Nessuno lo sa - Film (2004)

Nessuno lo sa
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Titolo originale: Dare mo shiranai
Anno: 2004
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Nessuno sa". Per questa interpretazione il piccolo Yuuya Yagira ha vinto il premio come miglior attore al Festival di Cannes 2004. Aka "Daremo shiranai - Nobody knows".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/07/09 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 27/07/09 10:44 - 2337 commenti

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Tokyo 1988: in un appartamento quattro fratellini vengono prima nascosti e poi abbandonati da una madre irresponsabile… Ispirandosi a un fatto di cronaca, Koreeda riproduce la scansione temporale di un quotidiano inerte, congelato nell'attesa di un ritorno impossibile; definisce un microcosmo con estrema delicatezza, generando profonda apprensione per le sorti di questi quattro bambini. Anche nel risvolto tragico, straziante che il film riserva, la narrazione resta tersa, lontana dal pietismo, rispettosa di un dolore che non ha età. Eccezionale il piccolo Yuuya Yagira.
MEMORABILE: La macchia di smalto per unghie sul pavimento; la valigia rosa; gli aerei...

Pigro 15/02/10 10:12 - 9666 commenti

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La madre, che aveva nascosto i suoi 4 figli dalla nascita, li abbandona e loro crescono da soli. La delicatezza del racconto e la discrezione dell'immagine ci introducono in una storia (ispirata a un fatto vero) di tristezza e al contempo di orgoglio. Non c'è facile emozione effettistica, ma una commozione più profonda e umana; non c'è denuncia dell'indifferenza sociale, ma partecipazione a una sofferenza che diventa slancio vitale. Film da vedere, con uno straordinario attore ragazzino, che tiene col fiato sospeso per oltre 2 ore.

Greymouser 11/04/11 23:27 - 1458 commenti

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Se un film è grande quando ti rimane dentro, e fa perfino male come un'ustione, allora Koreeda ha colpito nel segno. Ci fa centellinare l'amaro calice dipanando lentamente la vicenda con puntigliosa cura dei dettagli. E ci fa così affezionare ai 4 ragazzini abbandonati da una madre ipocrita e indifferente, che non riusciamo ad accettarne la sorte, a dirci che "è solo un film". Ci muove allo sdegno e alla commozione con mano leggera, senza strepiti. La tragedia si compie sommessa, furtiva, senza lacrime. Tranne le nostre, impotenti.

Mickes2 3/06/11 12:53 - 1670 commenti

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Dura e sensibile, una storia emozionante che trasuda tristezza e sgomento. E’ un film cha parla di assenza, orgoglio e sopravvivenza, con una narrazione asciutta e nitida, lontana anni luce dal chieder pietà e dal patetismo; non ci sono lacrime facili. Il regista osserva, non commenta, non prende posizioni, lascia a noi il giudizio e ci offre uno sguardo intriso di splendide immagini poetiche. Con un rigore formale impeccabile contrappone la purezza dei giochi e dell’innocenza dei bambini all’egoismo più bieco di una madre. Prezioso e struggente.
MEMORABILE: L’interpretazione del piccolo Yûya Yagira.

Lupoprezzo 9/08/11 17:00 - 635 commenti

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Tratta da una storia vera, una toccante vicenda di degrado e di abbandono. Hirokazu Kore-eda, con la sua innata delicatezza, entra in punta di piedi nelle pieghe della carne, portando allo scoperto i nervi di quello che è un dramma esistenziale che affonda brutalmente nel quotidiano. Mostrandoci da un lato l'egoismo di una madre indifendibile che fugge il peso della responsabilità; dall'altro la dura realtà per chi non ha colpa (i figli abbandonati al loro tragico destino). Toglie il respiro e costringe lo spettatore ad amare riflessioni. Splendido.

Rullo 31/10/11 23:32 - 388 commenti

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Film di difficile fruizione, anche a causa del ritmo molto pacato e lento. Pregio o difetto, bisogna innanzitutto empatizzare coi personaggi perché altrimenti l'insieme diventerà del peso di un mattone. La storia è quella di quattro giovani bambini abbandonati dalla madre, costretti a crescere senza troppe ambizioni e possibilità. Magnifica la prestazione del protagonista, che nulla ha da invidiare a colleghi ben più conosciuti.

Cotola 21/11/13 00:28 - 9043 commenti

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Splendido film che dimostra come sia possibile emozionare profondamente e colpire al cuore lo spettatore, senza mai scadere nel patetico e nella lacrima facile. Colpiscono infatti il rigore e la sobrietà con cui ci viene narrata una storia dolente di infanzia negata, in cui gli adulti sono irresponsabili e distratti ed i bambini sono già grandi. La pellicola si dipana lentamente tra immagini poetiche, di grande delicatezza e bellezza. Impossibile non empatizzare con i quattro fratellini e non "commuoversi" nel finale. Applausi a scena aperta per Yuuya Yagira. Il miglior Koreeda.
MEMORABILE: I quattro fratelli che escono insieme per la prima volta. Il finale con la valigia nel fosso e gli aerei.

Daniela 16/04/14 18:41 - 12660 commenti

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"Non ho forse il diritto di divertirmi?" reclama la madre al figlio maggiore che, appena dodicenne, si trova a dover badare da solo ai tre fratellini... Padri lontani o dubbiosi di esserlo, una madre la cui apparente tenerezza cela una spaventoso egoismo, vicini di casa distratti, istituzioni assenti, ed ecco che un piccolo appartamento si trasforma in una zattera alla deriva in un mare di indifferenza. Il regista non calca la mano ma si prende i suoi tempi per dare modo di affezionarci a questi piccoli naufraghi, poi mette ko colpendo in pieno petto. Visione che fa star male, film bellissimo.

Kinodrop 8/06/14 13:34 - 2948 commenti

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Il cuore del racconto è la psicologia infantile di fronte alle avversità e all'indifferenza degli adulti, che non perde mai la propria felicità, la propria ingenuità, la speranza e l'ottimismo nelle piccole cose. Merito del film è di non avere lesinato sui tempi di narrazione, necessari a illustrare la quotidianità sempre più precaria e dolente dei quattro fratellini abbandonati e a parteciparvi con emozione. Struggente e poetico, nonostante il finale, apre a un possibile miglioramento. Musica perfetta per idee e per la scelta dello strumentale.
MEMORABILE: La dignità e la responsabilità di Akira; Le uscite dalla segregazione forzata; La presenza dell'amichetta di Akira, forse un nuovo corso nella vicenda.

Capannelle 18/01/17 00:18 - 4411 commenti

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Grande piccolo film con protagonisti quattro minori malinconicamente abbandonati a se stessi, il che poteva dare origine a sequenze melodrammatiche o di scontato lieto fine. Il merito di Koreeda è di non ricorrervi affatto e di illustrare impassibile la quotidianità dei protagonisti, quasi invisibili alla gente della metropoli. Sicuramente lunghetto e a tratti angosciante per l'attesa tradita, ma la genuinità di attori e musiche offre comunque un barlume di speranza.

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Paulaster 25/01/19 12:01 - 4417 commenti

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Madre frivola ed egoista abbandonerà quattro fratellastri. Punto di vista infantile per esprimere la forza e la fratellanza nonostante l’indifferenza dei più. Evitate le scene quotidiane più dure in un resoconto al limite del poetico, anche se lo sfacelo economico porterà a inevitabili conseguenze. Koreeda osserva la situazione descrivendo il ragazzino come capofamiglia ma col diritto di essere ancora bambino.
MEMORABILE: La madre che dice che ha diritto a essere felice; L’aereo che scompare nelle nuvole; Fuori dall’aeroporto con la valigia; La canzoncina del baseball.
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  • Discussione Didda23 • 13/04/11 15:55
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Sono contento che il film ti sia piaciuto,caro Grey!Ho visto pure che hai apprezzato Oasis..Questo ultimo lo devo noleggiare,peccato che lo si trova solo in Vhs..
  • Discussione Greymouser • 13/04/11 16:09
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Sono contento che il film ti sia piaciuto,caro Grey!Ho visto pure che hai apprezzato Oasis..Questo ultimo lo devo noleggiare,peccato che lo si trova solo in Vhs..

    CErto, sono film stilistaicamente diversi ma tutti e due di grande spessore. "Oasis" è più lieve in un certo senso, lascia aperti spiragli di speranza e cauto ottimismo, nonostante la drammaticità della vicenda. "Nessuno sa" è cupo, raggelante, pur senza nessuna enfasi e nessuna forzatura melodrammatica. Splendidi esempi di cinema, in ogni caso.
  • Discussione Didda23 • 14/04/11 01:34
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Greymouser ebbe a dire:


    Splendidi esempi di cinema, in ogni caso.


    Sono completamente d'accordo.Il cinema italiano ma anche quello europeo in generale hanno molto da imparare dalla cinematografia orientale.Oasis sarà una delle mie prossime visioni.Terrò d'occhio i tuoi commenti,considerando la tua passione verso titoli di un certo spessore (orientali in particolare).