Due anni dopo LA FEBBRE DEL SABATO SERA il regista John Badham ci offre una personale rilettura del romanzo di Bram Stoker, con un conte Dracula (Frank Langella) che sembra quasi voler riprendere la carica erotica di John Travolta (gli stessi capelli, cotonatissimi, ma su un viso che sembra quello del nostro Pupo). Proprio lo stesso anno in cui Werner Herzog e Klaus Kinski meravigliano il mondo con un remake di NOSFERATU dalla straordinaria forza visiva, Badham guarda invece al vetusto DRACULA...Leggi tutto di Tod Browning, con una fotografia (di Gilbert Taylor) che appare quasi timorosa nel doversi staccare dal bianco e nero e produce colori pallidissimi, a volte stinti fino all'assenza. Un esperimento interessante, che dà una patina strana al film, a metà tra l'antico e il moderno, mentre Langella scivola sui muri, compare tra le nebbie, si pipistrellizza come da copione sfiorando però - con quella capigliatura da Silvan e l'aria un po’ da fesso - il ridicolo. La sceneggiatura, che si prende parecchie libertà rispetto al testo originale, non riesce purtroppo a coinvolgere nemmeno un po' e il film procede stanco senza mai riprendersi, colpendo qua e là per la ricercatezza di alcune scenografie ma stimolando il sonno a ogni primo piano. L'esasperazione del romanticismo stokeriano trasforma Dracula in un tombeur de femmes, che non disdegna persino di apparire talvolta con la camicia aperta e il pelo in evidenza come un qualsiasi macho riminese (è solo il mantello a salvarlo). E’ vero, c'era bisogno di svecchiare un Dracula fermo ai tempi di Christopher Lee, ma in questo caso meglio dirigersi su Herzog, ben più coraggioso.
Versione romantica e seduttrice per questo Dracula firmato dal regista di La Febbre Del Sabato Sera. A parte qualche scena di comicità involontaria, la pellicola funziona. Per merito sopratutto di un Frank Langella davvero calatosi alla grande nel personaggio del vampiro seduttore. Ma non gli sono da meno i sempre grandi Sir Laurence Olivier nel ruolo di Van Helsing e Donald Pleasence in quelli del Dr. Seward. Bella colonna sonora
di John Williams.
MEMORABILE: Il confronto tra Dracula e Van Helsing; Quello tra Van Helsing e la figlia; Il drammatico scontro finale.
Versione abbastanza inutile e senza particolari guizzi delle vicende del famoso succhiasangue non spirato. Più che da Dracula, Langella ha la faccia da schiaffi ed è molto più credibile da lupo (peccato che sia un lupo vero), che da conte emo-voglioso. Anche il resto della baracca attorica non è certo di livello e gli effetti (pietoso pipistrello finto in volo) non aiutano di certo. Buona la colonna sonora, associata però a un prodotto decisamente mediocre, che solo in un paio di occasioni (la neovampira) fa respirare la vera aria mortifera.
MEMORABILE: Il conte cura, ipnotizzandola alla Giucas Casella, la ragazza che si è appena sentita male; Il cavallo cercavampiri (li scova come i tartufi).
Versione tratta dall'omonimo romanzo che pone una certa attenzione all'aspetto più sensuale, più erotico del conte Dracula e di come riesca a essere magnetico con le sue vittime. Il film è ben girato e solo alcuni passaggi e dialoghi sono, per così dire, datati. ottima la fotografia in alcune scene come, ad esempio, quella del rapporto carnale di Lucy con Dracula. Finale beffardo e emblematico che si chiude su un sorriso della malcapitata a significare che non è ancora finita.
La figura del vampiro come seduttore (il morso in sé - si "inseriscono" pur sempre i canini "nel corpo" della donna - e il suggere sangue, è sempre stata una metafora del bacio, o del coito senza mezzi termini) è stata inaugurata da "Il Vampiro" (1819) di John W. Polidori. E come hanno così chiaramente rimarcato Fiedler, Praz ed Eco, il moderno antieroe fascinoso alla James Bond presenta incredibili analogie con i "cattivi" del vecchio romanzo gotico. E allora perché snobbare (oggi lo fanno in molti) questa eccellente versione di Dracula?
Parte in sordina, con un Langella che all'inizio più che Dracula sembra Giucas Casella, ma poi emerge il giusto contesto lugubre, ben ricostruito, ed il giusto livello di tensione per un horror che si rispetti, anche se da questo punto di vista si poteva dare di più. Si privilegia invece un’accuratissima scenografia, cosa che lo rende una valida alternativa alla sontuosa versione di F. F. Coppola. La colonna sonora è presente ed adatta. Musiche d'autore di John Williams, con un bel gioco di contrasti tra le sezioni degli archi. ***
Alla figura del celeberrimo vampiro della Transilvania John Badham cerca di dare sembianze romantiche e difficilmente questo Dracula può definirsi un film horror. Al risultato concorrono la fastosa ricostruzione ambietale che presenta momenti di autentica suggestione e l'interpretazione del protagonista, Langella, che dà al personaggio un certo alone di fascino. Il film non è un capolavoro ma si rivela piuttosto godibile.
Rivisitazione di un'icona del cinema horror, fatta in maniera cervellotica e, in parte, nostalgica (il look del vampiro senza canini) della quale, in tutta sincerità, non si sentiva certo bisogno. Lentissimo e fortemente spocchioso, in grado di generare tantissima noia (e per niente atmosfera) e di sprecare attori di razza. Volendo essere magnanimi va riconosciuto al film un particolare accorgimento scenografico, garantito da un budget evidentemente sostanzioso: ma questo, alla fin fine, potrebbe essere anche ulteriore motivo di difetto, in considerazione del modico risultato finale.
Affascinante e sensualissima versione cinematografica del capolavoro di Stoker che può contare su una discreta regia (quando John Badam era ancora un professionista di discreto valore), una messa in scena elegante e su un cast di grande valore. Non mancano le cose stonate: ad esempio il cavallo che cerca vampiri. In ogni caso un film godibile.
La versione che amo di più in assoluto, ex aequo con il Nosferatu herzoghiano. Per nulla ruffiano (come lo sarà il Dracula di Coppola), accarezzato dalla magnifica fotografia di Gilbert Taylor e dalla musica di John Williams. Badham si conferma regista sensibile e visionario (il ragno sulla ragnatela dall'alto dell'inquadratura), con picchi horror notevoli (le vampire piuttosto feroci e con ottimi make up). Di culto le scene d'amore con luce rossa sparata al massimo. Langella non incute molto timore, ma il film è una gioia per gli occhi.
MEMORABILE: Il finale sull'albero della nave, una diversa rappresentazione sulla fine del conte Dracula.
Trasposizione del romanzo di Stoker ben fatta ed originale, molto britannica (tra gli interpreti ci sono Laurence Olivier e Donald Pleasance); mancano i paesaggi montani dei Carpazi e la Transilvania, tutto è ambientato in un paesaggio costiero inglese, grigio e con scenografie teatrali. Langella è un Dracula dal fascino latino e il film sfrutta questo aspetto del nobile rumeno, con i suoi ricordi di un paese lontano e selvaggio che affascina le donne. Ottime scene ed effetti speciali.
MEMORABILE: Li sente? sono i figli della notte, che lugubre melodia è la loro.
Dietro l'erudizione filologica che conferisce a Dracula le fattezze luciferine e passionali di Lord Byron (così ne "Il Vampiro" del succube Polidori) Badham rigenera, per almeno 50 minuti, il sentimento della paura che animava il libro di Stoker e il suo primo adattamento, smarrito negli infiniti epigoni. Nel proseguo il film si fa più meccanico e derivativo, ma lo splendore figurativo - nella fotografia cinerea e desaturata di Taylor - rimane intatto fino all'inedita chiusura. L'avanzata famelica del Nosferatu lungo le pareti e le metamorfosi animali, mozzano il fiato. Saccheggiato da Coppola.
Stravolto il celebre romanzo di Bram Stoker, ne è uscito un film mediocre anche se a tratti interessante. Certo non per la bravura di Frank Langella, che a mio parere è il peggiore di quelli che ha interpretato il vampiro della Transilvania. Buona la colonna sonora di Williams.
La figura di Dracula declinata come un tombeur de femmes latino pare una derivazione dal precedente La febbre del sabato sera: Langella alla stregua d'un Travolta dei Carpazi può persino funzionare a sé, ma getta in rovina l'intera costruzione gotica che si basa sul sesso quale grimaldello contro la società vittoriana. Il cast regge bene l'urto. L'andamento risulta, però, troppo lineare e pedestre nonostante la bella cura dell'immagine. A distanza di decenni appare datato e con poco da dire.
Seppur non molto fedele al romanzo, si tratta di una buona versione, che ha il merito di dipingere il Conte come un credibile anti-eroe romantico (Coppola non sarà così convincente), sebbene Langella non sia il Dracula più carismatico in circolazione. Ottime atmosfere (i colori sono tanto smorti da richiamare il bianco e nero, a eccezione dei momenti più passionali), scenografie spettacolari (il polveroso castello del Conte) un cast notevole e musiche azzeccate adornano l'opera. Un paio di inquadrature rasentano persino il sublime. Non irrinunciabile, ma almeno una visione la merita.
MEMORABILE: La bellissima ragnatela col ragno in primo piano; Il momento dell'unione fra il Conte e Lucy, in silhouette di fronte a un turbinio di luci calde.
Interessante rilettura di Stoker che resta sul gotico classico, pur con alcune libertà artistiche a livello di sceneggiatura e storia. A colpire subito è la cura di location e scenografie, spesso altamente suggestive, fotografate con un gusto retrò che dona un'atmosfera d'altri tempi al film; bene anche il cast, nonostante la scelta anomala di Langella che comunque è un Dracula fascinoso ma anche feroce quando necessario. Alcune trovate riuscite, come il finale in barca, esulano dal modello letterario ma ben si integrano nel contesto; perde il confronto con Herzog, ma supera Coppola.
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In USA è uscito il bluray della Shout, che riporta due versioni del film: quella con colori desaturati e quella con i colori originali della versione cinematografica. Purtroppo il prodotto è region A, quindi non leggibile dai lettori europei.
Magari uscisse un prodotto così anche da noi (per me i colori devono essere quelli originali, non ritoccati a posteriori.)
Un confrronto tra le due versioni si può trovare qua:
http://www.dvdbeaver.com/film7/blu-ray_reviews_92/dracula_1979_blu-ray.htm
In Italia è uscito solo il dvd, edito da Dall'Angelo e oramai fuori commercio, contenente la versione con colori "desaturati". All'estero la situazione è ben diversa: ad esempio in Francia (per la ESC) è uscita una bella edizione contenente 2 bluray (uno per la versione coi colori originali cinematografici ed uno con i colori "alterati") più il dvd con i colori originali. Purtroppo l'audio è solo francese o inglese, e i sottotitoli (escludibili) solo in francese.
C'è da notare che a fronte di una differenza notevole nel minutaggiodella scena sottostante, la durata complessiva dei due dischi è pressoché identica (1h 44' 36" italiano, 1h 44' 37" francese). Non ho avuto ancora modo di effettuare confronti più dettagliati, forse ci potrebbero essere differenze su titoli di testa e di coda (ma entrambi iniziano col logo Universal).
il nuovo dvd Sinister presenta il film in due versioni su due dischi:
- disco 1: la versione cinematografica (ovvero a colori!) e tra gli extra trailer, spot radiofonico e galleria fotografica;
-disco 2: la director's cut (caratterizzata da un fotografia molto molto slavata), come extra abbiamo un'intervista al regista John Badham, durata 30:53, e un documentario dal titolo la "rinascita di Dracula" in cui sono intervistati Frank Langella, il produttore Mirish ed altri, durata 38 minuti. Qualità video ottima.
il nuovo dvd Sinister presenta il film in due versioni su due dischi:
- disco 1: la versione cinematografica (ovvero a colori!) e tra gli extra trailer, spot radiofonico e galleria fotografica;
-disco 2: la director's cut (caratterizzata da un fotografia molto molto slavata), come extra abbiamo un'intervista al regista John Badham, durata 30:53, e un documentario dal titolo la "rinascita di Dracula" in cui sono intervistati Frank Langella, il produttore Mirish ed altri, durata 38 minuti. Qualità video ottima.
Grazie Mortician, la conferma della versione a colori saturi rende, per il sottoscritto, l'acquisto obbligato.
Figurati :-) , l'unica cosa che non mi ha molto soddisfatto è l'audio italiano: basso nei dialoghi (specialmente in quelli fra il conte e Lucy) al punto che si è obbligati ad alzare di un bel pó il volume.
La versione decolorata fa perdere al film dettagli, contrasti e profondità; meglio a colori, anche perché se il film è stato girato originariamente in questo modo è così che rende al massimo.