Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/06/09 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 16/06/09 01:07 - 9043 commenti

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Ottimo noir premingeriano decisamente riuscito grazie ad una bella regia e ad una discreta sceneggiatura caratterizzata da un ritmo sostenuto che ne fa una pellicola convincente ed avvincente impreziosita da un finale che, per quanto avrebbe potuto essere ben più cupo, non è affatto scontato e, per fortuna, non è completamente lieto. Gli amanti del genere apprezzeranno.

Daniela 28/11/09 10:14 - 12662 commenti

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Poliziotto noto per i suoi metodi violenti incidentalmente causa la morte di un sospettato, cerca di addossarne la colpa ad un malvivente ma non può impedire l'arresto di un innocente. Per questo solido poliziesco, che è anche un apologo sulla difficoltà di liberarsi del peso delle colpe dei padri, Preminger si avvale di alcuni collaboratori del capolavoro Vertigine, riproponendone inoltre la bella coppia protagonista Andrews-Tierney, il primo tormentato e alla ricerca di riscatto, la seconda di luminosa bellezza.

Pau 27/04/10 10:04 - 125 commenti

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Splendido noir metropolitano, in cui i vicoli lividi e sporchi della città si rivelano un riflesso della psicologia del protagonista, convinto di poter raggiungere i suoi scopi con la violenza, il cinismo e l'inganno. L'amaro apologo morale concede un tocco di speranza attraverso il ravvedimento e la promessa di un rapporto finalmente sincero. Validissimo sotto l'aspetto visivo, grazie soprattutto alla fotografia di J. LaShelle, il film ha il suo punto di forza nella sfaccettata sceneggiatura di Ben Hecht, abituale collaboratore di Hitchcock.

Pigro 13/12/10 09:19 - 9666 commenti

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Poliziotto manesco uccide un tipaccio, ma è incolpato un altro. Film impeccabile, stringente, che non lascia margini allo spettacolo esteriore, puntando sulla dimensione psicologica. Noir dalle venature sottili, che sono quelle dei dubbi e delle ansie che scorrono nel cuore del protagonista (macerato dall'eredità del padre gangster), e nascoste dal volto gelido ma non dagli occhi da cerbiatto impaurito. Così, la lotta fra bene e male scende dai marciapiedi (acuto il titolo originale, frainteso in italiano) entrando nell'intimità umana.

Saintgifts 15/04/13 15:50 - 4098 commenti

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Un noir che riesce a unire diverse tematiche ma allo stesso tempo rimane, anche in superficie, un ottimo poliziesco. Oltre agli elogi a una polizia fondamentalmente onesta che non ama la violenza se non indispensabile, ci sono riferimenti ai reduci di guerra e alle loro difficoltà a reinserirsi nella società; c'è, soprattutto, il conflitto interiore del protagonista, centro dell'intera vicenda: deve liberarsi del peso che il padre, malvivente, gli ha lasciato; raggiunge il culmine con la grande tentazione nel finale. Notevole.
MEMORABILE: Il primo piano della Tierney dormiente.

Mickes2 25/10/13 11:46 - 1670 commenti

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Noir glaciale, soffocante, in cui la regia attenta e pulita di Preminger scava nell’interiorità dei personaggi. Ricognizione cupa di un sottobosco criminale fra giustizia, nefandezza e redenzione; scontro tra passato (difficile da superare) e presente (che è l’”attimo”, lo squallido egoismo di una colpa negata) miscelato con uno sguardo pessimista in cui anche il corpo di polizia (alienato, nella vorace ricerca di una colpevolezza) rivela le sembianze della perdizione. Andrews eccellente, Tierney sempre affascinante. Davvero notevole!
MEMORABILE: Il finale.

Graf 29/11/15 14:45 - 708 commenti

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Un poliziotto dai modi rudi, figlio di un malvivente, uccide per sbaglio un gangster; dell’omicidio viene incolpato il padre della sua innamorata. La crisi dell’esistenza umana, il difficile confine tra il bene e il male, le pulsioni della coscienza lacerata dalla colpa, la ricerca dell’espiazione e del riscatto morale. Temi di grande valore etico che l'ottimo Preminger mette a fuoco con una regia lucida ma compartecipe, trasmessa a un racconto sfaccettato e ricco di spunti ma stringente e scorrevole, sceneggiato dal grande Ben Hecht. Notevole.

Giùan 26/08/16 10:58 - 4559 commenti

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"Vecchi marciapiedi malati di realtà, poliziotti e preti tra fiori e oscenità" cantava Renatino un botto fa. E giusto un detective più realista del Re, adirato contro se stesso ancor prima che vs le inverecondie dei sidewalks di NY ci presenta Preminger col consueto magistero deammaturgico e plastico (suggestivo b/n di La Shelle). Meno originale e sinuoso del capolavoro Vertigine (da cui mutua i due protagonisti), paga il fio a una trama più "regolare", scovando però in Andrews insospettate doti di "redenzione" e scavando languore dai Gene Tierney's eyes.
MEMORABILE: Il pestaggio di Dana Andrews a opera degli scagnozzi di Carter; Le scene nel ristorantino dove Andrews porta la Tierney.

Pessoa 30/09/17 23:52 - 2476 commenti

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Gran bel noir a tinte forti prodotto e diretto da Otto Preminger che, come suo solito, gioca come il gatto col topo con bene e male, dispensando condanne e redenzioni in un sottobosco metropolitano dove i confini tendono col buio a svanire. Grande prova di Andrews e di Malden, uno dei migliori caratteristi del genere. La nitida fotografia di La Shelle e una sceneggiatura tirata allo spasimo impreziosiscono questo piccolo gioiellino a metà strada fra i grandi classici del genere e il dramma psicologico. Regia strepitosa. Merita una visione.

Faggi 20/05/18 19:17 - 1549 commenti

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Poliziesco/gangsteristico nero del maestro Preminger tecnicamente limpidissimo, rigoroso; inesorabile negli esiti narrativi (sceneggiatura ottima), chiude il cerchio della vicenda con puntuale ed essenziale nitore etico. Psichicamente tormentato, emotivamente accesso ma mai debordante: nessun rischio di lezio o di manierismi. Ricco di personaggi credibili interpretati con precisione e trasporto. Un dramma criminale realistico, suggellato dal bianco e nero espressivo e a grana fine.

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Myvincent 5/07/18 07:46 - 3741 commenti

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Lo sguardo di Dana Andrews dice più di mille parole, raccontando di un uomo solo, vittima di se stesso e in cerca di un qualche riscatto personale. La storia gira attorno a un omicidio preterintenzionale ed è satura di presenze e atteggiamenti tipicamente maschili (com'era tipico negli ambienti di polizia allora), stemperata solo dalla bellezza esotica e luccicante di Gene Tierney. L'approfondimento psicologico è il piatto forte che rende il film ben più di un semplice gangster movie.

Nicola81 14/08/18 19:14 - 2857 commenti

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Quella dello sbirro inviso ai superiori per i suoi metodi sbrigativi diventerà una figura cardine del polizieschi degli anni a venire, ma qui siamo ancora nei territori del noir, in cui Preminger si muove con la consueta disinvoltura. Trama interessante e priva di tempi morti, che sfocia in un epilogo consolatorio ma solo fino a un certo punto. Andrews interpreta uno dei suoi ruoli psicologicamente più complessi, cast di contorno perfetto anche nelle caratterizzazioni secondarie, ma in cui ovviamente risalta la bellezza di Gene Tierney.
MEMORABILE: L'accusa all'innocente; I gustosi siparietti con la padrona del ristorante; La rissa; Il finale.

Tarabas 12/03/21 20:15 - 1878 commenti

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Poliziotto violento rischia la carriera e il carcere quando ammazza un sospettato. Nel tentativo di nascondere il fatto, rimane avviluppato in una rete sempre più stretta di bugie e conseguenze inattese del suo gesto. Inferiore ai titoli maggiori della sua filmografia, questo Preminger è comunque un buon esempio di poliziesco a tinte noir, cui avrebbe giovato un protagonista più espressivo di Andrews, mentre il resto del cast funziona bene, a partire da un giovane Karl Malden. Su tutti sfavilla la Tierney, bellezza sfolgorante che sembra a colori anche filmata in bianco e nero.

Kinodrop 24/10/21 18:43 - 2950 commenti

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Un poliziotto un po' troppo manesco, per nascondere un omicidio preterintenzionale, lascia che ne sia accusato un uomo innocente, finché una serie di circostanze non lo metteranno di fronte a una scelta etica inevitabile. Un solido noir per mano dell'abilissimo Preminger, che si concentra più sulla psicologia del protagonista (Andrews adattissimo per la parte) stretto tra istinto di sopravvivenza e la verità "impersonata" dalla dolcezza e dal fascino di Morgan (Tierney) lasciando sullo sfondo i soliti meccanismi del mondo poliziesco, per un finale "morale" standard, ma congruo.

Paulaster 21/04/23 19:23 - 4419 commenti

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Poliziotto degradato cerca di addossare un suo omicidio a un gangster. Noir dal gran ritmo che inquadra un crimine da diverse prospettive: da quella di chi indaga, da quella del colpevole e da quella degli altri malviventi. Discrete le indagini e i relativi abbagli della polizia, come i tentativi di depistaggio e la conseguente crisi di coscienza. La parentesi sentimentale è l'unico momento più "umano" ed è figlia del cinema degli anni Cinquanta.
MEMORABILE: Il travestimento per prendere il taxi; Pronto a farsi ammazzare per incolpare il gangster; La lettera.
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