Bellissimo lungometraggio che si svolge principalmente durante il viaggio in treno del musicista Mahler, ammalato di setticemia, che decide per questo di voler morire a Vienna. Le crisi danno forma ai suoi ricordi piu belli tramutati in immagini toccanti dal regista Ken Russell.
Quanto Mahler è nauseato da quelli che cercano di interpretare la sua musica, così Ken Russell sembra essere ossessionato dall'eventualità che il suo cinema venga recintato dall'appartenenza ad un genere preciso. Così i suoi film vivono di atmosfere storte, grottesche, che ammiro quando urtano gli incubi (il silente inseguitore, la bara) ma che mi molestano quando si fanno riposte (i dialoghi enigmatici, certe soluzioni stravaganti). Che dire, alcune trovate sono geniali, è un bene per il cinema che siano esistite, ma difficilmente mi rivedrei questo film.
Come sempre, per quanto riguarda il lato visionario, Russell non delude ed anche in questo caso crea delle sequenze da antologia (una su tutte, la conversione di Mahler al cattolicesimo) che opportunamente rivitalizzano un racconto si interessante, ma con toni sommessi, pacati che a tratti possono indugiare (per i meno pazienti) nella noia. Comunque, per chi ama Russell, non posso che consigliarne la visione. Ottima la prova di Powell/Mahler.
Nell'ultimo viaggio in treno per Vienna Mahler rievoca episodi della sua vita e incubi ossessivi. Dopo Ciajkovski il cinema abrasivo di Russell scruta le paturnie del compositore, trasfigurando i dettagli in simboli e sequenze ridicolo-visionarie, seminando il film di infiniti rimandi al cinema, da Visconti ai fratelli Marx passando per un'intervista alla Pasolini. Insomma, una vera "satira" in senso etimologico, governata da un lucido e divertito caos in cui risplendono il balletto del funerale e il Walhalla nazi-giudaico della conversione. Fuori di testa.
Ken Russell, dopo Tchaikovsky, realizza un’altra suggestiva analisi sul complesso mondo di un compositore: Gustav Mahler. Ne ha saputo cogliere l'eclettismo di pensiero riuscendo a penetrare nelle suggestioni mahleriane con un’elaborazione fantasiosa della sua arte, nel senso di un arricchimento immaginativo sempre pertinente. Mahler stesso dichiarò che la sua musica comincia dove finiscono le parole. E dove finiscono le parole interviene Ken Russell con le immagini. Leggermente inferiore a L'altra faccia dell'amore ma sempre di grande fascino.
MEMORABILE: “Fai le cose per amore e non per dovere”.
La vita di Mahler secondo Ken Russell: ovviamente non poteva venirne fuori un film banale. Certamente i puristi inorridiranno enormemente dinanzi ad una pellicola del genere, ma va detto che dal punto di vista visivo Ken
colpisce ancora e ci sa fare regalando scene di sicuro impatto e che a tratti sconfinano quasi nel kitsh ma restano impresse nella memoria. Buoni il ritmo, la confezione e la prova di Powell. Buono il risultato finale ma a
patto di non aspettarsi la solita solfa biografica.
MEMORABILE: Il funerale e la conversione al Cattolicesimo.
Durante un lungo viaggio in treno, Mahler, stanco e malato, ripensa ad episodi della sua vita dall'infanzia al successo, passando attraverso una conversione al cattolicesimo per evitare le persecuzioni contro gli ebrei... Biopic russelliano al 100%, immagnifico come nel suo stile unico che mixa poesia, grottesco, simbolismo talvolta troppo insistito, kitsch sfacciato . Prendere o lasciare: qui prendo, sia pur con qualche riserva (qualche passaggio banale o di cattivo gusto, Powell poco espressivo), apprezzando una capacità visionaria che ha pochi uguali nella storia del cinema.
MEMORABILE: L'omaggio a Visconti al momento della partenza del treno
Altra biografia di un musicista a firma Ken Russell. E lo stile, personalissimo, del regista domina l'opera, piena di simbolismi e di kitsch voluto. Sicuramente non adatta a tutti i gusti, è opera interessante e ben realizzata, che rende onore all'eccentricità del suo realizzatore, il quale riesce a tenere desta l'attenzione dello spettatore nonostante un andamento non certo lineare della vicenda. Buone le prove attoriali e bella la fotografia. Impensabile realizzare film simili oggidì.
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HomevideoGestarsh99 • 10/07/11 12:21 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione dvd dal 25/08/2011 per Koch Media:
DATI TECNICI
* Lingue Italiano
* Schermo Anamorfico 16:9
* Audio Dolby Digital 2.0
Bella segnalazione.
Il film l'ho visto una sola volta, all'incirca nel 1977 e quindi non lo ricordo più di tanto, però sicuramente merita almeno la visione.
Ho rivisto il film ieri, e mi era sembrato di vedere Oliver Reed in quel ruolo, ma pensavo di essermi sbagliato. Trovo qui sopra la conferma che invece avevo visto giusto.
La cantante/attrice Dana Gillespie interpreta qui il ruolo di Anna von Mildenburg. Interpreterà il medesimo personaggio nel successivo "Sterben werd ich um zu leben - Gustav Mahler", film del 1987 diretto da Wolfgang Lesowsky.