Per salvare il fratello, Giacomo Casanova torna a Venezia ad insaputa di tutti. Sicuramente non è il miglior film di Riccardo Freda, dato che c'è poca emozione e i dialoghi annoiano un po'. Vittorio Gassman (in uno dei suoi primi film) è all'altezza della situazione. Gli attori di contorno però sono mediocri.
Cappa e spada sulle avventure di Giacomo Casanova – in missione per salvare il fratello accusato ingiustamente - e dei suoi successi con le donne. Freda può contare su un alto budget e, con una sceneggiatura scritta insieme a Monicelli e Stefano Vanzina, riesce a mantenere un ritmo abbastanza sostenuto; peraltro il film inizia subito con una scena di tortura. Primo ruolo da protagonista per Gassman, qui affiancato dalla spalla partenopea Dante Maggio e da quattro donne di tutto rispetto (Mercader, Sanson, Canale, Parvo).
Avventura firmata Freda, Steno e Monicelli (e prodotto da Dino De Laurentiis) che purtroppo coinvolge poco. Belli i dialoghi e quasi ottime le interpretazioni, ma c'è poca azione e a fasi alterne si cade nella noia. Comunque Freda ha fatto di peggio.
Avventuroso un po' sotto tono, anche per colpa di ingenuità che oggi sarebbero imperdonabili (da Vienna a San Pietroburgo in un paio di giorni a cavallo - la neve che sparisce d'incanto quando Casanova soccorre la Zarina - la donna più femminile del mondo che si fa passare per uomo...). Recitazioni corrette e nulla più, anche un po' offuscate da qualche "deus ex machina" francamente incredibile. Gassman a suo agio in mezzo ad un gineceo notevolissimo...
Ciprie, pizzi, parrucche, merletti e lettere misteriose. Del resto siamo in pieno '700 e il protagonista è Casanova. Il prodotto ha buone frecce al suo arco e Gassman funziona. Belle e ben girate le scene d'azione. Trama e sceneggiatura arzigogolate ma va bene così: l'operazione sembra più una questione di look.
Come sempre Riccardo Freda sa unire il fascino dell'avventura alla grandiosità delle scene girate. I duelli sono come sempre impeccabili e valorizzano a fondo le doti atletiche di Vittorio Gassman, per la prima volta protagonista. E anche i cattivi sono magnetici, in particolare Hinrich. Negli anni del Neorealismo Freda faceva un cinema diverso, all'americana, e questo è uno dei suoi migliori risultati.
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