Ragazzino con maglione e collo alto assiste impotente all'esecuzione dei propri genitori ad opera di un pazzo con una maschera da lupo che li fucila in casa. Molti anni dopo lo vediamo ancora preda di incubi in cui lo stesso cacciatore mascherato, successiamente suicidatosi, lo perseguita per ucciderlo. Dove finisce il sogno e comincia la realtà? Negli Ottanta il successo di NIGHTMARE aveva aperto la strada al tema e la regista Kristine Peterson lo recupera virando tuttavia più in direzione del thriller che dell'horror. Ci viene così spiegato che Alex (Anderson), ormai cresciuto e diventato uno scrittore, ha un fratello...Leggi tutto che cerca di farlo rientrare nella “normalità” (regalata loro dalle ricchezze ereditate) e un amico, Danny (Babbes, autore della sceneggiatura), che cerca di liberarlo dagli incubi coinvolgendolo in una vita sociale minima e spingendolo a conoscere una bella ragazza (Cummins) con la quale Alex, dopo le prime incomprensioni, si metterà insieme. Il film sposa quindi thriller e horror senza che però la regista riesca mai a innestare un briciolo di tensione. Perdipiù una messa in scena sciatta dà un sapore televisivo al tutto che la recitazione del cast contribuisce ad accentuare. Se il protagonista tende ad avere sempre la stessa espressione stupita, sconvolta e attonita, chi proprio non convince è la Cummins, che non trasmette alcuna passionalità né mostra la personalità richiesta dal personaggio. Si procede così con serie difficoltà nel coinvolgere lo spettatore in una storia che invece non sarebbe affatto mal concepita e che riserva pure qualche degna sorpresa nel finale (per quanto il meccanismo del ribaltamento ad ogni costo preveda forzature evidenti). Scarso l'apporto degli effetti speciali (di sangue se ne vede pochino, soprattutto per gli standard dell'epoca, e l'orrore finisce coll'essere confinato soprattutto ai ripetuti), terribilmente povere le scenografie, musiche che si allineano agli standard nonostante un bel tema da Natale "maledetto" che in apertura lasciava presagire qualcosa di più interessante. La regia, che fallisce nel tentativo di caratterizzarsi come thriller, in definitiva si limita ad aggiungere tracce horror in una trama "gialla" all'interno di una confezione approssimativa che fa rientrare il film (in Italia il doppiaggio non aiuta, per quanto si sia sentito di peggio) nell'ambito di un cinema bis americano d'impostazione tipicamente ottantiana (d'altra parte basta vedere il look del protagonista per esser certi di non sbagliare decade). Come buttar via un soggetto discreto che la sceneggiatura in parte sembrava poter gestire con competenza.
Interessante variazione sul tema del sogno (poi alla fine si vedrà che non è tutto come sembra). Un cacciatore con la maschera di lupo uccise i genitori di un bambino, 20 anni dopo gli incubi e le visioni del killer perseguitano il ragazzo. C'è qualcosa d più sotto questo incubi... Colpo di scena finale.
Di horror in cui i sogni si mescolano alla realtà ne abbiamo anche troppi: da Nightmare in poi la formula è diventata una moda. Questo Deadly dreams presenta una situazione tipica e la sviluppa in modo tipico. Piuttosto scontato, soprattutto sul versante thriller (eh sì, è anche un giallo). Ma non tutto è mediocre: l'incipit natalizio è crudele e commentato da una musichetta da brividi, la figura del cacciatore mascherato da lupo è davvero d'effetto e qualche omicidio gore resta impresso. Finale inaspettatamente a sorpresa. Merita una chance.
MEMORABILE: L'inizio in stile Natale di sangue in cui il protagonista da piccolo assiste all'omicidio dei suoi; La maschera da lupo; I colpi di scena finali.
Da bambino ha assistito all'omicidio dei genitori, dopo dieci anni gli incubi tornano a tormentarlo. Ma si tratta davvero soltanto di incubi? Variazione sul tema dei sogni che si confondono con la realtà, stavolta al servizio di un giallo complottista con al centro il solito protagonista che nessuno sembra voler prendere sul serio. La tensione cresce gradualmente e sfido qualsiasi appassionato del genere a prevedere la conclusione. Peccato per la durata davvero esigua (neppure 80 minuti): qualche approfondimento in più non avrebbe guastato.
Dietro la parvenza da horroraccio da cestone si nasconde un thriller di tutto rispetto, discretamente recitato e non privo di qualche finezza nel tratteggio dei suoi personaggi. La sceneggiatura, pur a tratti semplicistica, si mostra abile nel giocare con le attese dello spettatore, il quale non appena inizia a sospettare un ribaltamento si ritrova subito trascinato al livello successivo, fino ai sorprendenti e beffardi 5 minuti conclusivi, che sbaragliano ogni possibile cascame da thrillerino del sabato sera di Rai2. Doppiaggio inascoltabile.
Prevedibile giallo che, nonostante un cast non tra i peggiori, non riesce davvero a creare un minimo di tensione. Qualche scena buona ma nel complesso la noia regna sovrana. Musiche mediocri, ottima confezione che vede delle discrete case borghesi come location. L'originalità latita, il ragazzino che finisce in manicomio ricorda Natale di sangue mentre la morte che avviene in sogno ricorda un po' troppo Nightmare. Interessante comunque il finale.
Un thriller dalle tinte gialle e horror con varie frecce al suo arco, a partire dall'efficace cornice natalizia, con tanto di carillon, che - nella tradizione di vari horror del decennio - aumenta l'effetto sinistro e turpe della vicenda per contrasto; lo script è ben congegnato, con una serie di incubi e twist che mettono continuamente in discussione gli eventi. Il ritmo è fluido e il cast tutto sommato azzeccato, con il ruolo della vita per la bella Cummins; lo splatter è misurato ma non è il fulcro del film, che cerca di affrancarsi dagli slasher in voga nel periodo con successo.
Kristine Peterson HA DIRETTO ANCHE...
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Mitica questa! Ricordo ancora quando la noleggiai incuriosito da quel vm18 e ne restai piacevolmente colpito. Inutile dire che me la sono presa appena la videoteca ha iniziato a svendere.