La famiglia Passaguai fa fortuna - Film (1952)

La famiglia Passaguai fa fortuna

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Dopo il grande successo della FAMIGLIA PASSAGUAI Aldo Fabrizi (anche regista) replica con un sequel meno popolaresco (nonostante le apparenze) e più vicino alla commedia degli equivoci classica. La famiglia di Peppe (Fabrizi) passa in secondo piano lasciando soprattutto a lui il compito di portare avanti (spalleggiato da Macario, che di fatto sostituisce Peppino De Filippo) la storia, che lo vede fingersi milionario per entrare in affari con un suo ex commilitone (Macario, appunto) che crede a sua volta ricchissimo. Questi è in realtà uno spiantato che ha semplicemente avuto la medesima idea: i due, convinti reciprocamente...Leggi tutto della buona fede dell'altro, si lanciano in un acquisto di terreni certi che il socio coprirà tutti i costi. Un equivoco protratto per l'intero film, con Fabrizi che regge il gioco invitando Macario e consorte nel lussuoso appartamento gentilmente prestatogli dal padrone di casa (Luigi Pavese, che quindi torna come vittima prescelta del continuo caos creato da Fabrizi). Per lunghi tratti il film è ancora all'insegna della romanità più sguaiata, con Macario che fatica, con la sua recitazione misurata, a tener testa allo strabordante Fabrizi. L'intreccio comunque è ben studiato, i due protagonisti si compensano e ne esce una commedia comica piuttosto spassosa, scritta con gusto e forse danneggiata inaspettatamente dall’invadente famiglia di Peppe (Ave Ninchi e figli), la cui presenza non pare in fondo troppo necessaria. Divertente seguire come Fabrizi e Macario tentino sempre di non essere smascherati dal “socio” e nel contempo di non pagare nulla.

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Saintgifts 19/03/10 21:51 - 4098 commenti

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Secondo film di Fabrizi della trilogia della famiglia Passaguai. A differenza del primo film, molto in esterni e molto solare sulla spiaggia di Ostia, questa seconda commedia è più teatrale e si svolge molto in interni. Macario affianca Aldo Fabrizi nella girandola vorticosa degli equivoci sui quali si regge tutto l'impianto. Siamo nel 1951 e, seppur in modo inverosimile, ma non troppo a rifletterci bene, si parla di una Roma che sta crescendo in una periferia che aumenta di valore di giorno in giorno e occupata da baraccati (ma ancora per poco).

Pinhead80 3/06/11 12:37 - 4719 commenti

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Dopo aver recepito il sugerimento della moglie il mitico Passaguai (l'immenso Fabrizi) si spaccia per un ricco industriale. La sorte vuole che incontri un suo amico di militare che pure lui si spaccia per tale.... Come al solito Fabrizi ci regala una commedia spassosissima (forse un po' troppo logorroica in certi tratti) che non raggiunge i picchi di comicità del primo capitolo ma che comunque diverte. A supporto di Fabrizi questa volta c'è Macario, che se la cava più che egregiamente. Ottima anche la performance di Pavese nei panni del vicino.
MEMORABILE: Le scene in cui Pavese si traveste prima da cameriere e poi da cuoca.

Maik271 4/02/16 08:13 - 436 commenti

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Seconda puntata della trilogia per la famiglia Passaguai, spiantata famiglia romana, in questa bella commedia che vede sempre Aldo Fabrizi nel doppio ruolo di attore e regista. Le gag tra Fabrizi e il bravissimo Luigi Pavese, qui nei panni dell'attore in pensione, sono memorabili e superano molto spesso quelle con Macario, qui un po' sottotono. Il risultato finale è ottimo e forse superiore alla prima pellicola della serie. Bava dà sfoggio delle sue capacità negli effetti speciali della scena onirica della prigione.

Rufus68 16/02/18 22:00 - 3825 commenti

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Una frenata rispetto al primo capitolo. L'ambientazione più chiusa e una minore coralità fa perdere di ritmo. Soccorre il grande mestiere di tutti: Pavese gigione, Fabrizi bonaccione preso in mezzo agli equivoci, Ninchi che rampogna il marito sciupafemmine... Il concerto è sempre gradevole, la bonomia dell'insieme rassicurante. Macario appare un po' spaesato fra la comicità carnosa dei protagonisti dove spicca il pernacchio perentorio e catartico di Gnappetta.

Rambo90 26/09/18 01:41 - 7675 commenti

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Rispetto al primo film Fabrizi cerca di costruire una trama più ingarbugliata, pur sempre con momenti tipicamente farseschi. Il divertimento regge, perché il cast è in forma (soprattutto un Pavese eccezionale nei panni di un ex attore di teatro). Anche la coppia Fabrizi-Macario a modo suo funziona, con il secondo più traffichino e meno lunare rispetto ai suoi soliti ruoli. Un po' troppo caotici alcuni dialoghi, ma si ride spesso. Buono.

Pessoa 23/12/20 14:31 - 2476 commenti

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Secondo capitolo della saga che registra la defezione di De Filippo cui subentra Macario, spalla più efficace perché stimola Fabrizi ad ampliare il registro della sua comicità adattandola a quella del comico torinese. La sceneggiatura più articolata e la presenza di grandi caratteristi confermati (Ninchi, Delle Piane) e nuovi (Merlini, Riento, Nino Pavese) garantiscono maggiore solidità alla pellicola. Ma la vera sorpresa è Luigi Pavese che, promosso a comprimario, si scatena e rende memorabile il suo personaggio grazie a un immenso mestiere. Visione consigliata e risate garantite.
MEMORABILE: Il prenzo a casa di Pavese ed i suoi travestimenti (maggiordomo, cuoca); Pavese che interpreta i classici del teatro; La fotografia di Bava.

Daniela 19/08/23 08:19 - 12621 commenti

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Dopo le disavventure di una giornata al mare costellata da buffi incidenti, il signor Passaguai prova a far affari con un ex commilitone fingendosi ricco, ignorando che altro, messo peggio di lui quanto a soldi, ha avuto la sua stessa idea... Commedia degli equivoci meno riuscita rispetto alla precedente, di natura corale ma comunque godibile: la sostituzione di De Filippo con Macario non pesa troppo e Pavese risulta spassoso nella parte di un attore trombone coinvolto nell'inganno con la promessa di avere il saldo dell'affitto dovuto come padrone di casa della rumorosa famiglia.

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  • Curiosità Zender • 30/11/16 16:47
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Curiosità Fedemelis • 17/10/20 07:12
    Fotocopista - 2137 interventi
    Il giornale dove Giuseppe Passaguai (Fabrizi) legge gli annunci di lavoro è il Tempo edizione di Roma del 25 ottobre 1951:

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