Noir/poliziesco piuttosto ordinario, passato alla storia più che altro per la notevole colonna sonora inedita a base soul firmata da Marvin Gaye, vede in azione mr. T (Hooks), ennesima figura di “duro del quartiere” da tutti rispettato e richiesto per la sua abilità di svolgere quello che gli si chiede. Mai una risata, espressione quasi sempre identica, abile al biliardo, viene ingaggiato da una coppia di loschi individui, Chalky (Winfield) e Pete (Waite), per risolvere una spinosa questione: lì dove i due hanno una sorta di bisca dove si gioca a dadi qualcuno, incappucciato, di tanto in tanto passa a derubarli. T va lì e verifica che i due hanno ragione, ma quando uno degli incappucciati fugge...Leggi tutto Chalky gli spara e lo fa secco. La situazione precipita, perché si scopre che gli uomini fanno parte della gang di Big (Harris), altro pezzo da novanta locale che non è affatto contento di aver perso uno dei suoi. Tanto più che Chalky dice a T di averlo pagato per risolvere la questione e ora la colpa dovrà ricadere su di lui. T non risponde, ma di fatto è quel che succede e il nostro eroe si ritrova braccato sia dalla polizia che da Big. L'evoluzione del caso è quanto di più prevedibile si possa immaginare; segue i canoni della blacksploitation senza esagerare con le sparatorie o le zuffe (anzi, T è un raro caso di duro elegantissimo, troppo “damerino” per mettersi a fare a pugni col primo che passa). La regia di Dixon svolge il compito con merito e gli ammazzamenti sarebbero anche più realistici della media, se non fosse per un sangue rosso carminio che falsa non poco l'effetto. T, abituato a non doversi dibattere in casi così spinosi, corre per le strade impeccabile sulla sua auto scintillante (ne cambia una all'anno) e non perde l'aplombe. Né lo perde la sua ragazza, innamorata e comprensiva. Le scene si susseguono sfruttando con furbizia le musiche di Marvin Gaye e lasciando lentamente affiorare doppi giochi e pericolose connivenze, come ci si poteva ampiamente aspettare. Il tutto fino alla resa dei conti conclusiva, girata inizialmente tra gli ascensori e durante la quale anche T dovrà inevitabilmente menare un po' le mani. Intrattenimento di routine, non spregevole, piuttosto ben interpretato (non solo dal protagonista) ma privo di qualcosa che possa permettere di farlo ricordare. La distribuzione italiana ha cambiato consonante, al povero T (dal momento che T sta per Trouble, G starà per guai?).
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MusicheEllerre • 10/06/09 10:30 Call center Davinotti - 1203 interventi
Originale composizione di Marvin Gaye per un film quasi sconosciuto in Italia. Soul music ad altissimi livelli.
Riferimento discografico: Marvin Gaye, Trouble Man, Tamla 1972.