Torna l’inglese Pete Walker, l'autore dell’eccezionale LA CASA DEL PECCATO MORTALE. Dopo il deludente LA TERZA MANO ci si aspettava un suo pronto riscatto, ma THE COMEBACK (rititolato THE DAY THE SCREAMING STOPPED e uscito in videocassetta da noi con il titolo di RITORNO DALL’INFERNO) è solo un parziale riappropriamento del suo stile, che tuttavia non arriva a rivaleggiare con i suoi vecchi classici. Si racconta del cantante folk Nick Cooper (il buon Jack Jones), che separatosi dalla moglie Gail cerca di riprendere l'attività interrotta. Il suo discografico (David...Leggi tutto Doyle) gli consiglia di isolarsi in una sorta di casa-castello in campagna, dove vivono due vecchietti alquanto strani: Mrs B (Sheila Keith) e Mr. B (Bill Owen), che dicono di conoscere ogni sua canzone ma assumono con lui atteggiamenti sospetti. Intanto Nick comincia a sentire nella casa strani lamenti e gran grida. Tanto per cambiare viene preso per pazzo e così si consola con la bella Linda (Pamela Stephenson). Una trama non certo originale che però Walker sa trattare con il suo stile, sfruttando bene un cast a cui impone una recitazione dimessa, mai urlata. Il problema sono i troppi silenzi, la mancanza, nella sceneggiatura di Murray Smith, di dialoghi brillanti. Comunque Walker non rinnega l'uso dello splatter e riesce a creare due omicidi al sangue piuttosto violenti e ben girati (specie il primo). Cerca le giuste atmosfere, da horror inglese vecchio stampo, e vi inserisce un intreccio giallo con sorpresa finale (nella miglior tradizione argentiana), a testimonianza che l’horror soprannaturale a lui proprio non interessa. Se non fosse per la noia mortale di alcuni momenti sarebbe un buon thriller.
Fiacco thriller, con qualche sporadico inserto grandguignolesco, in cui Pete Walker ritrova parzialmente le atmosfere di alcuni film precedenti (La casa del peccato mortale e Nero criminale su tutti), senza però ripeterne gli ottimi risultati. L'intreccio della pellicola, infatti, oltre ad essere abbastanza prevedibile, risente di un'eccessiva staticità tanto che a tratti la noia domina in maniera preponderante. Per il resto poco o altro da segnalare. Un lavoro molto mediocre.
Mediocre thriller con varie suggestioni orrorifiche. Non manca qualche buon momento (il primo omicidio, la risoluzione dell'enigma) e la regia è abile nel creare tensione, soprattutto grazie agli apprezzabili movimenti di macchina, ma la storia è esilissima e un paio di discreti (ma poco originali) colpi di scena non riescono a nascondere un'evidente mancanza di idee. Anonimo e piuttosto mediocre il protagonista, inquietante Sheila Keith.
Brutta pellicola di un regista mediocre che si era però distinto, lasciando traccia autoriale alla regia, in una trilogia interessante e polemica verso le istituzioni sociali (famiglia, religione e giustizia). Si avverte qui il cambio di sceneggiatore (McGillivray abbandona il sodalizio) pertanto, a parte un incipit sanguinolento (realizzato con scadenti effetti speciali) che mostra anche un'amputazione di mano, resta un fiacco lavoro, per nulla memorabile a causa di una scialba messa in scena, di una regia anonima e di interpreti molto sottotono.
Dopo la caduta di tono de La terza mano, Walker gira un giallo/horror che riporta alle atmosfere dei suoi due classici, in particolare a Nero criminale, pur non raggiungendone i livelli di inquietudine e gusto del macabro. Ad ogni modo questo film è un buon prodotto di genere; gode di un buon cast (con l'immancabile Sheila Keith, dall'aria sempre più malevola), l'uso della mdp è talvolta magistrale, le scene splatter sono di grande effetto e l'atmosfera è notevole. Il ritmo non è mai stato il punto forte di Walker, ma il film merita comunque.
Pur in un contesto thrilling più convenzionale, ancora una volta il cinema di Walker si rapporta polemicamente a temi attuali – il moralismo, la pericolosa idolatria dei cantanti rock, i discografici senza scrupoli – e séguita a rievocare l’atmosfera da incubo e la tensione perenne di Frightmare con una magione tetra e malsana, soggettive rabbrividenti, energiche gettate di grand guignol e soprattutto i personaggi sinistri e ambigui resi da Doyle, Turner e dalla coppia Keith-Owen. Nelle ultimissime inquadrature si coglie già l’ironia del parodistico La casa delle ombre lunghe.
L’ombra di Alfred Hitchcock ha sempre permeato lo stile del bravo regista britannico Pete Walker. In questo caso, per questo bel thriller, il nostro si rifà alla teoria della masquerade tanto cara al regista di Psycho. Con bravi attori, un’ottima fotografia e un notevole climax Walker riesce a costruire un buon thriller in pieno stile anni ’70.
Thriller diretto dallo specialista del brivido Walker che risulta sicuramente inferiore rispetto ad alcuni precedenti lavori del regista inglese (Nero criminale e La casa del peccato mortale in primis) ma che non manca di regalare forti emozioni, specie nel finale. I delitti sono ben congegnati (cito la donna massacrata sulle scale) e il sangue scorre copioso. Il cast non è dei migliori, anche se viene nobilitato dalla presenza di Sheila Keith e, in un cameo, da Richard Johnson.
Al di là di alcuni personaggi irreali il film, da cui ha certamente preso spunto Lamberto Bava con il suo La casa con la scala nel buio per via di varie attinenze, si traduce in un discreto thriller che ha tra le frecce al proprio arco la tetra magione in cui è ambientato e un forte mistero che permea gran parte della pellicola. I trucchi sono poveri, ma essendo datato ci sta. Buoni i movimenti della mdp, anonima l'interpretazione del protagonista. Angosciante.
Solido thriler di Walker. Il film è pervaso da un'atmosfera inquietante e di morte. Straordinaria la Keith, discreto il protagonista Jones, simpatico cameo di Richard Johnson psichiatra. Gli omicidi, molto sanguinosi (da citare quello in apertura con tanto di mano staccata di netto!), sono perfetti, belle le scenografie (il lussuoso appartamento in un palazzo diroccato la casa dove il protagonista scoprirà l'orrore), ottimo anche il finale con una delle abituali critiche sociali di Walker.
MEMORABILE: Il primo omicidio; Il cadavere nell'appartamento lasciato a marcire; La rivelazione finale.
Pur non amando particolarmente questo regista, il film mi è piaciuto. Inizio in quinta, quasi splatter, in seguito un'ottima mistura di soprannaturale e thriller, decisamente più intrigante e meno noioso di altre albioniche pellicole dello stesso genere. Gradevole..
Rivisto in una semi-maratona dedicata al regista, questo thriller elegante racchiude temi interessanti e insoliti per un film del genere: i manager senza scrupoli, il suicidio di una ragazzina per il divo del rock... temi oggigiorno attuali. Allo stesso tempo Walker non risparmia momenti shock che il loro effetto lo ottengono ancora. Ottimi la Keith e Doyle, ma anche il protagonista se la cava bene.
Thriller abbastanza inquietante (l'omicidio iniziale mette davvero i brividi), ma non proprio imprevedibile sul versante strettamente giallo, anche per il ristretto numero di personaggi. Alcuni tormentoni del genere (la villa isolata, i timori del protagonista che nessuno prende sul serio) si sposano con qualche punta di splatter e con quella critica sociale tanto cara al regista, che stavolta mette nel mirino l'ipocrisia che si annida nel mondo dello spettacolo. Cast discretamente in parte, film assolutamente decoroso.
MEMORABILE: Gli omicidi; Le voci notturne udite dal protagonista; Il finale.
Siamo lontani dagli sbeffeggianti fasti gore di Nero criminale e La casa del peccato mortale, ma il sarcastico moralismo di Walker diverte e intrattiene ancora con indubbia efficacia. Dopo il folgorante incipit del primo assassinio nella riuscitissima location dell'attico, lo script incrocia numerose incongruenze, che lo spiegone finale andrà a esacerbare piuttosto che a risolvere. Tuttavia a Walker interessa tutt'altro che il realismo, piuttosto l'additare con rozzo disincanto "deboscherie" umane (il discografico di Doyle) e fragilità personali (il cantante Jones).
Walker al suo apice artistico (per chi scrive, forse il suo capolavoro). Argento, Bava, Fulci i numi titolari del regista inglese. Necrofilia, travestismo, feticismo per le armi da taglio (accette, falcetti), tocchi splatter di rara ferocia e crudeltà, corpi in via di putrefazione che sprigionano vermi. Come se Privilege incontrasse Psyco in un incubo allucinato che oscilla tra horror gotico (la villa) e psyco-thriller. Atmosfere rancide, follie genitoriali, vecchine massacratrici. Il gioiello walkeriano va avanti tra colpi di scena fino alla terrifica e visionaria chiusa finale.
MEMORABILE: Ciao ciao dalla finestra; L'ex moglie di Nick massacrata senza pietà; La stanzetta che racchiude olezzi necrofori; Truccandosi da donna allo specchio.
Un cantante prova una nuova ribalta dopo anni di silenzio, ma qualcuno sembra disseminare morte attorno a lui. Poco da complimentarsi con questo giallo convenzionale, stinto, "sbadiglioso", salvo il finale con spiegazione catartica inaspettata inclusa. Attori nella media, con un David Doyle, notissimo volto della serie TV Charlie's angels.
Dopo il divorzio dallo sceneggiatore McGillivray, Pete Walker torna a collaborare con Murray Smith riuscendo a fare meglio rispetto a La terza mano, pur non raggiungendo i risultati delle sue pellicole migliori. La mano del regista si vede e questo, insieme alla godibile resa degli attori (ottima la "fida" Sheila Keith), alza il valore del film. Bizzarro, illogico ma funzionante dal punto di vista "scenico", il look dell'assassino. Buona l'ambientazione inglese. Consigliato agli estimatori del regista, vedibile per gli altri.
Uno degli ultiimi lavori di Pete Walker, francamente indecifrabile. La pellicola veleggia su ritmi molto placidi, salvo esplodere qua e là con scoppi che fanno sobbalzare dalla sedia o soddisfano i palati dei consumatori più accaniti dello splatter. Nel cast, oltre al cantante Jack Jones, si segnala la deliziosa biondina Pamela Stephenson. Fra le varie fonti di ispirazione, si direbbe che il regista abbia visto Profondo rosso (il protagonista è un musicista, la stanza finale) e abbia studiato anche Polanski (i due anziani domestici richiamano altri due arzilli coniugi).
MEMORABILE: L'amico di Cooper che parla del seno di Linda in ascensore.
Girata in maniera ruvida e con un uso peculiare dei primissimi piani, “Chi vive in quella casa?” è una cupa e morbosa ghost story sovrastata dai cinerei ambienti londinesi. Una perfetta sintesi di cinema indipendente da cui fuoriescono sequenze lugubri e necrofile, ambigue e sanguinarie. Il gran finale, poi, abbandona il sentiero gotico per addentrarsi nelle umide cantine della psiche. Il volto di Sheila Keith mette i brividi.
Ennesimo gioiellino thriller-macabro del sottovalutatissimo Walker; ed è estremamente sottovalutato anche questo film, tra i migliori e più inquietanti/morbosi thriller di un'epoca che eppure in quanto a ''colpi bassi'' non aveva mai fatto sconti. Lo stile pienamente british e ''realista'' del regista è quanto di più lontano dalla visionarietà dei nostri grandi registi thriller, tuttavia questa scelta stilistica rende ancora più marcio, delirante e terrificante l'insieme in maniera non inferiore a quella di un Fulci e della sua inquietante villa. Cult da riscoprire assolutamente!
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Il dvd Golem presenta una parte (alcuni minuti) in lingua originale senza nessun sottotitolo. Purtroppo non ricordo se tale sequenza fosse presente o meno nella versione uscita nelle nostre sale all'epoca.
Il dvd è prodotto onesto (unico extra il trailer originale, nel quale, curiosamente, il regista compare come Peter Walker)
Il film uscì nelle sale italiane due anni dopo la sua "prima" britannica (16 giugno 1978, fonte Imdb). Ricordo di averlo visto al cinema, in prima visione, nell'estate del 1980. Il sito Italiataglia riporta il visto di censura (con V.M.14) datato 8/8/1980.
Da segnalare che venne richiesto, e ottenuto, un alleggerimento della scena dove compare la testa mozzata (per complessivi metri 4.2)
Grazie della segnalazione, Digital. Vedo che la scheda presente sul sito della TerminalVideo riporta come extra: "Interviste, Trailers" Valuterò sicuramente l'ipotesi di un'upgrade.
Vedo che, mentre Amazon lo riporta disponibile dal 31 Gennaio, DvdStore mette solo un "prossimamente" e TerminlVideo pone l'uscita addirittura al 31 Dicembre 2023 (vulgo non si sa quando...). Speriamo bene.