Harakiri - Film (1962)

Harakiri

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/06/09 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 16/06/09 01:11 - 9052 commenti

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Grandioso film di Kobayashi che presenta una struttura narrativa ricca di andirivieni temporali (buona parte della storia è, infatti, raccontata attraverso dei flashback) che gli garantisce una notevole tensione drammatica (si scioglierà solo nel bellissimo e sanguinoso finale, degno dei migliori chambara-movie). Per gli amanti del genere assolutamente da non perdere.

Brainiac 17/02/10 20:22 - 1083 commenti

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Il bianco e nero della fotografia è così elegante che verrebbe voglia di staccare le inquadrature dallo schermo per incollarle alle pareti di un loft a mo di quadri minimal-chic. Il dinamismo della storia però, è talmente ipnotizzante che verrebbe voglia di spaccare la confezione del dvd ed infierire contro se stessi portando a termine per davvero l'harakiri del titolo. Il cinema giapponese è spesso uno stato di trance similipnotica che non porta a vaniloqui mistici ma all'estasi visiva che lambisce il dormiveglia. Lo straniante prologo, a mio modesto avviso, ha (creativamente) traviato Scorsese
MEMORABILE: "La mia veste attuale meglio si addice alla morte di un Ronin caduto in povertà".

R.f.e. 2/10/10 18:54 - 816 commenti

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I temi centrali del film sono il cinismo e le ottuse contraddizioni del potere, estrinsecati da Kobayashi con un ritmo lento e solenne (ma i combattimenti finali sono superlativi). Un capolavoro del chambara, un Tatsuya Nakadai straordinario. Piccola curiosità: questo fu uno dei primi film distribuiti in Occidente a mostrare generosi fiotti di sangue in primo piano (circostanza un po' mitigata dal fatto che la pellicola è in bianco e nero).

Lupoprezzo 4/03/11 16:11 - 635 commenti

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Monumentale capolavoro di Masaki Kobayashi che riflette sul rigore morale e la fierezza del samurai e denuncia certe ingiustizie sociali legate ad una rigida etichetta formale. Il racconto si dipana magistralmente senza un attimo di flessione, aiutato da una rigorosa regia che spicca il volo nell'epilogo (autentico e magnifico cinema chambara). Il cast è convincente e mirabilmente diretto. Imperdibile.

Rullo 12/07/11 23:12 - 388 commenti

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Grande prova per il regista giapponese Kobayashi. La narrazione è molto lenta, ma nonostante ciò riesce a mantenere uno stupefacente livello di interesse che quasi costringerà lo spettatore a voler dare un senso a tutta la storia. Di elevato livello il b/n, che è stata la scelta più congeniale per una pellicola del genere. Un jidaigeki di altissimo livello.

Mickes2 7/12/11 18:05 - 1670 commenti

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La famiglia come legame indissolubile, l’onore che si marchia col sangue intriso di fierezza e coraggio. Durissima riflessione nei confronti della società dell’epoca sicuramente rapportabile ai giorni nostri. Kobayashi fa un uso magistrale del flashback per raccontare, spiazzando e coinvolgendo, un rapporto di amicizia e amore che trascende la morte. Eleva la figura del Ronin a simbolo indissolubile e ineluttabile di orgoglio, speranza, forza dell’animo. Eccellente il b/n di Miyajima e di folgorante bellezza il cinema chambara dell’epilogo.

Belfagor 24/12/11 12:55 - 2690 commenti

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Potente storia di onore perduto e di vendetta, con protagonisti un ronin intenzionato a compiere il suicidio rituale e un signore deciso a dissuaderlo. Questo film si distanzia molto dagli standard occidentali per il ritmo solenne e rarefatto, la struttura narrativa segnata da improvvisi squarci di violenza, il bianco e nero dal sentore minimalista. Kobayashi gira una tragedia epica e familiare al tempo stesso, trattando ugualmente della disgrazia a livello individuale e sociale. L'epilogo è uno dei miglori esempi di cinema chambara.

Rufus68 22/01/16 23:03 - 3843 commenti

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Quali sono i limiti del dovere? Occorre perseguirlo oltre il formalismo più feroce o derogarvi in nome della pietà umana? E quando il dovere cessa d'essere la linfa di una tradizione e di un popolo per divenire la maschera della menzogna del potere? Kobayashi organizza questo apologo con raffinati flashback che rivelano gradatamente tale struttura tragica sino alla vendetta/suicidio finali. Gigantesco Nakadai, personaggio in cui trascolorano codardia, rimpianto, fatalismo e toni beffardi.

Fulleffect 13/09/21 16:25 - 107 commenti

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Il capolavoro di Masaki Kobayashi rimane ad oggi una vera pietra miliare del cinema giapponese eguagliando (se non superando) le migliori opere di più celebri maestri del Sol Levante. Il film denuncia l'ingiustizia sociale perpetuata attraverso le schematismo e l'approccio tradizionalistico proponendo nel protagonista una figura lontanissima dal classico eroe del cinema di samurai. La tragedia shakespiriana incontra il chambara grazie a una narrazione a flashback perfetta, una prova recitativa straordinaria e una fotografia sublime. A tutti i diritti nell'Olimpo del cinema.
MEMORABILE: Il seppuku con la spada di legno; Il duello nei prati.

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