Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Bisogna saperlo guardare con attenzione QUINTET, lasciarsi trasportare nel futuristico mondo di freddo e ghiacci che Altman ha saputo mettere in scena con grande gusto e suggestione. Solo così si riuscirà a superare l'impatto di un incedere lento, che fa muovere i pochi personaggi tra i corridoi e le sale di un enorme albergo congelato in cui tutti indossano pellicce o pesanti costumi rinascimentali. Ma cos'è il Quintet (con l'accento sulla “e”), questo gioco che il grande arbitro Fernando Rey definisce come la trasposizione perfetta dell'essenza della vita? Nella sua versione da tavola è un innocuo “Non t’arrabbiare” senza rischi...Leggi tutto in cui ognuno porta con sé le proprie pedine confrontandosi con gli avversari, ma nella sua versione più alta è una sfida mortale ispirata alla “Settima vittima” di Sheckley, un gioco in cui le pedine sono cinque concorrenti in carne e ossa (più un sesto, Bibi Andersson, da affrontare in finale) che hanno l'unico scopo di uccidersi vicendevolmente per sopravvivere e vincere. Paul Newman, che nell'albergo/città arriva per caso, vi si trova coinvolto quando decide di spacciarsi inopinatamente per uno dei cinque concorrenti da poco eliminato dal perfido Vittorio Gassman. Scoprirà il meccanismo gradualmente interpretando le frasi ermetiche dell'organizzatore maximo Fernando Rey. Una trama in fondo semplice che Altman arricchisce di allegorie e paralleli con la vita concentrandosi sull’impianto visivo e comunicando un'immediata sensazione di gelo sfocando i margini dell'inquadratura. Ottima la direzione del cast. Fantascienza di rango.

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Caesars 13/12/07 09:36 - 3794 commenti

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Film dal ritmo lentissimo ambientato in un futuro dominato dai ghiacci e dove la natalità si è azzerata. La pellicola è realizzata bene e pur non raccontando niente di particolarmente nuovo (la trama del gioco con i concorrenti che si devono uccidere tra loro deve parecchio al racconto di Robert Sheckley "La settima vittima") lo fa con grande professionalità (gli attori non sono esattamente dei pivellini). Bisogna però ammettere che ci vuole una grande dose di pazienza per arrivare alla fine delle 2 ore di spettacolo. Discreto ma nulla più.

Enrikoses 27/09/08 23:16 - 39 commenti

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Pellicola drammatica in cui è centrale il ruolo del gioco 'Quintet' (una specie di battaglia navale coi dadi su una base pentagonale) e gli inquietanti e imbacuccati giocatori che sfidandosi si giocano la propria vita e quella degli altri. Un film dal ritmo lento in cui i personaggi si muovono tra cunicoli di ghiaccio e cani affamati dove la vita è in gioco continuo e non ha un valore se non quello definito dal gioco. Da rivedere cercandone i significati meno visibili e allegorici.

Hackett 24/12/08 13:41 - 1867 commenti

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Film dall'incedere lento, glaciale quanto il mondo nel quale è ambientato. Di sicuro impatto visivo, con il bianco che domina tutto, il film si avvale di un'idea niente male, il rapporto tra un'umanità ormai confinata ed un gioco mortale con il quale cimentarsi per sentirsi vivi. Bravi gli interpreti che sanno tenere su una sceneggiatura a volte un po' assiderata. Da vedere con calma, ma da vedere.
MEMORABILE: Il colpo finale di Newman, all'ultimo concorrente.

Cotola 26/12/08 13:00 - 9052 commenti

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Affascinante pellicola di fantascienza (ispirato allo splendido racconto di Sheckley La settima vittima, da cui vari film sono stati tratti) che può contare su delle intriganti atmosfere ed ambientazioni, una solida regia e su un cast di grande classe e raffinatezza. Peccato però che debba scontare un ritmo a tratti un po' troppo dilatato che diluisce notevolmente la tensione narrativa della pellicola. In ogni caso da riscoprire e rivalutare.

Saintgifts 15/12/09 00:02 - 4098 commenti

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A sud non ci sono più le foche e verso nord vola un'anatra solitaria. Un mondo dominato dai ghiacci dove un po' di fuoco rappresenta una ricchezza, è la scenografia fantascientifica che ispira gelo anche sotto le coperte dei letti in fredde camere di un albergo dove stalattiti di ghiaccio si confondono con i cristalli dei lampadari. Un notevole cast gioca sui cinque lati del pentagono per salvare la vita e non essere nuovo pasto per i neri cani. La vita umana sta per finire, non c'è scampo, ma ancora si beve liquore e si gioca al casinò.
MEMORABILE: La meraviglia di vedere una giovane donna che porta dentro di se la vita.

Galbo 3/01/11 05:56 - 12399 commenti

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Con questo film Robert Altman dimostra di sapersi cimentare anche con il genere fantascientifico, compiendo un'operazione di grande raffinatezza e ricreando un futuro post apocalittico in cui le città sono distese glaciali in piena decadenza nelle quali i sopravvissuti si cimentato in un gioco crudele. Se la storia non è particolarmente originale, decisamente personale è la rappresentazione (con la preziosa complicità di un cast di alto livello), anche se il ritmo non è irresistibile.

Pigro 18/01/11 19:42 - 9672 commenti

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Film giocato tutto sulla decontestualizzazione: un cruento gioco di società nel mega-igloo, gigantografie dell'oggi come tappezzeria, costumi rinascimentali in un futuro apocalittico. Del resto, a mancare sono proprio le cornici: dove siamo? quando? perché? e quali sono le regole? Siamo catapultati in una realtà che riconosciamo nostra, ma nostra non è: in una visione alterata, non a caso, da inquadrature col bordo appannato. Un Altman dalla voce profetica, geniale ma faticoso, e radicalmente pessimista sul senso del nostro stare al mondo.

Buiomega71 17/05/11 21:59 - 2913 commenti

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Allucinante, freddo (è il caso di dirlo), visionario, crudele e senza speranza. Forse l'opera altmaniana più pessimistica in assoluto e ultimi bagliori della fantascienza anni 70, quella adulta e tetragona, che non lascia scampo alcuno. Una "scheggia di futuro" impazzita, dove alleggiano miseria, cupezza e nessun valore per la vita umana. Una specie di western futuristico, contaminato da reminiscenze tarkowskiane, dove Altman non ha pietà per nessuno. Insieme a Zardoz il film più originale e personale della fanta 70. Uno degli Altman migliori.
MEMORABILE: I rottweiler; il finale violento e sanguinario, come in Images e I compari.

Ducaspezzi 19/10/11 03:11 - 222 commenti

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Il nostro pianeta è ormai preda del ghiaccio che sta quasi compiendo l'estinzione degli uomini e questi, tuttavia, trovano il modo di tenere alto il morale - leggasi la ragione per (soprav)vivere - con l'emozione estrema del gioco che mette in palio proprio ciò che il destino ha già segnato per tutti: la vita. Gli interni e gli esterni sembrano quasi un tutt'uno entro la morsa del gelo, a definire efficacemente l'assenza di speranza, il cinismo e il dissolvimento del mondo, coi rottweiler a far da becchini affamati. Incantesimo da delibare.
MEMORABILE: "La Terra è la culla del pensiero, ma non si può vivere nella culla per sempre". Questa, dall'inglese, la frase che campeggia in un pannello.

Lucius 7/04/12 12:17 - 3015 commenti

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La ricostruzione del mondo isola in un futuro apocalittico non ha alcunchè di raffinato, aveva fatto molto meglio Anderson con La fuga di Logan. Detto questo la pellicola soffre di un'eccessiva lentezza e, pur offrendo alcuni spunti interessanti, non riesce a coinvolgere più di tanto nonostante l'ottimo cast, soffrendo per qualche dèjà vu di troppo, cinematograficamente parlando (vedi Guerre stellari ad esempio). I costumi rinascimentali sono a dir poco fuori luogo. Incatalogabile.

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Black hole 5/03/13 12:19 - 143 commenti

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Film glaciale: nei luoghi, nella natura dei personaggi. L'atmosfera è decadente, credo volutamente "medievale", e l'unico passatempo/privilegio rimasto è giocarsi l'esistenza per sopravvivere o, forse, solo per avere ancora delle emozioni capaci di scaldare la vita. Il "gioco" è esaltato dalla solennità conferita da Gassman e Rey. Lo spettatore è quasi come se sbirciasse la storia pulendo col guanto una finestra appannata e ciò aumenta il distacco. Non c'é futuro e solo un'anatra in volo e una gravidanza ci concedono una flebile speranza...
MEMORABILE: L'inizio, con Essex e Vivia che si avvicinano alla città tra i ghiacci e il monologo di Gassman/St. Cristopher: "Tenetevi cara questa vita atroce..."

Vitgar 25/07/14 22:45 - 586 commenti

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Difficile arrivare alla fine di questo film di Altman; spesso si è tentati di spegnere il lettore dvd e andare a bere una birra. Film pretenzioso di cui peraltro si fa fatica a capire il senso. Intellettualistico all'esasperazione, descrive un futuro annichilito dal nulla e dall'assenza di senso della storia (i poster di epoche precedenti alle pareti). Cast di grande livello, ma gli stessi attori sembrano a disagio, forse perché non hanno capito cosa devono rappresentare. Le musiche di Pierson contribuiscono in negativo al risultato finale.

Myvincent 27/09/14 15:38 - 3744 commenti

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In un futuro (il 2001, oggi abbondantemente superato) dove la vita è solo sottozero, non c'è oramai più spazio per lo scambio umano umano, le emozioni, in una parola, la vita. È un film ambizioso, enigmatico, aperto a interpretazioni, più che a decifrazioni, in cui si muovono, dentro a una specie di ambientazione pseudo-rinascimentale, attori e volti mitici del cinema di tutti i tempi.

Schramm 3/01/15 10:50 - 3495 commenti

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Un dopomondo artico fa da sfondo a un film totalmente atermico e atonale: un’apocalisse concettuale e verbosa, tutta filosofemi oratoriali in un mondo cui non è rimasto che il gioco, la cui comprensibilità delle regole è a noi negata e, temo, anche agli stessi spaesati attori incapaci di sopraelevarsi oltre l’insulsaggine o il macchiettismo. Altman pecca pateticamente di velleitarismo e malissimo ne incoglie a tutti, assiderati da tanto sterile intellettualismo. Meglio allora tenersi stretto Martino, che davanti a insapore sbobba di tal fatta può fregiarsi senza posa dell'epiteto Capolavoro.

Lythops 25/04/15 10:15 - 1019 commenti

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Una fantascienza che non prende come punto di riferimento le astronavi e gli "omini verdi" ma la difficile sopravvivenza di quel che resta del genere umano, costretto a fare i conti con una glaciazione. Punti di forza dell'opera di Altman sono trama, scenografia, interpreti, il modo in cui sono strutturati i personaggi e la meccanica del gioco, Quintet, che dà titolo al film, a cui non si sceglie di partecipare, a cui non si può sfuggire. Come la vita, come il destino, come l'inevitabilità e la forza delle cose. Grande film, tuttora non capito.

Alex75 18/01/17 09:30 - 880 commenti

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Altman delinea gli ultimi giorni dell’umanità (rassegnata all’estinzione) in una distopia fuori dal tempo in cui il gioco (al massacro) si confonde con la vita e la sostituisce. Il vigore pessimistico di questa visione è frenato da un ritmo a tratti sonnolento e da un eccessivo intellettualismo; l’idea di far muovere i personaggi in abiti rinascimentali in uno scenario a metà tra il borgo medievale e la base artica abbandonata ha però una buona forza evocativa.
MEMORABILE: Il volo dell’anatra verso nord; St. Christopher: "Amicus! Non udivo questo vocabolo da lunghissimo tempo!"; Grigor spiega lo "spirito" del Quintet.

Minitina80 2/07/17 11:56 - 2984 commenti

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Ha il difetto di non riuscire minimamente ad avvincere e le cause sono molteplici; la velocità è quella di una lumaca stordita, mentre Altman non si preoccupa di fornire troppe spiegazioni, ragion per cui molti interrogativi restano in sospeso e troppe cose non vengono spiegate. Notevole e apprezzabile lo sforzo nel ricostruire una civiltà post apocalittica, anche se i costumi che richiamano al medioevo stridono non poco con le scenografie da ipotetica era glaciale. Sprecati Gassman, Newman e Rey, relegati in personaggi di poco conto.

Rufus68 30/09/19 21:57 - 3845 commenti

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Altman utilizza il genere fantascientifico, ma pensa ad altro. A noi, soprattutto, al futuro che ci attende: anempatico, sterile, glaciale dove la vita si spegne lentamente e la violenza, che è comunque vita, viene rimossa per essere altamente ritualizzata in un gioco letale che esclude ogni movimento dell'anima. Il film, benché prolisso e statico, riesce a definire con forza una distopia cupissima e incombente che acquista veridicità ogni anno che passa. Dopo mezzo secolo è realtà vissuta.

Daniela 1/01/21 04:02 - 12672 commenti

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I pochi superstiti di un'umanità alle soglie dell'estinzione vivono asserragliati in città in rovina circondate dai ghiacci. La loro unica passione è un gioco la cui posta è la sopravvivenza... Fantascienza filosofica: infagottati in pesanti costumi, i personaggi si muovono alla moviola, mentre il significato allegorico del gioco è declamato in monologhi pomposi. La scelta di usare obiettivi che sfuocano i bordi dell'inquadratura trasmette un senso di smarrimento ma mortifica la spettacolarità di questo film più curioso che riuscito, non all'altezza delle sue palesi ambizioni.
MEMORABILE: Gli elaborati costumi medievali di alcuni personaggi sono belli da vedere, ma cosa c'entrano con il contesto? 

Pessoa 20/12/21 15:17 - 2476 commenti

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Altman si produce in un pregevole esercizio stilistico su uno spunto letterario già visitato dal cinema, affidando a un cast da urlo il compito di rendere meno ostica una sceneggiatura introversa e criptica, spesso non agevole da seguire. Ma tutte le "primedonne" tendono a fare film a sé, senza cercare l'amalgama, e la storia si trascina inesorabilmente con una lentezza atavica che rende le quasi due ore di programmazione a tratti indigeste. Ci si può consolare con splendide inquadrature in un suggestivo scenario di ghiaccio e fuoco, ma è troppo poco per fare un film.

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  • Homevideo Zender • 21/01/09 09:07
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Buone nuove per gli altmaniani: domani 22 gennaio esce 2009 QUINTET per la Fox!
    Audio: Ita.mono
    Video: 16:9/1.85:1 + trailer/note
  • Curiosità Lucius • 7/04/12 12:20
    Scrivano - 9051 interventi
    Il titolo del film si riferisce ad un gioco chiamato appunto Quintet che ha come posta in palio la vita dei perdenti. Essex, il protagonista, è un cacciatore che accetta di giocare per capire quale sia il senso di quest’esperienza.
  • Curiosità Buiomega71 • 11/04/14 09:46
    Consigliere - 26015 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Schegge di futuro", 18 Ottobre 1984, data fornita dalle ricerche di Didda23) di Quintet:

  • Curiosità Fauno • 3/01/17 00:09
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flano del film:

  • Curiosità Fauno • 4/09/17 10:59
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film: