La Venere d'Ille - Film (1979)

La Venere d'Ille
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1979
Genere: horror (colore)
Note: Film tv di un'ora dal ciclo "I giochi del diavolo. Storie fantastiche dell'Ottocento" trasmessa dalla Rai. Proiettato al teleconfronto di Rapallo 1979. La Venere d'Ile è un racconto gotico dello scrittore francese Prosper Mérimée, pubblicato per la prima volta nel 1837.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Film girato per la TV da Mario Bava (alla sua ultima regia) insieme al figlio Lamberto, per la serie “Storie e orrori dell'Ottocento”. Opera in costume quindi, ambientata appunto a Ille, nella Francia del secolo scorso. E’ la storia di una statua rinvenuta da un ricco signore nel proprio giardino, una statua incredibilmente somigliante alla donna che il figlio dovrà sposare a breve (Daria Nicolodi, il cui profilo greco è in effetti molto simile a quello della Venere). Il giorno del matrimonio il giovane lascerà (a causa di un’improvvisa partita a pallacorda, il gioco antenato del tennis) un prezioso anello infilato alla mano della statua e, per riprenderlo,...Leggi tutto dovrà faticare più del previsto. Risvolti drammatici. E’ una storia elementare, che Mario e Lamberto Bava sfruttano soprattutto per caricare di mistero l’inquietante sguardo della Venere, ripreso peraltro con consumata maestria. Purtroppo il film dice davvero poco e qualche atmosfera azzeccata non può certo bastare a risollevare le sorti di un progetto tutto sommato inutile, raffinato quanto si vuole ma povero, sceneggiato male e recitato senza il giusto slancio sia dalla pur brava ex moglie di Dario Argento che purtroppo dallo spento Marc Porel. La fotografia è impastata, poco viva (è vero, è un film per la TV, però…) e ben presto ci si annoia. Fortunatamente la durata di un'ora impedisce che il tutto si trascini per molto. L’impronta di Bava padre è ancora presente, ma la voglia di stupire non è certo paragonabile a quella dei primi tempi.

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Il Gobbo 11/05/07 15:56 - 3015 commenti

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Mesto congedo di un Maestro sofferente e incompreso, ormai sopravvissuto a un cinema che non era più il suo. In questo lavoro televisivo co-diretto col figlio Lamberto ci sono sprazzi della magia che fu, ma non basta evocare le sue incomparabili atmosfere di ambiguità per emozionare, né il copione e la destinazione (e forse anche l'età e lo spirito) consentono più gli arabeschi pop o l'anarchica distruzione delle sceneggiature. Porel strafatto recita col pilota automatico, la carriera di un genio finisce nel flou. Sigh!

Undying 9/07/07 17:24 - 3807 commenti

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Lento, cerebrale, privo dello stile inconfondibile di Bava (che qui sembra appannato da una fotografia tetra e poco chiara) ed indebolito dalla sua destinazione televisiva in anni di bigottismo estremo (1978!). Non riesce a surclassare la sua piatta destinazione come, ad esempio, saprà fare l'anno seguente Daniele D'anza con i suoi interessantissimi "Racconti fantastici di Edgar Allan Poe" facendo ricorso ad una serie (4 per l'esattezza) di sceneggiature davvero fantastiche. Un congedo che Bava non avrebbe meritato. Quasi imposto, purtroppo...

Puppigallo 5/05/09 18:34 - 5258 commenti

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La regia è comunque di mestiere, gli attori sono decenti (su tutti, Alfonso l'azzoppato e il padre). Ma purtroppo, la vicenda è di scarso interesse, la pellicola è troppo verbosa, lenta e, a parte il finale, tutto il resto è solo una preparazione, senza guizzi, a quei cinque minuti di discreta tensione, dove Bava si è potuto sbizzarrire con giochi di luci e ombre piuttosto suggestivi. Nel complesso, decisamente mediocre.
MEMORABILE: Il pittore, osservando il volto della statua: "C'è qualcosa di feroce in questa Venere. Se ne ha avuti, compiango i suoi amanti".

Homesick 10/05/09 17:51 - 5737 commenti

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Il testamento artistico di Bava sr. - al contempo investitura del figlio Lamberto, qui sceneggiatore e aiuto-regista - è un gotico vecchio stampo, di origine letteraria (Mérimée), purtroppo svigorito dai limiti imposti dalla destinazione televisiva. L'atmosfera si carica solo negli ultimi 10': le note di Continiello strepitano, filtrano le luci di Operazione paura e si riconosce qualche movimento di macchina degno del passato del Maestro. La pallida prova di Porel e Nicolodi è riscattata dai più esuberanti Maranzana e Di Bella.

Rebis 15/05/09 19:44 - 2331 commenti

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Bava declina il racconto di Mérimée – di per sé già poco orrifico – in un melodramma onirico vagamente surreale calato in un clima si sospensione e fascino, dove la statua – chiedendo prova di vero amore – assume un ruolo totemico di primo piano. La perizia sta nell’averle conferito, con poche calcolate inquadrature e senza effetti, non solo un’aura arcana, ma intenzionalità e carattere. Ad Argento non è mai riuscito di catturare così bene la sfuggente bellezza della Nicolodi. L’apporto artistico di Bava figlio invece andrebbe meglio precisato. Da rivalutare.

Ghostship 25/05/09 20:40 - 394 commenti

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Padre e figlio insieme per un film un po' fiacco che non risulta attribuibile allo stile di nessuno dei due e finisce per risultare anonimo e tirato via. La Nicolodi e Marc Porel offrono due ottime prove ma probabilmente il problema è alla radice, ovvero nella sceneggiatura.

Caesars 13/07/09 09:09 - 3777 commenti

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L'ultima "fatica" di Mario Bava, girata in collaborazione col figlio Lamberto, non ci regala grandi emozioni (anzi, ad essere sinceri nemmeno piccole). La storia procede con ritmo blandissimo e la recitazione degli attori non supera la sufficienza (meglio di tutti è Maranzana), la tensione non cresce mai e solo alcune riprese della statua raffigurante la Venere lasciano trasparire le capacità del regista. Un mezzo punto in più si può regalare tenedo conto che è un prodotto televisivo, ma anche così non si superano i due pallini.

Daidae 27/09/11 02:04 - 3167 commenti

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Mi duole bistrattare un film del grande Mario Bava ma questo è inguardabile! Lento, senza il minimo brivido, la minima suspence... si rischia di morire ma dalla noia e sul cast stenderei un velo pietoso (Porel in particolare). Preferisco ricordare il maestro con Cani arrabbiati e il discreto 5 bambole, assieme agli altri suoi capolavori. Pollice verso su tutta la linea.

Ryo 14/10/12 17:24 - 2169 commenti

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Mediometraggio dalla regia a quattro mani di padre e figlio. Il padre al suo ultimo film, il figlio all'esordio. L'incipt è curioso, ma alla lunga viene raccontato in maniera boriosa per 50 minuti. Nei minuti finali c'è un colpetto di scena (quasi scontato) che non risolleva l'attenzione. Meno male che dura un'ora in tutto... Mario poteva lasciarci in modo migliore.
MEMORABILE: Il ritrovamento della statua.

Maik271 3/02/13 16:47 - 436 commenti

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Lavoro minore per la famiglia Bava e ultimo per il maestro del macabro, questo film per la televisione che forse frena le potenzialità della coppia. Da salvare l'aura di mistero che circonda la statua della Venere ben rappresentata dalla coppia. Buone senza eccellere le interpretazioni, bella la scena della preparazione del banchetto nuziale, un po' ridicola la partita a pallacorda. Un unico momento di "suspense" lo troviamo nella scena dell'uccisione nella camera della sposa.

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Trivex 29/04/13 10:53 - 1740 commenti

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Un prodotto caratterizzato da ottimi costumi, con una regia irreprensibile che si scarica su tutta la componente tecnica (bella la fotografia, per la tipologia del mediometraggio) e sostiene la solo discreta performance degli attori (malino la Nicolodi). La storia è affascinante e elgante, il problema è però la sua stesura: c'è un gigantesco prologo di 45 minuti in cui non succede praticamente nulla di importante. E poteva andare diversamente, perché il tema è anche originale e con una sua morale (che ci sta naturalmente bene, con il grande Mario Bava).

Rufus68 1/09/16 17:32 - 3825 commenti

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Un prodotto televisivo corretto quanto esangue. La versione del racconto di Merimée (già sfrondato in maniera semplicistica) manca completamente di atmosfera, trascinandosi per una buona parte in una stanca esposizione narrativa. Finale altrettanto fiacco e attori principali (Porel e Nicolodi) al di sotto del minimo sindacale. Mario Bava, forse (una mia personale illazione), ebbe poco a che fare con la pellicola.

Ira72 9/09/16 20:52 - 1309 commenti

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Mio malgrado, data la stima che ho per Mario Bava, devo bocciare questo film. Tedioso, inconsistente, con scarso spicco da parte dei protagonisti, dove ognuno recita una parte che sembra quasi improvvisata a mo' di recita scolastica (non mi é piaciuta neanche la Nicolodi, che trovo invece adattissima in molti altri horror). Anche la trama, purtroppo, resta quasi inespressa, come se avesse potuto esserci un potenziale che per mancanza di tempi tecnici o chissà che altro resta sospesa nell'etere.

Daniela 23/11/17 21:06 - 12621 commenti

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Alla vigilia delle nozze con una ereditiera, Un giovin signore campagnolo infila incautamente l'anello nunziale nel dito di una statua di Venere che lo prende in parola... Da uno dei più celebri racconti gotici francesi, una trasposizione televisiva piuttosto fiacca, certo non all'altezza delle aspettative create dall'accoppiata babbo-figlio della benemerita Ditta Bava. Nel cast, Porel e Nicolodi risultano più rigidi della statua e per trovare un poco di verve bisogna affidarsi a Maranzana, già indimenticabile ispettore Lucas a fianco del Maigret di Gino Cervi.

Fabbiu 22/07/18 22:02 - 2136 commenti

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Interessante trasposizione di una storia di Prosper Mérimée da parte di Mario e Lamberto Bava. Si riconosce una buona regia mentre atmosfere e ambientazioni ben si prestano a evocare il mistero (legato alla Venere senza espressione), presentato in modo elegante. Lo sviluppo però è decisamente lento, nonché privo della dovuta tensione. Il film si salva per il fascino della storia ottocentesca e per la chiarezza nella rappresentazione, quindi almeno una visione la merita.

Minitina80 2/03/20 22:29 - 2980 commenti

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Difficile trovare un appiglio per salvarlo dall’insufficienza e la causa principale risiede nell’esilità dello scritto di partenza. Dura appena un’ora, ma sembra lo stesso un minutaggio eccessivo perché non succede praticamente nulla. A un certo punto si cerca di buttarla sul versante horror, sebbene assomigli a una storia d’amore infelice con un pizzico di fantastico. Poco resta dello stile di Bava e soltanto nell’ultima parte è possibile scorgere qualcosa di minimamente interessante, anche se non serve a cambiare le sorti della pellicola.

Reeves 6/10/20 19:04 - 2172 commenti

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L'ultimo film di Mario Bava è davvero molto diverso dagli altri, ed è anche diverso da quelli che farà in futuro Lamberto che qui esordisce alla regia. Evidentemente allora fare un film per la televisione poneva non pochi imbarazzi, soprattutto per chi come Bava senior aveva spinto molto in là i suoi limiti. C'è Daria Nicolodi come evidente omaggio ad Argento, c'è Mario Maranzana come al solito simpatico, ci sono le atmosfere ma la storia non è poi granché e la soluzione di tutto non risulta interessante

Buiomega71 24/10/21 19:55 - 2901 commenti

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La Venere è la Nicolodi: è lei che imprime a questo telefilm un'aura magnetica, conturbante e inquietantemente seducente (quando bacia Porel a occhi aperti, il PP sul suo sguardo, la sua grazia nel distendersi nella vaschetta da bagno) e l'estetismo gotico di Bava salta fuori nei cromatismi che si illuminano tra i drappi del baldacchino (Suspiria docet) e nella statua avvolta tra le fiamme nel finale. Il ritmo da sceneggiato Rai ne limita la potenza narrativa (la partita di tennis francamente inutile e ridicola), ma il fascino misterioso e la malia di dannazione restano impressi.
MEMORABILE: "Cosa cercavi in giardino?"; Il piano sequenza nel corridoio sulle inquiete note di Ubaldo Continiello; Il volto della statua sotto la pioggia.
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  • Discussione Caesars • 6/05/09 11:39
    Scrivano - 16799 interventi
    Non so in quale altro posto scrivere questa notizia. Nel caso fosse fuori luogo prego Zender di spostare oppure cancellare. Nella notte tra lunedì 11 Maggio e Martedì 12 Maggio 2009, su RAI3 alle 01.40, dovrebbero andare in onda i filmati pubblicitari firmati da Mario Bava per la ESSO.
  • Discussione Zender • 6/05/09 12:54
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Hai fatto bene Caesars. Notizia interessantissima.
  • Discussione Rebis • 15/05/09 19:54
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    In realtà poi è stato trasmesso un solo carosello (fantascientifico!) un'intervista alla produttrice della Venere d'Ille e una sequenza dell'Ulisse televisivo, quella del Ciclope, in cui Bava ha curato gli FX. Secondo l'irriducibile Ghezzi con quella scena si chiude una sorta di cerchio artistico con Kubrick per via dell'analogia con l'occhio unico di Hall 9000... Capito?
    Ultima modifica: 16/05/09 03:55 da Rebis
  • Discussione Zender • 16/05/09 12:11
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Sì, ho visto anch'io: solo la pubblicità (peraltro apprezzabile) dei Futuribili (Mobil). Il nesso con 2001 mi pare tirato molto più che per i capelli. Ne approfitto per raccontare a Rebis una curiosità notissima su HAL 9000 (visto che l'hai scritto con due L e forse non la sai). HAL sono le tre lettere precedenti a IBM, e non è ovviamente un caso.
  • Discussione Rebis • 16/05/09 15:06
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Eh, non mi era nuova in effetti questa dell'IBM... probabile rimozione! Grazie per il rispolvero Zender!

    Ps: Anche per me forzatissima la storia dell'occhio. Ma con Ghezzi, si sa...
  • Curiosità Lucius • 27/03/10 18:27
    Scrivano - 9063 interventi
    La Venere d'Ile è un racconto gotico dello scrittore francese Prosper Mérimée, pubblicato per la prima volta nel 1837.
    L'ultima edizione in italiano è quella all'interno della raccolta "Carmen e altri racconti", edita da SE nel 2012.
  • Curiosità Panza • 5/10/13 19:51
    Contratto a progetto - 5201 interventi
    IL FILM FA PARTE DEL CICLO "STORIE E ORRORI DELL'OTTOCENTO - I GIOCHI DEL DIAVOLO" (1981)

    La serie era composta da sei episodi: tre realizzati con mezzi cinematografici e tre con telecamere.

    Gli episodi sono:

    * L'uomo della sabbia, regia di Giulio Questi [da Hoffmann]
    * La mano incantata, regia di Marcello Aliprandi [da De Nerval]
    * La Venere d'Ille, regia di Lamberto e Mario Bava [da Mérimée]
    * La presenza perfetta, regia di Piero Nelli [da James]
    * Il diavolo nella bottiglia, regia di Tommaso Sherman [da Stevenson]
    * Il sogno dell'altro, regia di Giovanna Gagliardo [da Wells]

    Per selezionare i sei racconti da cui ricavare le puntate si è scelto come consulente letterario Italo Calvino. Sulla serie raccontò: "Sono rappresentativi di una evoluzione storica nel corso di un secolo: dalle prime esplorazioni romantiche del "continente notturno" ai primi segni di una crisi della soggettività, una crisi che è già del Novecento. [...] Siamo di fronte ad esempi di racconto fantastico, in passato relegato tra i generi della narrativa "minore", oggi considerato dalla coscienza critica come una delle produzioni più significative della letteratura ottocentesca [...] [Sono stati scelti per dimostrare] la modernità del fantastico. Alla nostra sensibilità l'elemento soprannaturale al centro di queste storie appare sempre come carico di senso, con l'insorgere dell'inconscio, del represso, del dimenticato, dell'allontanato dalla nostra attenzione razionale. Se siamo meno disposti a lasciarci sorprendere dalla meraviglia per la spettacolarità d'apparizioni e fantasmagorie — che possiamo gustare come elementi del colore dell'epoca — siamo pronti invece a cogliere nel fantastico un discorso che ci riguarda direttamente».

    La curatrice del ciclo fu Roberta Carlotto. Parlando della serie televisiva disse: «Da molti anni in qua, soprattutto grazie all'affacciarsi delle nuove generazioni, vi è stata la scoperta di tutto ciò che era lontano dalla cronaca e dal realismo. Noi abbiamo voluto misurarci con l'ironia, la paura, l'inconscio e non fare del sensazionalismo o ricorrere ad effettacci»

    E alla domanda "Come non notare l'assenza di un autore come Edgar Allan Poe?" questa fu la sua risposta:

    "Ci è sembrato che avendo la televisione e il cinema, in varie occasioni, tratto serie di programmi e film dai suoi racconti, fosse possibile e forse anche giustificato andare a cercare altri mondi fantastici, altre culture, quindi altri autori. Titoli e intenzioni del ciclo I giochi del diavolo sono, in definitiva, orientati a proporre un sondaggio verso direzioni abbastanza insolite per il piccolo schermo, regno dei fatti e dei telefilm intessuti di realtà romanzata."

    (fonte: La Stampa, 9 maggio 1981)
  • Discussione Zender • 6/10/13 09:48
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Panza ebbe a dire:
    IL FILM FA PARTE DEL CICLO "STORIE E ORRORI DELL'OTTOCENTO - I GIOCHI DEL DIAVOLO" (1981)

    La serie era composta da sei episodi: tre realizzati con mezzi cinematografici e tre con telecamere.

    Gli episodi sono:

    * L'uomo della sabbia, regia di Giulio Questi [da Hoffmann]
    * La mano incantata, regia di Marcello Aliprandi [da De Nerval]
    * La Venere d'Ille, regia di Lamberto e Mario Bava [da Mérimée]
    * La presenza perfetta, regia di Piero Nelli [da James]
    * Il diavolo nella bottiglia, regia di Tommaso Sherman [da Stevenson]
    * Il sogno dell'altro, regia di Giovanna Gagliardo [da Wells]

    Per selezionare i sei racconti da cui ricavare le puntate si è scelto come consulente letterario Italo Calvino. Sulla serie raccontò: "Sono rappresentativi di una evoluzione storica nel corso di un secolo: dalle prime esplorazioni romantiche del "continente notturno" ai primi segni di una crisi della soggettività, una crisi che è già del Novecento. [...] Siamo di fronte ad esempi di racconto fantastico, in passato relegato tra i generi della narrativa "minore", oggi considerato dalla coscienza critica come una delle produzioni più significative della letteratura ottocentesca [...] [Sono stati scelti per dimostrare] la modernità del fantastico. Alla nostra sensibilità l'elemento soprannaturale al centro di queste storie appare sempre come carico di senso, con l'insorgere dell'inconscio, del represso, del dimenticato, dell'allontanato dalla nostra attenzione razionale. Se siamo meno disposti a lasciarci sorprendere dalla meraviglia per la spettacolarità d'apparizioni e fantasmagorie — che possiamo gustare come elementi del colore dell'epoca — siamo pronti invece a cogliere nel fantastico un discorso che ci riguarda direttamente».

    La curatrice del ciclo fu Roberta Carlotto. Parlando della serie televisiva disse: «Da molti anni in qua, soprattutto grazie all'affacciarsi delle nuove generazioni, vi è stata la scoperta di tutto ciò che era lontano dalla cronaca e dal realismo. Noi abbiamo voluto misurarci con l'ironia, la paura, l'inconscio e non fare del sensazionalismo o ricorrere ad effettacci»

    E alla domanda "Come non notare l'assenza di un autore come Edgar Allan Poe?" questa fu la sua risposta:

    "Ci è sembrato che avendo la televisione e il cinema, in varie occasioni, tratto serie di programmi e film dai suoi racconti, fosse possibile e forse anche giustificato andare a cercare altri mondi fantastici, altre culture, quindi altri autori. Titoli e intenzioni del ciclo I giochi del diavolo sono, in definitiva, orientati a proporre un sondaggio verso direzioni abbastanza insolite per il piccolo schermo, regno dei fatti e dei telefilm intessuti di realtà romanzata."

    (fonte: La Stampa, 9 maggio 1981)


    Davvero interessante e utile questo, grazie Panza!
  • Discussione Zender • 24/11/17 08:22
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Ho aggiunto la notazione sul racconto al primo post di Luicus, che già lo diceva, Daniela.
  • Homevideo Buiomega71 • 15/11/22 10:23
    Consigliere - 25933 interventi
    In blu ray per la Severin films ( cofanetto " The devil's game"), con audio italiano e in regione free

    https://www.blu-ray.com/movies/The-Devils-Game-Blu-ray/327423/
    Ultima modifica: 15/11/22 11:20 da Buiomega71