Scontri stellari oltre la terza dimensione - Film (1978)

Scontri stellari oltre la terza dimensione

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dovrebbe essere una sorta di risposta italiana a GUERRE STELLARI (e infatti il film è uscito anche col titolo di STAR CRASH, con tanto di carattere ricalcato sull’originale), ma l'enorme differenza di budget è evidente fin dalle prime immagini, in cui il regista Luigi Cozzi (celato sotto lo pseudonimo di Lewis Coates) ci mostra un universo simile a un enorme albero di Natale, con le stelle che brillano multicolori nemmeno fossimo in discoteca. E dire che per i produttori lo sforzo fu notevole: un cast di tutto rispetto, innanzitutto. Ci sono Christopher Plummer nella parte dell'imperatore, l’ex Bond-girl Caroline Munro (AGENTE 007 - LA SPIA CHE MI AMAVA...Leggi tutto), il futuro MANIAC Joe Spinell (film nel quale reciterà proprio accanto alla Munro), addirittura un giovanissimo David Hasselhoff (non ancora star dei telefilm SUPERCAR e BAYWATCH), il ricciolone Marjoe Gortner (decine di film alle spalle), la supersexy Nadia Cassini e molti altri. Poi ci sono le musiche di John Barry (altro grande professionista d'oltreoceano) e alcuni effetti speciali ragguardevoli, con esplosioni continue più simili a cortocircuiti (scintille ovunque). Insomma, grosse spese per una produzione nostrana, ma ancora troppo ingenuo il risultato: il robottino androide Elle non può essere paragonato a C1-P8 o C-3PO semplicemente perché è un uomo con una tuta nera e una maschera da carnevale, e così il resto. Si copiano l’iperspazio, lo scorrimento delle frasi iniziali, la forma delle astronavi madre (ma queste sembrano fatte col Lego), mentre Joe Spinell/Conte Zarth-Arn anticipa invece il Ming di FLASH GORDON. Tuttavia l'avventura è piuttosto scorrevole e il film si lascia vedere con un certo gusto. Certo, bisogna sorvolare sulla recitazione approssimativa di qualcuno, sulla credibilità dei poteri “supernaturali” (sic!) di Akton e su molte altre cose, ma...

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Renato 29/06/07 23:00 - 1648 commenti

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Beh, quando si dice che per girare i film di sci-fi ci vogliono "i piccioli", forse non si raccontano favole. Peccato, perché l'occasione poteva essere sfruttata meglio, ed invece anche sforzandosi in modo erculeo il senso del ridicolo faticosamente allontanato ritorna continuamente a galla... Non saprei se citare le interpretazioni, i trasparenti utilizzati in quantità, la sceneggiatura non proprio "a rigor di logica" eccetera eccetera. Resta comunque il fatto che un film con la Munro seminuda per 90' per me vale la visione. A prescindere.

Undying 22/01/08 21:40 - 3807 commenti

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Una pellicola che ha il pregio di presentare Nadia Cassini in un ruolo atipico. Cozzi ha il merito di battere una strada poco frequentata dal cinema italiano, per via di un genere al quale i produttori hanno sempre poco creduto. Da un lato il risultato finale, per via di un budget contenuto, esprime una pellicola confezionata in maniera poco internazionale (siamo negli anni di Guerre Stellari), dall'altro è da apprezzare l'esperimento (poi ritentato con Contamination) del regista di affrontare la fantascienza.

Matalo! 13/07/08 02:22 - 1378 commenti

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Mario Bava gira Terrore nello spazio con 2 lire; Cozzi con un bel po' di soldi in più gira... questo. Memorabile per le forme straordinarie di Caroline Munro è un vorrei-ma-non-posso che diventa indigesto sin da subito (e quindi adorabile). Effetti speciali dei tempi di R. Harryhausen, un robot che sembra un palombaro, battaglia finale con siluri che sembrano supposte scagliate a forza contro il parabrezza dell'astronave del cattivo. Da vedere accompagnato con una bottiglia di grappa alla ruta...
MEMORABILE: I modellini delle astronavi sono di Murray Leinster, il genio della Airfix. All'inizio c'è un'astronave col suo nome scritto sulla fiancata.

124c 5/12/08 17:31 - 2913 commenti

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Un film trash di fantascienza made in Italy che, quando capita in tv, rivedo con piacere. Ispirato alle Guerre stellari di George Lucas, diretto da Luigi Cozzi, "Starcrash" vanta un cast veramente singolare, dal bravo Christopher Plummer al giovane David Hasselhoff passando per Caroline Munro (Bond-girl inglese d'epoca) e Nadia Cassini. C'è di tutto: astronaute in bikini, robot, traditori, amazzoni, giganti, pseudo-Jedi con spade laser, astronavi stellari fatte a mano... Gran belle donne.
MEMORABILE: "Siamo nel pianeta segreto del conte? accidenti, c'ero atterato e non lo sapevo!" "Non potevi saperlo Simon" (David Hasselhoff).

Ale56 11/07/09 09:34 - 225 commenti

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Divertente e mai noiosa pellicola fantascientifica italiana che può contare su di una regia solida e professionale di Cozzi (che qui si firma Lewis Coates) e su una sceneggiatura (sempre sua) che non presenta buchi, lungaggini o parti noiose. Beh, gli effetti speciali italiani (luccichii, esplosioni palesemente finte così come i modellini di astronave) lasciano a desiderare ma ci sono astronaute in bikini, falsi robot, esplosioni a go-go, David Hasselhoff (quello di Supercar), Nadia Cassini e tanto altro. Un divertente trash da vedere.
MEMORABILE: L'inizio del film, i titoli di testa che cercano di ricopiare Guerre Stellari.

Daidae 12/11/09 17:31 - 3167 commenti

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Cozzi, regista che mai ho apprezzato, anche se non fu così brutto come lo dipinsero (il valido Contamination e il bel L'assassino è costretto a uccidere ancora sono due buoni esempi), sforna questo gioiellino. Certo non avrà il peso di Guerre Stellari, ma l'ottimo cast (Munro e Spinell, ottima coppia su tutti) e un buon ritmo lo elevano parecchio. Consiglio almeno una visione. Ha un seguito apocrifo chiamato "Starcrash 2 - Giochi erotici nella 3a galassia".
MEMORABILE: "Mettetela nella macchina che brucia la mente!"

Homesick 28/01/10 18:24 - 5737 commenti

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Tempistico, cavalca il successo di Guerre stellari con una fantascienza avventurosa, lesta nel passo e costruita con effetti speciali a misura d’uomo, luci multicolori, modellini e piattaforme lunari – il pensiero corre nostalgico a Legoland Spazio -, provocanti e fatali amazzoni del cosmo e bellicosi cavernicoli. Poggiante sulla felina Munro, l’imperiale Plummer e su un Hasselhoff pre-Supercar, il cast annovera anche il torvo pelatone Tessier, ricorrente villain in molti film e serial TV americani. Artigianale e volenteroso.

R.f.e. 3/05/10 10:17 - 816 commenti

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All'epoca Luigi Cozzi s'era montato la testa per via dei lusinghieri successi ottenuti dalle megarassegne del Planetario, Arcadia, Argentina, Ariston del 1975-77. Reduce dalla colorizzazione del Godzilla, riutilizzò Armando Valcauda per questa simpatica reinterpretazione trash di Guerre Stellari, colma di rimandi a fantafilm d'antan (Gli argonauti, Il pianeta proibito). Una nostalgica testimonianza di un momento magico che, purtroppo, sia per Cozzi che per tutti coloro che seguirono le citate rassegne, oggi è soltanto un ricordo sbiadito.

Disorder 1/05/10 12:07 - 1416 commenti

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Un autentico gioiello trash. Sorta di epigone italiano di Guerre Stellari, è un film divertente e letteralmente infarcito di tutto ciò che fa trash: luci e laser sparati a casaccio (ovviamente disegnati sulla pellicola!), mancanza totale di proporzioni tra i fintissimi fondali e i personaggi (i robot sono palesemente inquadrati da vicino per farli sembrare grandi), abuso di pupazzoni mossi in stop-motion stile Godzilla anni 50. La trama, pur molto semplice, riesce ad incasinarsi con risvolti spesso inspiegabili. Capolavoro kitsch tutto da riscoprire!
MEMORABILE: Il duello col terribile (e lentissimo) robot gigante; le sparate pseudo-scentifiche di Akton; il costumino in pelle di Stella Star!

Puppigallo 30/07/11 09:51 - 5258 commenti

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Applaudo un certo impegno, anche negli effetti, seppur grezzi e nel creare più situazioni (i vari pianeti visitati). Ma ciò non toglie che si tratti, in linea di massima, di una fantascemenza con un cattivo (il conte) in sovrappeso e in piena andropausa. In più, i personaggi vanno oltre il fumetto, risultando spesso ridicoli. Anche una pellicola senza pretese e fumettosa come questa dovrebbe comunque avere una propria dignità, mentre qui si svacca quasi subito, appena si forma l'equipaggio (un mastro lindo grigio verdognolo, un ricciolone, la bellona in costume e il robot da trasferta).
MEMORABILE: Il giudice tentacolato; La tenuta da lavori forzati della protagonista (un costume da bagno); Il gigante d'acciaio più ingessato del mondo!

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Kekkomereq 7/02/12 22:20 - 358 commenti

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Cozzi ingenuamente tenta di raccontarci la sua versione di Guerre stellari. Il risultato finale però non è dei migliori: è campy, mal recitato e maldestro. Il film a volte annoia e la sceneggiatura è così seria da apparire comica. Il meglio arriva con il robot aiutante, che non si rompe mai.

Jurgen77 4/12/12 08:20 - 629 commenti

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In pratica il "Flash Gordon" dei poveri. Si millanta una superproduzione, ma il risultato finale è scadentino. Lo spazio siderale sembra una discoteca anni 80, con luci strobo e lampadine a mo' di albero di Natale. La trama è parecchio intersecata e confusa. I modellini delle astronavi sono da scatola di montaggio "Italeri" (passatemi la cosa). Si salvano una sexy Caroline Munro e un Plummer che in queste vesti ci sguazza. Ridicolo Hasselhoff (che tutti sappiamo nei panni di chi ha avuto successo...)
MEMORABILE: David Hasselhoff.

Caesars 13/06/14 08:50 - 3777 commenti

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Il successo mondiale di Guerre stellari spinge il nostro Cozzi, grande appassionato conoscitore di fantascienza, a realizzarne una versione "all'amatriciana" (pur con mezzi non modestissimi) francamente abbastanza risibile. La storia, come sempre in questi casi, non ha un minimo di senso logico ma è solo un pretesto per far muovere i protagonisti tra vari pianeti e poter sfoggiare "entusiasmanti" effetti speciali. Gli attori sono quello che sono (Plummer pare in vacanza premio) e l'operazione può suscitare simpatia ma non molto di più.
MEMORABILE: La tenuta, tipicamente "spaziale", della Munro.

Panza 29/06/14 17:43 - 1834 commenti

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Dopo Guerre stellari le case di produzione di genere italiane come potevano fare la fantascienza in Italia non riuscendo a emulare gli effetti speciali del film di Lucas? Ci provò nell'anno di grazia 1978 il buon Cozzi, che purtroppo dà vita a una baracconata di poche speranze in cui la qualità non è tanto pregiudicata dall'artigianalità degli effetti speciali ma dalla loro inverosimiglianza. La trama procede con pochissimi guizzi e completare la visione del film è un'impresa... fantascientifica. A tratti si ride per l'effetto trash.

Jena 6/04/17 17:28 - 1550 commenti

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In teoria si ispirerebbe a Star wars (anche nel titolo inglese Starcrash), in realtà il livello degli effetti speciali e dell'ambientazione rimandano più alla fantascienza anni 50 (si vedano gli interni delle astronavi o il costume stile Mork del protagonista o il robottone umano). Ad aggravare il tutto i dialoghi elementari e un protagonista ricciolone anni 70 espressivo come un calorifero. Si salvano la bellissima Munro in bikini per tutto il film (!), il sempre grande Spinell e il coraggio di fare fantascienza in Italia.

Faggi 16/05/17 16:29 - 1549 commenti

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Delirio di onnipotenza dell'estetica giocattolosa che è impossibile liquidare come trash puro e semplice o fantascienza ingenua e da botti di Capodanno; sarebbe anche facile ironizzare (la protagonista sembra uscita da un istituto di bellezza anche dopo essere stata scongelata; le ineffabili "armi mentali"; la fallimentare "Macchina dell'Apocalisse" ecc.). Meglio, quindi, mandare in vacanza il cervello e godersi lo spettacolo: lo spasso dell'irrazionale e dell'irripetibile (produzione coraggiosa/sfrontata) è assicurato, almeno agli appassionati.

Ronax 24/02/18 02:08 - 1247 commenti

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Uno Star wars italico di cartapesta con effetti speciali che definire artigianali è un eufemismo e una trama ingenua che non riserva ovviamente la minima sorpresa. Probabilmente era impossibile pretendere di più, ma è quanto basta a Cozzi per confezionare un filmettino colorato capace di soddisfare platee dai gusti semplici. A tenere in piedi la baracca provvede in gran parte la bellezza acrobatica di Caroline Munro con i suoi costumini da sexy-astronauta mentre il pensoso aplomb di Plummer è decisamente fuori luogo. Comparsata per la Cassini.
MEMORABILE: La coppia di diabolici robottini armati di spada.

Bergelmir 1/08/18 00:39 - 160 commenti

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Film spaziale che s'ispira a Guerre stellari per cavalcarne la moda, ma che in realtà attinge molto di più dal fumetto e dal fantastico avventuroso dell'epoca weird e pulp. L'universo di Cozzi è coloratissimo e fantasmagorico, il ritmo è costante, con colpi di scena continui, gli effetti speciali sono onnipresenti, arcaici e spesso ridicoli. Comunque sia, per quanto pacchiano e improbabile, è un film che non si riesce a condannare: lo si guarda volentieri, è sincero, simpatico, appassionato e, soprattutto, coraggioso. Merita lo stato di culto.
MEMORABILE: "La mia essenza si espanderà nella galassia e vivrò per sempre"; I golem robot; Lo spazio a luci multicolori; L'arma "mentale"; Il gigante di acciaio.

Taxius 23/09/18 16:55 - 1656 commenti

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Super trash fantascientifico made in Italy anni 70 firmato dal buon Luigi Cozzi, che gira un divertentissimo e coloratissimo Star Wars nostrano. I riferimenti alla saga capolavoro di Lucas abbondano (basti pensare alle spade laser e al droide), ma Cozzi riesce comunque a dare un' impronta personale al suo film. Gli effetti speciali sono molto artigianali e palesemente finti, ma paradossalmente è proprio questa artificiosità a rendere Star Crash qualcosa di unico. Se lo si guarda senza grosse aspettative si rimarrà soddisfatti.

Markus 24/09/18 09:42 - 3682 commenti

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Scontri stellari... a Cinecittà. Che Luigi Cozzi sia un grande appassionato di fantascienza è cosa nota, ma quando si tenta di replicare per sommi capi il ricchissimo Guerre stellari, ci si scontra col più mostruoso degli intoppi: la mancanza di soldi. Questa povertà fa poi il paio (cosa forse ancor più grave) con dialoghi e situazioni da avanspettacolo. Certo, c'è qualche volto allora noto, ma non basta a elevare la pellicola dal limbo dello Z-movie da risate con amici e birra in mano. La Munro in eterno costume... da bagno!

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Schramm 23/11/18 16:41 - 3490 commenti

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Che delizia: Spinell/Munro ricongiunti per contendersi il cosmo, con la Cassini e Plummer a fare arbitrato. Nel far passi più lunghi di ogni gamba (da Vadim a Lucas via Kubrick e Wise) Cozzi solca però un’orma tutta sua: ci agghinda le iridi di colori senza frontiere, ci balocca il cardio resuscitando Melies e Harryhausen, fa il massimo artigianalmente consentitogli dal minimo dispensabile. Non sarà la botta di simpamina che ci si aspetta da un’epopea intergalattica, ma certo è che ha impatto da spacciare, e sa come essere suadente. Gli orfani di Spazio 1999 e UFO si preparino a tornare bimbi.

Modo 10/01/19 15:16 - 948 commenti

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Plauso all'impegno di "riportare" la fantascienza in Italia dopo gli scarsi successi ottenuti oltre un decennio prima da Bava e Margheriti. Genere che non ha mai avuto il supporto dei produttori e soprattutto non ha mai ottenuto budget decorosi. Nella povertà assoluta di mezzi Luigi Cozzi riesce a creare un film dignitoso senza però essere particolarmente avvincente. Prende forse più spunto dai fumetti alla Flash Gordon per il tipo di taglio. Nadia Cassini è uno splendore e David Hasselhoff meglio del ricciolone superdotato.

Giùan 24/03/19 08:31 - 4537 commenti

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Talmente nudo e crudo che non può non spingere alla condiscendenza cinefila. Di fronte alle nuove frontiere della fantascienza (il barbuto Imperatore Lucas apriva le danze della sua inesorabile saga di SFX), Cozzi quasi suo malgrado assurge ala statura di impavido Méliès, con le sue luci fanatsmagoriche, i suoi improbabili pianeti e il corpo della Munro come unico lungimirante speciale effetto visivo, in quello che altro non è se non uno spaziale peplum cosmico, ferocemente sincero e incredibilmente ingenuo. Insopportabile il pentacostale Gortner.
MEMORABILE: Tessier, ottimo Chief Thor, che con la sua pelata si oppone ai capelloni Hasselhoff e Gortner.

Cotola 19/08/20 20:51 - 9009 commenti

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Per una volta, si può soprassedere sulla povertà dell'operazione che diviene quasi (solo quasi) una freccia all'arco del film. Non si può non farsi intenerire da effetti speciali tanto artigianali e dai tanti omaggi di cui il film è disseminato e che testimoniano una grande e contagiosa passione per il genere. La storia è quello che è, ma alla fine il film ha un suo perché, nonostante ogni tanto la noia faccia un po' di capolino.
MEMORABILE: I titoli di testa alla "Guerre stellari".

Aco 27/06/21 08:25 - 213 commenti

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La “sfortuna” di questo film è di essere uscito dopo Guerre stellari, kolossal che ha sancito un prima e un dopo nel modo di intendere il cinema di fantascienza. La sua apparizione ha fatto invecchiare di colpo buona parte dei film fino ad allora realizzati. Starcrash rappresenta però la summa, nel bene e nel male, della fantascienza cinematografica degli anni Sessanta e Settanta, quanto ha saputo fare il cinema di genere in quel periodo. Rivedere questo film è come riscoprire le ingenue aspettative sul nostro futuro, connesse al nostro desiderio di evasione e avventura.

Buiomega71 19/06/22 14:17 - 2901 commenti

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Immensa è la passione di Cozzi per la SF degli anni 50 (il testone tentacolato sullo schermo, i caccia spaziali a forma di manta), il suo amore per la stop motion (meravigliosi l'Afrodite A e i Golem spadaccini), e la caparbietà di realizzare una space opera tutta italiana. Momenti squisiti (il pianeta dei trogloditi subumani così alla Ultimo mondo cannibale), minuziosi modellini di astronavi retrò che anticipano Lynch (e Cozzi, nel calderone spaziale, omaggia anche l'Herbert letterario con la stella di Arrakis). Le Guerre stellari "fantozziane" prima del vero must fantacozziano.
MEMORABILE: Il droide fatto a pezzi dai cavernicoli; Stella Star surgelata; Il pianeta delle amazzoni; Stella Star che fluttua nello spazio ben prima di Gravity.

Reeves 2/05/23 13:08 - 2172 commenti

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Un cast che più  vario è difficile inventarlo, una precisa volontà di inseirsi nel solco del successo spaziale della coeva fantascienza americana. Con questi elementi e con i trucchi poveri ma simpatici di Armando Valcauda, Luigi Cozzi propone la sua fantascienza, povera ma con idee. La bellezza di Caroline Munro, comunque, vale da sola la visione, anche se non c'è molto altro di interessante.
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