Non un semplice film ma piuttosto un saggio sulla politica americana (ma non solo) e sui rapporti umani: secondo una visione pessimistica ma molto realistica tutto si basa sulla menzogna, la mistificazione e il ricatto dinanzi ai quali i più sono destinati a soccombere. La sceneggiatura è straordinaria e fornisce molti dialoghi sopraffini e battute impagabili. Anche se un po' troppo verboso (la parola ed il suo potere è uno dei temi preferiti del regista) è decisamente avvincente. Attori magnifici, con un Laughton strepitoso. Imperdibile.
In piena era Kennedy, un poderoso spaccato della vita politico-parlamentare americana. Il pretesto: una brutta storia di ricatti incrociati tra comunismo ed omosessualità. Bravi Pidgeon, Fonda ed un vecchio Laughton, qui alla sua ultima prova di attore. Per la prima volta in un film vengono mostrate "situation" apertamente gay (cosa non da poco per l'epoca bigotta del codice Hays). Un buon Preminger.
Intrighi di potere attorno alla scelta del nuovo segretario di Stato, un democratico sospettato di simpatie comuniste, in cui si trova implicato un senatore onesto ma con un segreto (allora) inconfessabile. Film sul potere e sulla menzogna presentata come elemento ineludibile della politica, anche quella dal volto onesto di Henry Fonda, tuttavia lo spazio lasciato agli scrupoli morali "salva" le istituzioni americane, in grado di espellere gli elementi marci e senza principi etici- per noi pura fantascienza, altro che Indipendence Day...
MEMORABILE: Pidgeon: "Ma lei non dorme mai?", Laughton risponde "Noi vecchi non abbiamo tempo per dormire" - è la sua ultima interpretazione, magistrale
Affari di Stato e affari personali allacciati strettamente e pronti ad esplodere se la persona candidata alla Segreteria di Stato non è quella giusta (per l'opposizione, ma anche per la maggioranza stessa). Otto Preminger è nel suo elemento e dirige bene un gruppo di attori che impersonano credibilmente figure politiche variegate e con scopi i più diversi. La sceneggiatura è buona, solo qualche piccola caduta con battute ad effetto; giustificate negli anni sessanta ma che ora, per come è il volto attuale della politica, suonano meno efficaci.
Preminger riesce nella non facile impresa di rendere appassionante un film incentrato sui retroscena non sempre edificanti della politica americana. Ottima la sceneggiatura, che affronta argomenti all'epoca di stringente attualità (si discute su un approccio più morbido nei confronti del comunismo) o morbosamente scottanti (un ricatto a sfondo omosessuale). Grande cast in cui più che Fonda e Gene Tierney, che tornava sul set dopo sette anni, spiccano Laughton al canto del cigno e Pidgeon. Forse ci si poteva aspettare un finale più scoppiettante.
Durante l'elezione del nuovo segretario di Stato le fazioni del Senato si danno battaglia. La sceneggiatura sembra un vademecum su strategie, colpi bassi e menzogne che la politica sa fornire. Il periodo kennediano facilita gli argomenti di matrice progressista (evitare guerre, tentare il dialogo, anche se il pericolo comunista si avverte ancora). Ottimo il ritmo narrativo e scusabile qualche scambio di battute non proprio da ambito presidenziale. Ultima parte tra il melodrammatico e il tragico (quando entra in gioco il tema dell’omosessualità). Laughton meglio di Fonda.
MEMORABILE: Il controinterrogatorio di Fonda; Le minacce telefoniche; L’entrata nel bar gay.
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*)Assieme a "Quelle due" di Wyler è una delle prime pellicole a parlare di quella che allora era considerata un'aberrazione sessuale: l'omosessualità.
**)E' l'ultima e strepitosa interpretazione del
colosso (in tutti i sensi vista la sua stazza fisica) Charles Laughton.