Le vergini di Roma - Film (1961)

Rivisitazione degli eventi storici del 416 a.C. – i Romani in lotta contro gli Etruschi e i loro alleati – e dei loro leggendari protagonisti: O. Coclite, Publicola, Porsenna, Muzio Scevola, Clelia. Un romanzo d’amore e avventura senza gli eccessi del peplum classico e con una certa attenzione ai personaggi – il Porsenna di Chevrier è magnanimo e rispettoso delle donne – e qualche spunto ironico nel Druso di Jordan quando descrive se stesso e autocelebra il suo matrimonio. Tra le virgines compare l'ex amante del vampiro Maria Luisa Rolando.

Cottafavi abbandonò il set per dissidi con il produttore e il film pare sia stato finito da Bragaglia. Il risultato è comunque un piacevole peplum, reso leggero dal velo di ironia che attraversa la vicenda. In primo piano, più che le modeste scene d'azione sullo sfondo dei consueti esterni jugoslavi, ci sono la curata caratterizzazione dei personaggi e soprattutto i duetti amorosi fra l'affascinante barbaro Drusco e l'indomita guerriera romana Clelia, nemici ma solo per i primi minuti. Fra gli attori, un quasi irriconoscibile Michel Piccoli.

Louis Jourdan è di aspetto un po' troppo raffinato per fare il gallo barbaro; forse per questo è quasi sempre con il volto non proprio pulito. A parte questa mia osservazione il film è molto godibile e anche Drusco/Jourdan finisce per stare bene in parte e ben accoppiato con la Clelia di Sylvia Syms che capitana le famose vergini. Tanti personaggi studiati sui primi libri di scuola, da Orazio Coclite a Muzio Scevola (un giovane Corrado Pani) che stoicamente mette il braccio tra i tizzoni ardenti. Sceneggiatura molto pulita, quasi didascalica.