Profezia - Film (1979)

Profezia
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Prophecy
Anno: 1979
Genere: animali assassini (colore)
Note: Il film è tratto dal romanzo di David Seltzer, Prophecy (1979).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dietro un titolo fuorviante piuttosto inspiegabile (ma è lo stesso in originale) si nasconde in realtà uno dei tanti film che negli Anni Settanta spaventano mettendo in scena storie di mutazioni genetiche collegate alla nascita di esseri mostruosi che immancabilmente danno la caccia ai protagonisti. Tra i quali ovviamente non può mancare il biologo (Robert Foxworth), accompagnato dalla moglie (Talia Shire, più nota come l’Adriana di ROCKY), il quale piano piano scoprirà che all'origine del gigantismo che affligge la flora e la fauna del luogo ci sono i rifiuti tossici (metilmercurio, per la precisione) rilasciati da una grande cartiera nelle vicinanze,...Leggi tutto già combattuta per altri motivi da una comunità originaria di indiani (capeggiata dal cupo Armand Assante). Sfruttando i bei paesaggi boschivi del Maine, John Frankenheimer racconta la sua storia (scritta da David Seltzer) mescolando un chiaro messaggio ecologico con effetti speciali dozzinali e sovente ridicoli (il grande avversario sarà un risibile orso spelato), ma riesce in qualche modo a confezionare un prodotto dignitoso, nel quale una discreta direzione degli attori salva se non altro la credibilità. Siamo dalle parti del celebre IL CIBO DEGLI DEI, con un finale in crescendo risaputo e una suspense provocata a fatica. Qualche rozzo spargimento di sangue e una certa dose di violenza indirizzano il prodotto verso una direzione precisa, intrapresa in quegli anni da molti altri. Le musiche roboanti di Leonard Rosenman, i costumi, i dialoghi e la fotografia connotano PROPHECY all'interno di un momento storico (i Settanta) segnato da film ben superiori.

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Caesars 25/06/07 09:09 - 3794 commenti

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Buon "eco-horror" diretto da un onesto regista qual'era John Frankenheimer. La storia non si discosta molto da quelle di prodotti similari (un animale incomincia a fare stragi di innocenti turisti) ma si mischia con una tematica molto sentita negli anni '70 (ma anche oggi è tutto fuorché sorpassata) come quella dell'ecologia: infatti si scoprirà che a generare il "mostro" sono gli scarichi industriali che vengono riversati nelle acque di una riserva indiana. Pur senza eccellere è un buon prodotto che genera una discreta tensione. Buono.

Greymouser 30/04/10 00:00 - 1458 commenti

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Difficile da valutare, perché da un lato è oggettivamente un brutto film, dall'altro è opera di un regista di spessore come Frankenheimer, che qui decide di esplorare territori per i quali non ha la bussola adatta. E tuttavia, nonostante la sceneggiatura un po' così, gli effetti speciali veramente terribili e la recitazione non memorabile degli attori, "Profezia" conserva in parte un certo inspiegabile fascino "naif" che lo salva da un totale e definitivo oblio.

Hackett 13/08/12 14:52 - 1867 commenti

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Interessante horror a sfondo ambientalista girato da un vecchio leone dell'artigianato cinematografico. Grazie alle buone prove attoriali e a una splendida cornice naturalistica, la pellicola avvince e convince. Un piccolo film che non merita l'oblio nel quale é caduto ma anzi, dovrebbe essere recuperato anche a livello televisivo. Non particolarmente efficaci gli effetti speciali (il mostro fa un po' Gardaland...), ma questo glielo si puó perdonare.

Rambo90 3/02/15 01:20 - 7700 commenti

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Classico fantahorror a sfondo ecologico, nobilitato dalla regia di Frankenheimer che sa come far crescere la tensione, con una partenza lenta e misteriosa che sfocia in un lungo e cruento inseguimento finale, con il mostro di turno che decima i protagonisti. Divertente, con discreti effetti e un'idea di partenza niente male. La Shire non è molto in parte; meglio Assante e Foxworth.

Ciavazzaro 19/06/15 00:04 - 4770 commenti

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Piccolo culto. Rivisto dopo anni ha confermato l'ottimo ricordo che avevo; un film inquietante, ben recitato, con notevoli esplosioni di violenza. Cast ineccepibile a partire dalla coppia Foxworth-Shire, nota d'onore per il viscido Dysart direttore della cartiera locale, responsabile del disastro. Le scene con gli orsetti-mostri sono indimenticabili, bella l'atmosfera. Da segnalare il triplo omicidio (molto politicamente scorretto) dell'allegra famiglia, con bambino in sacco a pelo (che anticipa Venerdì 13 parte VII).
MEMORABILE: La furia distruttrice del mostro, roba che neanche Godzilla nei tempi d'oro poteva permettersi!

Jena 4/10/15 15:53 - 1557 commenti

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Non molto conosciuto, risulta in realtà un ottimo eco vendetta, per molti versi in anticipo sui tempi. La prima parte si sofferma più sul tema naturalistico/difesa dei nativi con il medico progressista, ottimamente interpretato da Foxworth e magnifiche riprese delle foreste, poi l'improvvisa virata nell'horror vero e proprio con una specie di ferocissimo orso modificato geneticamente che fa strage di buoni e cattivi. Regia in palla del buon Frankenheimer, effetti speciali artigianali che io amo, cura dei temi sociali "settantiana".

Rufus68 27/11/16 13:53 - 3843 commenti

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Rozzo e schematico, il film riesce tuttavia a trasmettere un primario senso di angoscia mostrando i pervertimenti dell'uomo e del profitto ai danni dell'ordine naturale delle cose (adeguato, in tal senso, lo score di Rosenman, pur tonitruante). L'andamento è sin troppo avventuroso (la seconda parte è una banale variazione di Godzilla) e lo scontro fra modernità e civiltà indiana rudemente sbozzato; difficile, però, dimenticare il rantolo del piccolo mostriciattolo (copiato da Eraserhead?). Bravo Assante.

Minitina80 3/01/20 19:55 - 2984 commenti

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Il film di Frankenheimer affronta un argomento delicato e prioritario che purtroppo resterà attuale per chissà quanto tempo. Lo fa in maniera non sempre impeccabile, complice una scrittura incapace di andare in profondità. Dispiace che la deriva verso il “monster movie” sia a un certo punto pressoché totale, facendo smarrire il confine tra vittime e carnefici. Non è tutto da buttare, ma resta imbrigliato in stereotipi di cui opere del genere, soprattutto dell’epoca, soffrivano pesantemente. La creatura ricorda nelle movenze Godzilla!

Herrkinski 20/01/20 17:24 - 8117 commenti

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Eco-vengeance estremamente settantiano che a fronte di un soggetto fondamentalmente identico ad altri epigoni offre perlomeno una regia solida, un cast di professionisti e SPFX per l'epoca tutto sommato ben fatti e sufficientemente ripugnanti; la bellezza delle location del Maine (ben fotografate) è contrapposta agli orrori mutageni generati dall'inquinamento indiscriminato dell'uomo, con sequenze (in particolare quella del mostriciattolo) che generano un certo disagio e che usano l'exploitation come mezzo per diffondere un messaggio d'allarme.
MEMORABILE: Il mostriciattolo che si lamenta; Il bestione finale.

Pesten 23/03/20 10:45 - 791 commenti

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Lento, rarefatto e con pochi elementi in evidenza, ma forse anche per questo un piccolo culto che resiste al passare del tempo, grazie a una regia che sfrutta sapientemente le location maestose e l'arte dell'inquietare senza mostrare nulla. Di base poi la storia, oltre agli evidenti risvolti eco-politici, si caratterizza di una profonda tristezza di fondo, individuata nel mostro che cerca semplicemente di salvare i propri cuccioli. Gli effetti sono casalinghi, ma nel buio delle riprese si fanno apprezzare, anche se forse manca un po' di sangue.

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Daniela 21/06/20 01:53 - 12668 commenti

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Nelle foreste del Maine, gli indigeni cercano di boicottare il disboscamento massiccio legato all'attività di una grossa cartiera. Uno scienziato inviato sul posto per una valutazione ambientale scoprirà che quello del taglio degli alberi non è il più grave problema... Uno dei tanti fanta-horror filo-ecologisti del periodo, penalizzato da una partenza lenta e dai troppi stereotipi nella prima pare e da effetti speciali mediocri nella seconda, in cui il mestiere del regista riesce tuttavia a creare una discreta tensione, salvando la dignità di un prodotto altrimenti molto modesto.  

Renato 9/09/20 11:35 - 1648 commenti

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Malriuscito horror ecologista diretto da un regista di indubbio mestiere. La prima parte del film regge abbastanza bene: inizio secco e violento, discreta caratterizzazione dei personaggi principali e una buona atmosfera generale. Purtroppo poi il ritmo scende e le convenzioni del genere prendono il sopravvento: con l'apparizione dei mostroni nella foresta il film scivola tristemente nella baracconata per adolescenti.

Fedeerra 3/01/21 04:04 - 770 commenti

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Già dai bellissimi titoli di testa, che precedono i violini di Leonard Rosenman, veniamo immersi in un’atmosfera prettamente horror, con una prima sequenza di morte che ha chiaramente ispirato diverse pellicole a venire (tra cui Wrong turn). Il film di John Frankenheimer è un vero gioiellino di genere, capace di generare suspense anche solo attraverso gli splendidi scenari boschivi del Maine. Buono il comparto gore, con effetti speciali tipicamente settantiani, e ottima l’interpretazione di Talia Shire. Kinghiano.

Anthonyvm 28/04/21 15:48 - 5700 commenti

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Onesto esempio di eco-vengeance settantiana che riesce a far collimare in maniera omogenea vari spunti ambientalisti (violazione delle terre dei pellerossa, inquinamento selvaggio, animali mutanti). Si parte lentamente, a mo' di film-inchiesta, fra resoconti di deformazioni faunistiche e indagini in merito; il terzo atto, più movimentato, prende una piega da monster-movie survivalista sfoggiando qualche onesto effetto speciale (con piccole concessioni al trash). Imperfetto nell'insieme, ma se l'alternativa a orsi killer e leggende indiane è Claws del '77, qui si parla di capolavoro.
MEMORABILE: La collezione di cadaveri commentata da Schumann; Il maxi-girino; La famigliola massacrata (con bimbo nel sacco a pelo); Gli orsacchiotti mostruosi.

Teddy 17/12/22 03:12 - 830 commenti

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Il declino dell’uomo civilizzato e il trionfo della natura antropomorfa. Film significativo, ambizioso e a tratti disordinato, modellato su una raffigurazione d’ambiente tanto caricaturale quanto naturalistica. Frankenheimer manipola la maestosità delle immagini, decora la tessitura delle psicologie e, tra un orrore e l’altro, inanella situazioni moralmente ambigue e irrimediabilmente fatali. Sottovalutato.
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