101 Reykjavík - Film (2000)

Tratto dall'omonimo romanzo di Hallgrimur Helgason, è un film lento e con qualche incursione erotica che non annoia per il suo passo ironico e distratto di una sit-com, con trovate grottesche e simpatiche riflessioni fuori campo dell'imbranato protagonista. Le difficoltà di quest'ultimo nel gestire le relazioni umane e le sue reazioni al legame lesbico tra la madre e la fidanzata (una Victoria Abril sexy ma palesemente ritoccata dal chirurgo) sono i temi principali di un film un po' impersonale come la fredda città in cui è ambientato. **1/2

Commedia amara e curiosa. Il film ha il pregio di proporre un piccolo spaccato della poco conosciuta gioventù islandese. Seguiamo il protagonista all'interno della sua bizzarra sitiazione familiare, tra humor nordico, serate alcoliche e riflessive passeggiate sulla neve, immersi nel fantastisco ed alienante sfondo dell'estremo nord.

Helgason è un bravo autore capace di intuizioni e osservazioni molto divertenti, a volte fulminanti; ne dà prova anche in 101 Reykjavik, che segue le gesta di un ragazzone che non vuole crescere, moderatamente cinico e nichilista, alle prese con la quotidianità di un paese per noi tutto sommato oscuro. La vicenda purtroppo è un po' sfilacciata, quasi episodica, sicuramente molto più adatta a un libro; tutto sommato però il film ha una sua dignità, molti momenti divertenti e offre perfino qualche spunto per riflettere.

La particolare vita/non vita di un ragazzo e gli episodi quotidiani che la caratterizzano. Avvolto da un cinismo che funziona (ma spesso troppo “congelato”) e accompagnato da un sulfureo pensiero nichilista, il film a ogni modo risulta appena sufficiente per via di una ripetitività di fondo che non coglie in profondità gli aspetti routinari di un’esistenza “bradipo-centrica”. Si lascia comunque vedere per qualche (peraltro furbastra) parentesi lesbico/incestuosa e alcuni guizzi registici. Vedibile, ma anche perdibile. **/**!.

Hlynur è un trentenne depresso che abita presso la madre e si lascia vivere, fra alcool, web e donne di passaggio. La relazione con una spagnola caliente, amica (e qualcosa di più) della madre, potrà dare una scossa alla sua abulia? C'è sempre un surplus di curiosità nell'affrontare la visione di pellicole che provengono da cinematografie stitiche e/o poco circolanti come quella islandese, per cui vien da seguire le avventure sentimentali di questo bamboccione con forse più benevolenza del dovuto, però il film un'occhiata la merita, pur senza entusiasmare strappa più di un sorriso.

Film islandese a sfondo sociologico. L'ambientazione tipica dei luoghi, neve e freddo, fa da sfondo alla vita e alle seratine di un giovane alla deriva, che vive con la madre, senza lavoro e porno-dipendente da internet. Non c'è molto altro in questa situazione banale se si eccettua lo strano triangolo che nasce dalla relazione di lui con la compagna lesbica della madre. La sceneggiatura non è sicuramente il massimo della compattezza, il soggetto non è interessantissimo, di commedia non c'è molto. Se ne può fare a meno (e vedere Nói albinói).