Spionaggio a Gibilterra - Film (1964)

Ufficiale inglese di stanza a Gibilterra col vizio del gioco finisce nei guai e... Spionistico multi-nazionale e pre-bondiano (come concezione, non cronologicamente), che parte in modo fiacco ma recupera via via fino a un esito dignitoso. A far da coorte al (modesto) protagonista "Surcouf" Barray la bella Montès e la cattiva Knef, i nostri Gora e Tozzi e come generici quasi tutti gli amati ceffi del western iberico. Buñuel junior fa l'aiuto-regista.

Un militare si infiltra negli affari loschi di Tangeri per scoprire chi sia il responsabile dei sabotaggi alle navi della Corona inglese. A tal fine si finge prima giocatore d'azzardo alla frutta e poi addirittura alto traditore. La storia di questa coproduzione italo-franco-spagnola affonda nel doppio gioco. La parola d'ordine è "mai credere a ciò che si vede", con ribaltamenti di prospettive efficacemente resi dalla verve di Barray (malgrado un viso poco espressivo). Tra danze, alcol e tavoli da gioco uno spionistico che non annoia mai.

Spionistico in nitido bianco e nero a grana fine, diverso dagli 007 bondiani del periodo, congegnato e giocato sui ribaltamenti dei piani di realtà. Ha garbo d'altri tempi, ritmo, buoni ambienti, atmosfere indovinate, appropriata sottotraccia meló, personaggi curiosi (peccato che il protagonista sia poco espressivo e per nulla magnetico). La prima parte, originale, convince particolarmente; la seconda, più convenzionale ma all'altezza delle aspettative, votata all'azione, chiude il cerchio con logica di genere.