onesta ma inoffensiva prova albori e allori di chi ci ha regalato City of God
L'apocalisse cieca per così rendere in due parole il sunto del film. Un soggetto piuttosto originale che poteva essere sfruttato decisamente meglio. L'andamento della trama è caotica, alcune scene incomprensibili alla logica delle sequenze. La durata è eccessiva. Un finale che non lascia assolutamente nulla, neanche l'amaro che porta peraltro a desiderare una fine cruenta per tutti i videolesi protagonisti.
Da un regista talentuoso un muovo film eccelso post-apocalittico che immerge lo spettatore iu una realtà dove l'umanità è immersa in un bianco minaccioso di cecità dovuto ad un'epidemia che rende ciechi, in una nuova società di non vedenti dove l'incontrollabile è dietro l'angolo. Immagini sorprendenti ed una regia di alto livello per un lungometraggio affascinante dove la Moore, (unica a non aver perso la vista nel film) è bravissima come e più che mai dando una prova recitativa notevole. un regista di cui sentiremo sicuramente ancora parlare.
Impresa difficile portare sullo schermo il romanzo di Saramago, per il contenuto metaforico e nello stesso tempo il realismo della descrizione del progressivo abbruttimento della piccola comunità isolata. Meirelles ci prova con un risultato senz'altro dignitoso, ma depotenziato rispetti al testo. Anche le immagini più forti - quelli della seconda parte - rinviano ad un immaginario cinematografico già stratificato nella memoria dello spettatore, senza riuscire ad emergere per potenza o originalità. Da vedere, anche se inferiore alle aspettative.
MEMORABILE: Le donne lavano il corpo della loro compagna ammazzata di botte - scena illuminata da una luce caravaggesca
Alla stesura del suo nono romanzo, il lusitano Saramago forse non aveva ben presente che, quasi 20 anni prima di lui, un pinco pallino di nome George aveva già raffigurato nella maniera più eclatante gli spaventosi esiti regressivi causati dall'azzeramento delle strutture sociali e questa "svista" si ripercuote anche sul film. Nel convertire il libro in immagini, Meirelles tiene innaturalmente a freno i suoi impulsi materici e rifugge spettacoli di fanta-grandeur, rallentando però sconsolatamente nella prevedibilità di un dramma raffreddato e poco avvertito.
MEMORABILE: L'amara delusione intravista nel finale sul volto di Danny Glover.
Dal romanzo di Saramago (testo verosimilmente difficile da rendere sullo schermo) un film piuttosto efficace e di presa del talentuoso regista Meirelles. La metafora dei non vedenti è abbastanza ovvia ma lo svolgimento del film non è così scontato e il film dà il suo meglio nella ricostruzione ambientale e scenografica (buona l'idea di una collocazione geografica vaga e volutamente senza riferimenti) oltre che nella prova del valido cast.
In un luogo non precisato della terra si scatena un'epidemia di cecità che a mano a mano renderà le persone simili se non peggio delle bestie. Un film angosciante quello di Mereilles (soprattutto nella parte che mostra i non vedenti divisi per camerate) che però trova il suo maggior difetto in alcune incongruenze di fondo (la Moore unica vedente potrebbe impadronirsi dell'arma di Bernal ed evitare il peggio invece...) e in una parte finale inconcludente. Forse il soggetto era maggiormente adatto per una miniserie.
Il discontinuo e "furbetto" Meirelles, si cimenta col difficile e denso romanzo di
Saramago. Pretendere risultati affini alla pagina scritta era eccessivo (anche per la
particolarità della prosa del portoghese, ardua da rendersi in immagini), tuttavia il
risultato è comunque deludente, poichè non avvince particolarmente (ed è anche ben poco originale) e non colpisce nemmeno da un punto di vista visivo. Il regista poi è incerto sulla strada da intraprendere, restando così nel mezzo tra il "semplice" film di genere qualcosa di più "complesso".
Per fortuna il grande romanzo di Josè Saramago non è stato "saccheggiato" come altri. Meirelles si è dimostrato un bravo regista, distaccandosi di poco dalla storia scritta dal portoghese. Bellissime e coinvolgenti le immagini. Bravi gli attori, specie Ruffalo.
Un film che ha diviso gli spettatori ma sfido chiunque a dire che siano due ore perse. La vicenda non è esente da passaggi inverosimili ma rimane intrigante e la mano di Meirelles, a metà tra Shamalayan e Boyle, dirige con ottimo stile e una discreta personalità cross-genere. Da rimarcare le prove della Moore e di Ruffalo, nelle retrofile anche Glover e la Oh. Film perfettibile ma che rimane impresso, col merito di non ricorrere a scene troppo esplicite.
Sono rimasto sconcertato non tanto dall'assoluta pochezza e incongruenza del film ma dal fatto che sia stato diretto da Fernando Meirelles, di cui ho potuto apprezzare City of God ma sopratutto The constant gardener, onirico e toccante. Sembra una involuzione inspiegabile, qualcosa si deve essere rotto... Fin dall'inizio sembra un B Movie catastrofico e si trascina stancamente fino alla fine senza un sussulto; scontato, noioso e inverosimile.
“Siamo ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Fedele trasposizione, con tutte le riserve del caso, dello straordinario romanzo di Saramago. Il potere cieco, il buio della ragione secondo Meirelles che, da par suo, rimane umilmente fedele al suo stile scegliendo la strada del film di genere apocalittico, con buoni risultati. Nel complesso siamo molto lontani dalle implicazioni psicologiche, etiche, morali e sociali nonché dalla torbida e claustrofobica atmosfera della pagina scritta, ma abbastanza vicino all’emotività dei personaggi. Buono.
Un film dal sapore misterioso e apocalittico, che fa della focalizzazione sui personaggi non solo il proprio cavallo di battaglia ma anche il suo punto debole. Molti passaggi infatti sono frettolosi, inconcludenti, deludono le premesse. Sembra quasi una compressione eccessiva di ciò che accade nel libro. Tutto sommato però la tecnica di Meirelles è innegabile, così come le prove attoriali di grande spessore. Purtroppo lascia poco, neanche una riflessione finale.
Ottima trasposizione del romanzo di Saramago, nobel per la letteratura. Prima parte con ritmo molto ponderato che crea la giusta dose di aspettativa, mentre da un certo punto in poi la velocità narrativa si fa più concitata quasi trasmettendo fretta di concludere. Buona la scelta di riempire il film con numerosi riferimenti al bianco, che alla lunga stancano, ma forse l'intento era proprio quello. Recitazione eccelsa di tutti gli attori, scelti benissimo per i rispettivi personaggi. Anche le musiche sono tutte quante azzeccate.
In una realtà dove per motivi sconosciuti tutti stanno diventando ciechi, azzerando (o cambiando) così tutte le differenze sociali, gli avvantaggiati sono coloro che già erano ciechi, quindi abituati a muoversi nel buio; e l'unico personaggio che non perde la vista, ma che sembra approfittare poco di questa sua superiorità, è una donna buona. Scritto e filmato con l'evidente intenzione di dire qualcosa (oltre alla descrizione della nuova realtà senza uno dei nostri sensi) per scoprire quanto sia mutevole la nostra "umanità". Buono.
MEMORABILE: L'assurda richiesta dei beni personali in cambio di cibo: l'uomo perde la vista ma non il vizio.
Un apologo sulla società, un saggio di etologia camuffato da apocalisse visionaria, in cui tutti diventano ciechi e rinchiusi in spaventosi lager. Meirelles dà corpo al romanzo morale di Saramago, immergendolo in una fotografia abbacinante e focalizzando lo sguardo sui dettagli. Cattura l’attenzione, tra fantascienza e horror (zombi), incalza lo spettatore con situazioni disturbanti e pathos emotivo. Anche se il finale è prevedibile il film è un viaggio avventuroso nella paura dell’ignoto e soprattutto di ciò che è noto: le relazioni umane.
Il sottobosco fitto di metafore del testo originario vengono mantenute dosando bene autorialità e cinema manstream con buoni dialoghi e personaggi abbastanza riusciti, eccezion datta per Bernal, oltremodo bidimensionale e stereotipato. Seppur nobile, il tentativo di Meirelles di sostanziare la forma donandogli un significato più che generare soddisfazione crea fastidio per colpa di una fotografia esageratamente sovraesposta. Un film che indubbiamente fa riflettere sull'eccessiva deriva egoistica dell'individuo che per risollevarsi ha bisogno di riscoprire le radici comunitarie.
MEMORABILE: Il sacrificio delle donne; La scena al supermercato di chiara matrice romeriana; Il cieco nato cieco.
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HomevideoGestarsh99 • 16/05/11 00:40 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 24/05/2011 per Cecchi Gori:
DATI TECNICI
* Lingue Italiano
* Sottotitoli Italiano
* Schermo Anamorfico 1080p High Definition
* Audio Dolby Digital 5.1 True Hd
DiscussioneDidda23 • 20/08/11 13:19 Contatti col mondo - 5798 interventi
Caro Cotola,sbaglio o ti stai facendo un'abbuffata di titoli che sta trasmettendo sky??Se hai la possibilità dell'Hd di segnalo Inferno di Argento stasera in seconda serata su Sky cinema Classics..Può essere un'occasione per gustarsi ancora di più il capolavoro Argentiano...
Più o meno Didda. Qualche film l'ho ripescato
grazie ai consigli Davinottiani (specie quelli
di Buio). Altri li ho ripescati autonomamente.
Però sono avvantaggiato dal fatto di avere mysky così li registro e poi li vedo con calma Per esempio Blindness è uno di questi.
Grazie del consiglio per Inferno. Avevo proprio
voglia di rivederlo (è una vita che non lo faccio). Stavo proprio pensando di visionarlo
dal mio dvd in questi giorni, ma adesso l'opportunità dell'alta definizione non me la
faccio scappare.
DiscussioneDidda23 • 20/08/11 16:35 Contatti col mondo - 5798 interventi
Prego,si Mysky è davvero una figata.Fammi sapere cosa ne pensi della vsione in Hd di Inferno..
DiscussioneZender • 20/08/11 20:45 Capo scrivano - 47726 interventi
Ahah, prevedo nuova onda di giufrecce causa Sky...
DiscussioneDidda23 • 20/08/11 20:46 Contatti col mondo - 5798 interventi
Semmai il rischio era alle 17:05 con Indipendence day....
Capannelle ebbe a scrivere: ...a metà tra Shamalayan e Boyle...
Ottima sintesi, che condivido appieno!
C'è nel film una certa sospensione estatica e congelata che ricorda da vicino le pellicole di Shyamalan, come pure è innegabile quella desolata asciuttezza apocalittica che aveva caratterizzato l'ottimo 28 Giorni dopo.
Anche se nel complesso questa trasposizione di Meirelles non mi ha convinto per nulla...