Un Tinto Brass sperimentatore, ma anche bravo a cogliere l'agitazione sociale di quegli anni e a riportarla in un contesto fortemente metaforico. Lunga messa in scena iniziale, ambientata in un manicomio: rinchiusa lì dal suo amante, la Redgrave ne esce per una relazione con un poeta bracconiere, segue un processo farsa; di seguito viene assunta nella fabbrica del suo aguzzino dove scatena uno sciopero ad oltranza. Finale drammatico e pessimista. Un po' discontinuo nella trama, recitato completamente in dialetto, necessita di una visione attenta.
MEMORABILE: Lo sciopero delle operaie inizia con orgasmi urlati a ripetizione...
Una delle prime opere impegnate di Brass, in cui l'erotismo che caratterizzerà le sue opere future è ben lontano. Grottesco allo stremo, dai ritmi che cambiano repentinamente (sequenze lente alternate ad altre che si svolgono in maniera frenetica). Una discreta prova attoriale in cui la parola d'ordine è sempre la pazzia.
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