Tabù - Gohatto - Film (1999)

Tabù - Gohatto

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/07/09 DAL BENEMERITO DANIELA
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Pigro 5/08/09 14:10 - 9666 commenti

I gusti di Pigro

Il tabù è quello dell'omosessualità nella società tutta virile dei samurai: un bellissimo aspirante samurai, infatti, arriva nel gruppo suscitando amori e gelosie che destabilizzano il sistema. La classica idea dell'angelo che porta scompiglio rivelando l'indicibile e la verità delle cose rivive in una storia profondamente nipponica nelle sue implicazioni etiche e sociali. Un film calligrafico che procede per continui slittamenti di certezze, attraverso il sospetto generalizzato fino alla perdita dei riferimenti in un finale da fiaba nera.

Galbo 7/08/09 08:37 - 12392 commenti

I gusti di Galbo

Il tabù non infrangibile del film di Nagisa Oshima è quello della virilità dei samurai, in una società (quella giapponese dell'800) dove questi sono figure quasi mitologiche. Ecco quindi che il film appare impregnato di una crescente tensione erotica che non riesce a trovare sbocchi e lascia i personaggi in stato di perenne frustrazione perfettamente resa da regia e sceneggiatura.

Daniela 21/07/09 10:48 - 12661 commenti

I gusti di Daniela

Nel Giappone del 1865, ancora permeato dall'etica dei samurai, l'arrivo di un nuovo allievo suscita desideri e gelosie all'interno di un clan. Kano unisce in sè l'elemento maschile (la volontà di uccidere) e quello femminile (la bellezza del volto, la morbidezza dei gesti), questo ne fa suo malgrado una pietra dello scandalo, destinata a turbare l'apparente armonia del gruppo. Oshima riprende un tema a lui caro (vedi Furyo) con grande eleganza formale, per un risultato visivamente affascinante.
MEMORABILE: La doppia esecuzione nel finale, una mostrata (Kitano recide un giovane albero in fiore), l'altra allusa

Cotola 10/12/09 23:55 - 9043 commenti

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Tornando al cinema dopo tanti anni di inattività, Oshima lo fa confezionando una pellicola di valore in cui affronta i temi tipici del suo cinema (in particolare sono tante le affinità con Furyo) e lo fa con la solità sobrietà e con grande eleganza formale. Ne esce un film magnetico ed intrigante cui giovano i ritmi riflessivi e poco frenetici.

Buiomega71 28/03/15 00:37 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Permeato da un fascino tanto mellifluo (nei tratti efebici del giovane Kano, nel suo porsi come femmineo angelo della morte) quanto surreale e oscuro (il bellissimo finale immerso nella notte e nelle nebbie, dal vago sentore di "storia di fantasmi"), l'ultimo film di Oshima ammalia e seduce, con reminiscenze a Furyo (l'amore sofferto e crudele tra uomini) e a L'impero dei sensi (il finto strangolamento dopo l'atto-omo-erotico). Lampi splatter (la decapitazione), un narrato non sempre fluido, incantevoli scorci visionari (il bordello) e i realistici duelli suggellano un'opera in cui si respira aria di gran cinema.
MEMORABILE: Gli estenuanti (ma fascinosi) duelli con i bastoni; Tashiro si infila nel letto di Kano; L'abbagliante bellezza efebica del giovane samurai; Tutto il finale immerso nella nebbia.

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  • Discussione Cotola • 6/11/09 23:36
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    In occasione del Torino Film Festival la pellicola in questione verrà proiettata nei seguenti giorni:


    17 Novembre Ore 14,15
    21 Novembre Ore 21,15


    Tutte le proiezioni della pellicola avverranno al cinema Ambrosio di Torino
  • Curiosità Buiomega71 • 28/03/15 09:17
    Consigliere - 25998 interventi
    Tornato dietro la cinepresa dopo 15 anni di assenza a causa di una lunga malattia, Oshima è il primo regista ad affrontare il tema dell'omosessualità tra i samurai, infrangendo un tabù, parola che dà il titolo a questo film tratto da due romanzi di Ryotaro Shiba. Le musiche sono di Ryuichi Sakamoto, mentre Kitano aveva già lavorato con Oshima in Furyo.

    Fonte: Scheda di Ciak del film

    "Fino alla realizzazione del mio primo lungometraggio, ho sempre detestato tutto il cinema giapponese. Oggi continuo a detestarlo, compresi i miei film"

    Nagisa Oshima dixit, intervista al regista in "Hollywood zen", speciale di Film tv sull'uscita al cinema di Tabù-Gohatto
  • Discussione Buiomega71 • 28/03/15 09:43
    Consigliere - 25998 interventi
    NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE

    Che gran regista che e Nagisa Oshima, sembra non aver perso un grammo della poetica e del rigore formale de L'impero dei sensi e di Furyo

    Passano gli anni, mutano gli stilemi, ma Oshima rimane narratore di razza (e già dalle prime sequenze, si viene immediatamente proiettati nel suo cinema, quello sanguigno, intenso, ammaliante, seducente, ipnotico, feroce e assolutamente visionario)

    Nella scuola di samurai della milizia di Shinsegumi, impegnata a difendere l'onore dello shogun e a vigilare su Kyoto, arriva un bellissimo ragazzo dai lineamenti femminili (forse anche troppo), che porta scompiglio tra gli altri uomini. Tutti (o quasi) si innamorano di lui (chi platonicamente, chi carnalmente), ma il giovane efebo è un angelo della morte, uccidendo gli uomini che si porta a letto e protando alla rovina la Shinsegumi...

    Cinema potente quello di Oshima, che risveglia ricordi mai sopiti dell'Impero dei sensi (questa volta, il finto strangolamento dopo l'atto sessuale e puramente omoerotico) e di Furyo (la guerra, i riti, le esecuzioni, l'amore sofferto e crudele tra uomini, qui meno allusivo e più carnale)

    Dai bellissimi combattimenti kendo coi bastoni di un realismo pregnante, alla visionaria e surreale sequenza del bordello, con la prostituta che avanza a passo di danza, accompagnata da due bambini, la furia omoerotica di infilarsi nel letto del bellissimo Kano (che par davvero una ragazza, con quei lineamenti delicati come la porcellana e le movenze-a volte letali-di una gheisa), a improvvise esplosioni splatter (la decapitazione), eppoi quel meraviglioso, surreale e sospeso finale tra le nebbie e la notte di Kyoto, che ha il magico sapore di una storia di fantasmi (come quella che il giovane Okita racconta al capitano di Takeshi Kitano), chiudendo con un mandorlo in fiore divelto in due da un colpo di katana, che suggella uno dei finali più intensi e pregnanti mai girati

    Non sempre la narrazione fila via liscia (parecchi dialoghi non sempre interessanti, qualche concessione all'ironia), ma si viene subito rapiti dall'atmosfera, dagli umori omoerotici che scatena Kano (da antologia quando seduce il sergente che vuole "convertirlo" alle donne), dalla furia elegante dgli allenamenti, dalla straordinaria fotografia di Toyomochi Kurita, dallo score penetrante di Ryuichi Sakamoto (anche se un gradino sotto alle musiche composte per Furyo, che rimangono uniche), alla bellezza davvero seducente di Kano (anch'io, che non sono omosessuale, ne sono rimasto turbato) e alla grandezza attoriale di Takeshi Kitano

    Il cinema di Oshima è subito riconoscibile, tra storia, passione omosessuale, dramma e un pizzico di thriller e non si può che non rimanere estasiati di fronte all'ultima opera di una grande maestro di cinema.
    Ultima modifica: 26/01/21 16:34 da Buiomega71
  • Homevideo Digital • 20/11/22 00:04
    Portaborse - 3994 interventi
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