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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/07/09 DAL BENEMERITO UOMOMITE
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- Quello che si dice un buon film:
Uomomite, Daidae - Mediocre, ma con un suo perché:
Homesick - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Renato, Tomastich
Secondo, felicissimo, incontro/scontro tra Massi e Merola. Come già in Guapparia, Massi opera una piccola rivoluzione nei canoni del genere. Il personaggio di Merola è quello di un uomo fragile e il film è più vicino a certo neorealismo che ai classici di Brescia. Peccato per il finale convenzionale ma era un atto dovuto.
Rispetto al pessimo Guapparia ci vengono risparmiati assurdi duelli di guappi femmina e Merola canta molto meno. Detto questo: si tratta di una valida opera di Massi che rimaneggia il genere, ottima interpretazione di Merola e della Belli, un po sottotono Rassimov. Bene anche la bambina. Bel film.
Dopo un inizio estramamente lento, il film procede con una storia abbastanza tradizionale (la malafemmena che si redime grazie all'affetto meroliano) anche se purtroppo il livello tecnico è decisamente approssimativo. Anche il montaggio soffre di qualche squilibrio francamente inspiegabile, e la Belli -disgraziatamente- si doppia da sè. Franco Anniballi, qui segretario di produzione, appare in un breve cameo: poca roba insomma, anche se vedere Merola è sempre un piacere.
Un'occasione sfruttala male. Massi si lascia sfuggire di mano un soggetto molto semplice - tant'è che il titolo potrebbe rimandare al film con Amedeo Nazzari, anche se la storia non coincide. Un film triste, pacato, dove Merola riesce bene nel ruolo dell'uomo abbandonato. Piuttosto brutto...
L'intensità di Merola nel canto e nella recitazione tappa le falle provocate dalla storia blanda e dai personaggi, appena scarabocchiati, della Belli e di Rassimov, e da quello, stucchevole e inutile, della Paris. Bisogna tuttavia sottolineare anche l'impegno della piccola Vincenza Serrapiglia, molto sincera nell'alternare malinconia e contentezza. Nel melodramma partenopeo è d'abitudine aprire parentesi umoristiche: in questa occasione se ne occupa principalmente Ernesto Mahieux.
MEMORABILE: La pancia del cognato; l'affetto di Merola per la moglie e per la bambina; la bambina che si cimenta ai fornelli.
Stelvio Massi HA DIRETTO ANCHE...
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- Qui Merola, in una parte tutto sommato diversa dal solito, quella dell'amoroso, casto e paterno, dà il meglio di sè con le storpiature di un presunto "italiano". Basti pensare all'aria di campagna che fa bene ai "pormoni" e al fatto che a lui le "uove" non piacciono....
