Terrificante e claustrofobico. Pone bene in evidenza le contraddizioni sia dei rivoluzionari eversivi che dei controrivoluzionari, con tutte le illusioni disattese per ambo le parti, ma pone anche in luce l'aspetto più interiore ed inquietante del fanatismo politico e ci ricorda tragicamente che anche noi, il vecchio continente, culla della civiltà, ci siamo macchiati di nefandezze delle quali non ci piace parlare né tantomeno provarne vergogna. Peso da digerire e da accettare, ma merita eccome!
MEMORABILE: La sigla finale è tutto dire, ma l'angoscia non ti molla mai...
Cupo e complesso, piuttosto monocorde e difficilmente digeribile per chi, come il sottoscritto, poco conosce a proposito del contesto storico dei fatti narrati. Non mi resta così che apprezzare la buona confezione e un'interpretazione intensissima della Karlatos, che offre anima e corpo al film restando in scena in praticamente ogni sequenza, mostrandosi ripetutamente spogliata e torturata e cantando anche la colonna sonora di Nico Fidenco (che però è preferibile in versione strumentale). Consigliabile solo ad un pubblico informato e preparato.
Film francese assai legato al clima di ribellione e fermento politico dei '70, che fiuta lo scalpore suscitato da pellicole nude e crude come Salò e Faccia di spia per rivangare finalmente il tabù inumato della tortura, pesantissimo fardello etico della passata guerra d'Algeria. Il piano ideologico e quello cinematografico si rispecchiano l'uno nell'altro, in un ping-pong di arrovellate e polverose filippiche concettuali con al centro la Karlatos: occhi rilucenti, teatralità nevrotica e remissione ad ogni vessazione psico-fisica. Ma la pietra scagliata non va oltre il buco nell'acqua.
MEMORABILE: La Karlatos che si applica gli elettrodi ai capezzoli e al clitoride, dando poi corrente; La Karlatos violentata con un coccio di bottiglia (!!!)
Il regista Papatakis, servendosi dell'allegoria del meta-cinema, ci mostra l'istituzione della tortura e della depravazione dello stato sul sovversivo (o presunto tale), poco importa se nel caso specifico si cita la guerra franco-algerina (l'anno del girato in fondo ci ricorda che in molti paesi del mondo vigono dittature sanguinarie). Convincente e sentita l'interpretazione della Karlatos che però si macchia di una perla trash quale la canzoncina cantata da lei stessa sul tema di Fidenco. Peccato.
Film talmente immerso nello spirito (storico-politico) del tempo da risultare, per chi se ne ponga alla visione oggi, completamente affondato. Tuttavia l’estremismo provocatorio di Papatakis ha la virtù (rara) di mancare di cattiva coscienza (come mostrano anche certi passaggi autoironici), oltre a utilizzare con cognizione di causa sia gli espedienti metafilmici che il corpo “brusco” della Karlatos. Resta il fatto che i tempi del pamphlet polemico son diversi da quelli cinematografici e le grida reiterate rischian di restare urla del silenzio.
MEMORABILE: Le urla di Olga Karlaos; L’invettiva al “convivio” intellettuale.
Per ingerire questa pozione metafilmica è necessario fare mente locale sullo spirito di quei tempi (per l'evidenza politica e per i capricci figurativi); ma è anche un fatto che il prodotto ha un suo riscontro elettrizzato, un discreto fascino cupo, una buona audacia, un'espressività gestuale non inesorabile ma genuina e una magnetica atmosfera da pianeta inabitabile. Difficile restare indifferenti davanti alla fisicità di Olga Karlatos, che con abnegazione restituisce un personaggio estremo e interessante. Oggetto imperfetto ma sincero.
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Cher Gest, ci sono dei trattati e diversi film in cui si parla di questo congegno semplice ma efficace. In seguito fu usato anche nella dittatura in Brasile.
Ti consiglio la visione del film BATISMO DE SANGUE.
Buiomega71 ebbe a dire: Buono Markus, io ho il dvd Mosaico...E prima o poi...
Ah, a proposito, remember La notte delle matitespezzate
Ricordo! Gran bel film caro Buio! Anche lì la scena della tortura è abbastanza forte ma, paese che vai usanze che trovi, infatti, in Argentina si usava un metodo per certi versi peggiore, perché le scosse erano modulate tramite un terrificante congegno (detto "picanha") che poteva arrivare anche a 450 volts. Un pungolo elettrico mobile era appoggiato nelle parti umide del corpo del povero disgraziato che era legato saldamente ad una rete o tavolo metallico. Si cantava parecchio! (Metodo usato anche in Cile, solo che veniva chiamato "parilla").
Markus ebbe a dire: ...Anche lì la scena della tortura è abbastanza forte ma, paese che vai usanze che trovi, infatti, in Argentina si usava un metodo per certi versi peggiore, perché le scosse erano modulate tramite un terrificante congegno (detto "picanha") che poteva arrivare anche a 450 volts. Un pungolo elettrico mobile era appoggiato nelle parti umide del corpo del povero disgraziato che era legato saldamente ad una rete o tavolo metallico. Si cantava parecchio! (Metodo usato anche in Cile, solo che veniva chiamato "parilla").
Io questo ragazzo voglio assolutamente conoscerlo di persona!
Dì la verità, hai fatto due-tre master in "Torturologia & Scienze della scarificazione" e in più dormi anche sul letto di Procuste :D
Molto volentieri! Spero presto ;) Gli argomenti non mancheranno, anche se già mi immagino lo sbigottimento degli altri a sentirci parlare con disinvoltura di usi e costumi dittatoriali ahah
Dovremmo farci una bella vacanza nella "Villa Grimaldi" di Santiago del Cile ;D
DiscussioneDidda23 • 20/03/12 23:47 Contatti col mondo - 5798 interventi
Markus guarda a breve il film sull'avvocato dei dittatori, sono troppo curioso di sapere che ne pensi...
Imdb riporta una durata di 130', che nel DVD USA (non specificata l'edizione) diventano 99'.
Inoltre nelle versioni alternative viene detto che nel 2005 il regista Papatakis ha creato una nuova versione accorciata a 92', girando una nuova introduzione ed aggiungendo alcuni effetti speciali.