Obsessed - Film (2009)

La rimpiangiamo, Glenn Close dai riccioli folli, che scagliava la sua furia nemesiaca contro il povero Douglas, rimpiangiamo il suo spessore tragico, il suo veramente "fatale" sex appeal di Sirena, di Geisha, di Eumenide. La rimpiangiamo guardando questo remake di Attrazione Fatale, di epidermica superficialità, dove una biondina scialba che ha imparato la seduzione dalle pagine di Cosmopolitan ricopre indegnamente il ruolo che fu suo! Una folla di personaggi inutili disperde ogni tensione, lo scontro finale si disperde in troppi ambienti troppo grandi, si prolunga troppo... Minestra diluita!

Come Attrazione fatale solo che al posto di Douglas c'è un uomo di colore (Elba) che manco ci prova con la stagista (Larter): sarà lei a combinargli il casino... Rispetto al film citato siamo a rispettosa distanza ma non siderale: lo sviluppo è senza sorprese ma pare reggere. Elba si gioca bene le sue carte mentre le due donne in competizione (guest star come moglie la Beyoncè) iniziano bene ma vanno ampiamente sopra le righe in un finale tanto rissoso quanto prevedibile.

Quando si guarda un film si sa già cosa aspettarsi. Lei vuole lui e ci prova con ogni mezzo e furberia possibile. Le due donne artigliano a loro maniera mentre il marito risulta un po' imbambolato. I dialoghi non vanno oltre quello che ovviamente ci si può aspettare dalla situazione e anche la presenza di una poliziotta non molto sveglia fa si che si arrivi ad un finale becero e (letteralmente) telefonato.

Idea interessante (stalking tra business man e segretaria a ruoli invertiti) sviluppata in modo anemico e senza sorprese. Contro ogni manuale di sceneggiatura il fatto che il protagonista sia tagliato completamente fuori dal climax, lasciando il duello finale alla moglie, come se all'ultimo secondo il regista si fosse ricordato che il film è in realtà uno spot per la carriera d'attrice della Knowles.

Sorta di Attrazione fatale in versione afroamericana. Grazie soprattutto al convincente protagonista maschile Idris Elba, la prima parte è abbastanza convincente. Purtroppo nella seconda la storia ha una deriva esagerata (oltre che assai prevedibile) che tocca livelli di estrema superficialità e rende il tutto oltremodo banale. Rissoso.

Se è vero che ne uccide più la penna che la spada, è ancor più vero che ne uccidono più gli stupidi che i violenti e di sciocchi a tutto tondo il film ne propone a profusione: dall’ispettrice di polizia con la faccia da pulcino bagnato al collega finocchietto e pettegolo che fornisce informazioni riservate, per arrivare alla sciocca baby sitter. Sono questi personaggi che, nella loro triste verosimiglianza con il reale, equilibrano i ruoli dei protagonisti principali, soprattutto Beyonce, sospesa tra mondo di favole e supereroismo divistico.

Tutto sbagliato in questo remake non dichiarato di Attrazione fatale: Elba è un marito fedele (finalmente!) ma tristemente insipido, mentre l'esubranza di Beyoncé, adatta a ruoli più leggeri, la rende del tutto inadatta per un thriller. E la stalker? Anche se è interpretata da una Larter a suo agio con la suspense dai tempi di Final destination, non possiede il folle carisma o la tragica potenza di Glenn Close; colpa della sceneggiatura che ne sfrutta male il ruolo. Cosa resta, allora? Il trash. E ce n'è a palate.

La paura di Hollywood di osare in fatto di character development e di situazioni scomode genera prodottini sapidi che lasciano il tempo che trovano. Premesse palesemente riciclate da Attrazione fatale sviluppate nella maniera più prevedibile ed edulcorata possibile: niente adulterio, niente uccisioni o reali minacce (la parentesi del bimbo rapito si chiude subito), resa dei conti rigorosamente femminile (mai si azzardi un uomo a toccare una donna, neanche se è la villain!). Confezione buona, qualche attimo di tensione ma risultato deludente.